Rassegna stampa

Verso il Partito comunista dei lavoratori. A ottobre il movimento che a livello nazionale si rifà a Marco Ferrando

Marco Barone: «Ci stiamo muovendo per aumentare il consenso nei vari circoli del Vibonese»

22 Luglio 2006

«Rifondazione comunista? Un partito anti-sistema». Era quanto sostenevano fino a poco tempo fa la gran parte dei politologi italiani. Ma oggi devono ricredersi: il partito di Franco Giordano è diventato una forza fondamentale nell'attuale maggioranza di governo. Per quanto riguarda poi il Vibonese, il Prc nonostante non sia rappresentato in consiglio provinciale gode di un assessorato. E nel Comune capoluogo è una compagine importante sia in consiglio sia in giunta. Ma Rifondazione comunista nei mesi scorsi ha subito una scissione. Marco Ferrando, ufficialmente vittima di alcune sue dichiarazioni, è fuoriuscito da Rifondazione per dar vita ad un altro partito comunista, che dovrebbe costituirsi nei primi mesi del prossimo anno. Intanto, a Vibo, dagli ultimi comitati politici di federazione del Prc, in passato vicina a Ferrando, non sembra essere emerso ancora nulla di ufficiale. Ma secondo il coordinatore regionale Francesco De Simone, «anche a Vibo dovrebbe nascere il movimento costitutivo del Partito Comunista dei lavoratori». A conferma di ciò arrivano le dichiarazioni del vibonese Marco Barone, del comitato fondatore del nuovo soggetto politico.

«Attualmente - afferma Marco Barone - stiamo osservando con attenzione le vicende che si stanno consumando all'interno del partito. Il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan e la prossima finanziaria aumenteranno sensibilmente i malumori che stanno emergendo all'interno del Prc. Noi ci stiamo muovendo - ammette l'esponente comunista - per cercare di acquisire consensi all'interno dei diversi circoli del Vibonese: e i simpatizzanti oggi non sono pochi. Pensiamo che per ottobre il movimento dovrebbe fare il suo avvento a Vibo Valentia».

Ma cos'è il Movimento costitutivo del Partito Comunista dei Lavoratori? «Il Movimento - spiega Barone - nato dalla scissione operata da Ferrando e seguito da altri compagni, vuole contrastare le classi dominanti collocandosi all'opposizione dei loro governi. Questo principio di indipendenza della classe lavoratrice dalla borghesia è, se possibile, ancor più attuale nell'odierna situazione storica. La crisi del capitalismo e il crollo dell'Urss hanno chiuso lo spazio storico del riformismo. Ogni coalizione di governo delle sinistre e dei "comunisti" con le forze della borghesia significa la loro corresponsabilizzazione alle politiche controriformatrici della classe dominante. Il nuovo governo Prodi, i suoi programmi annunciati in politica estera e politica sociale, si pongono sullo stesso terreno. Solo l'opposizione ai governi della borghesia può preparare le condizioni di un'alternativa anticapitalistica strappando risultati concreti e conquiste parziali, come è dimostrato dalla recente vittoria della rivolta sociale dei giovani e lavoratori francesi contro le misure di precarizzazione del lavoro. Contro l'attuale dittatura degli industriali e dei banchieri, che si fa chiamare democrazia, bisogna lottare per la democrazia autentica: il potere dei lavoratori e della maggioranza della società quale leva di riorganizzazione della società stessa». Ma le ragioni del nuovo soggetto politico sono riscontrabili anche nello scenario politico locale. Infatti, «Matteo Malerba - continua Barone - lasciandosi alle spalle venti anni di appartenenza ad una certa filosofia politica ha lasciato la corrente ferrandiana di cui faceva parte per quella bertinottiana. Una decisione - attacca - dettata esclusivamente da una ragione di opportunismo politico. Senza questa scelta non avrebbe mai potuto fare l'assessore provinciale. Perché continua - è questo che sta diventando Rifondazione Comunista: un partito che sta attento agli incarichi, allineandosi sensibilmente a quel sistema che da sempre dice di voler combattere. A Vibo - aggiunge Barone - serve un movimento che sia di rottura al nepotismo del Presidente della Provincia Ottavio Bruni e all'immobilismo che sta contraddistinguendo l'amministrazione Sammarco, con quest'ultimo sempre più schiavo dei partiti politici. Serve un movimento conclude Barone - che sappia rappresentare un'alternativa alla crisi sociale, politica e istituzionale del comune capoluogo e della Provincia, con un'attenzione particolare nei confronti dei lavoratori, perché, oggi, quello che succede in particolar modo alla Provincia, dove ancora raccomandazioni e favoritismi la fanno da padrone, è un qualcosa di grave».

da Il Quotidiano - di Antonino Schinella

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FONTE

  • mcPCL sez. Vibo Valentia