Rassegna stampa

Una manifestazione tira l'altra (lettera a il Manifesto)

10 Settembre 2008

Pierpaolo Leonardi, nella lettera a il manifesto del 7 settembre scorso, tende a contrapporre l'azione di sciopero e manifestazione del 17 ottobre all'eventuale manifestazione da noi proposta per l'11 ottobre. E lo fa non tanto in ragione di una vicinanza di date (tanto è vero che egli stesso riconosce che la manifestazione dell'11 «non inciderà» su quella del 17) ma di un giudizio di «autoreferenzialità» sull'11. Mi pare un giudizio profondamente sbagliato. Premesso che il Pcl dà pieno sostegno allo sciopero del 17, come lo ha dato a tutti gli scioperi del sindacalismo di base (inclusa la partecipazione dei suoi iscritti e dirigenti Cgil) in particolare contro le finanziarie di Prodi (votate da Prc, Pdci e, nel 2006, da Sinistra critica), mi limito a tre brevi considerazioni. 1. Il movimento sindacale non esaurisce la vita del movimento operaio. Contro ogni forma di pansindacalismo, il Pcl cerca di sviluppare in ogni movimento e nell'intera società una battaglia politica complessiva, che riconduca ogni rivendicazione parziale alla prospettiva del potere dei lavoratori. E questa battaglia investe l'intero quadro politico. Peraltro proprio la natura del terzo governo Berlusconi, che attacca frontalmente non solo i diritti sociali, ma le conquiste democratiche più generali, sottolinea l'esigenza di un'opposizione politica, non solo sindacale. La proposta di una manifestazione delle sinistre contro il governo si fa carico di raccoglierla. Dove sta «l'autoreferenzialità»? 2. Lo scenario politico vede per la prima volta nel dopoguerra un Parlamento interamente presidiato da partiti organicamente borghesi. E' certo il risultato della corresponsabilità suicida delle sinistre al governo della borghesia, e insieme di leggi elettorali reazionarie. Ma è un contesto negativo per il movimento operaio. La proposta di una manifestazione unitaria contro Berlusconi mira a contrastare il rischio che il popolo della sinistra venga totalmente incorporato dal Pd e da Di Pietro. Senza per questo attenuare il nostro pesante giudizio sui partiti che hanno partecipato al governo Prodi. 3. La data dell'11 ottobre risponde semplicemente all'esigenza di anticipare la manifestazione del Pd, di non sovrapporsi alla data del 17 (con un'ipotesi di manifestazione il 18) e di evitare la coincidenza con la manifestazione nazionale antirazzista del 4 ottobre (cui il Pcl aderisce). Quanto alla vicinanza di data tra l'11 e il 17, non è la prima volta che mobilitazioni diverse cadono in momenti ravvicinati. A meno che una parte dei promotori dello sciopero del 17 voglia imbastire una campagna di disturbo contro la riuscita dell'11 ottobre, con una prova di rovinoso settarismo. Ma confidiamo che non sia così. Mi auguro dunque di ritrovarmi in piazza con Leonardi sia l'11 che il 17 ottobre.

Marco Ferrando, per l'esecutivo nazionale del Pcl

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FONTE

  • luca.prini@libero.it