Rassegna stampa

Sotto assedio la raccolta di firme pro immigrati (Dal "Cittadino" del 6 luglio)

La polizia schierata per evitare il contatto di una dozzina di giovani vestiti di nero con il banchetto di solidarietà dei comunisti

7 Luglio 2008

Con il G8 di Genova non c’è e non c’è stato - per fortuna - nessun paragone, ma la gente che poco prima delle 10 di ieri mattina si è trovata a passare per piazza Castello ha potuto respirare quel clima di tensione che può essere preludio al precipitare degli eventi. Le bandiere rosse del Partito comunista dei lavoratori, ferme accanto al tavolo di una raccolta firme, i vestiti neri di una dozzina di giovani e i caschetti antisommossa azzurri infilati alla cintura di altrettanti agenti di polizia, pronti a indossarli in caso di necessità: questa la scena che si presentava agli occhi di chi, percorrendo fino in fondo il Passeggio, fosse sbucato davanti all’acquedotto. «Volevano disturbare il nostro presidio ma le forze dell’ordine li hanno tenuti lontani» dice il portavoce del Pcl Massimo Ranetti mentre, dall’altro lato della strada, i poliziotti fanno cerchio attorno al piccolo gruppo, fermo ai piedi della fontana. Gli animi sembrano tranquilli e l’intervento della polizia appare, come conferma il portavoce della questura Riccardo Peviani, una semplice misura cautelativa. La libera circolazione è un diritto di tutti ma il rischio era che, dato lo scopo della raccolta firme, la tranquilla passeggiata di un gruppo di amici vestiti di nero si trasformasse in qualcosa di meno pacifico. «Proponiamo a tutti i comuni del lodigiano di costituire un Comitato permanente antirazzista e antifascista, per reagire al clima di barbarie in cui stiamo scivolando - spiega Ranetti -. Anche nel nostro territorio, da Lodi a Casalpusterlengo, a San Giuliano e Sordio, le giunte hanno iniziato, invece di lavorare per l’integrazione, a organizzare sgomberi di Rom e ronde anti immigrati». Chiusura dei centri di permanenza temporanea, regolarizzazione dei migranti «ma senza procedure poliziesche»: queste le richieste del Pcl, sostenitore di una politica che sappia affrontare il tema della clandestinità e dell’immigrazione con «concrete misure materiali e socio-culturali di accoglienza e di integrazione, per garantire a chi cerca nel nostro Paese migliori condizioni di vita il pieno diritto alla cittadinanza». I passanti prendono un volantino, qualcuno firma, altri guardano con un po’ di apprensione la squadra di poliziotti che alle 10.30 non ha ancora abbandonato la sua posizione. Alla fine non succede nulla, i “dissidenti” si disperdono e anche le forze dell’ordine ritornano in questura: scongiurato ogni pericolo, dal banchetto della raccolta firme si leva una voce che intona “Bella ciao”.

Silvia Canevara

CONDIVIDI

FONTE

  • pcl-lodi@tiscali.it