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Un congresso mondiale storico: organizzazioni di oltre quaranta paesi si riuniscono a Istanbul

Il terzo congresso della Lega Internazionale Socialista

16 Dicembre 2025
terzoLIS


Si è appena concluso il III Congresso mondiale della Lega Internazionale Socialista (LIS). Il risultato è stato di grande successo, superando tutte le aspettative. Dalla sua fondazione nel 2019, la LIS non ha smesso di crescere. Nei suoi cinque anni di esistenza si è estesa a tutti i continenti, e in questo Congresso ha fatto un salto enorme strutturandosi nella maggior parte dei paesi centrali, quasi raddoppiando, rispetto al precedente congresso realizzato a Barcellona, il numero di paesi in cui la LIS ha, con diverso grado di sviluppo, presenza militante. Con la partecipazione di 72 delegati provenienti da 38 paesi, e 5 organizzazioni esterne invitate, si sono svolti i dibattiti e sono state adottate le risoluzioni che presto renderemo pubbliche per portarle a conoscenza dei militanti internazionalisti.

Nella parte europea di Istanbul, unica città del mondo costruita su due continenti, antica capitale di tre imperi, permeata da cultura e storia millenaria, ci siamo riuniti in più di settanta compagne e compagni venuti da diversi angoli del pianeta.

I primi giorni di dicembre sono iniziate ad arrivare al luogo scelto, preparato appositamente per ospitare e permettere il funzionamento del Congresso, le prime delegazioni. Il rifiuto delle autorità turche di consentire i visti ai nostri compagni africani ha reso impossibile la presenza di diversi delegati del Kenya e di altri paesi della regione, che comunque hanno contribuito, e molto, a distanza tramite collegamenti web. La scelta del luogo, però, ha permesso l'arrivo di delegazioni da alcuni paesi dell'Asia meridionale e del resto del Medio Oriente, pressoché impossibilitati a viaggiare nel resto del mondo.

A causa dei regimi repressivi di Putin e Lukashenko, che costringono la sinistra a muoversi nella clandestinità, non hanno potuto partecipare delegazioni dalla Russia e dalla Bielorussia. La guerra ha anche costretto alla partecipazione a distanza dei nostri compagni ucraini, impossibilitati a lasciare il paese dalla legislazione vigente. Alle delegazioni arrivate dall'America del Sud e dalla Mesoamerica, dal subcontinente indiano, dal Medio Oriente, dall'Europa orientale e centrale, dall'Oceania e da altri paesi, si sono aggiunte le nuove adesioni alla nostra corrente dagli Stati Uniti, dall'Italia, dalla Germania, dalla Gran Bretagna, Portogallo, Austria, Svizzera, Svezia, Danimarca, Panama, e partecipanti da Cuba, Palestina ed Ecuador, tra molti altri.

Tutte le discussioni, durante i sei giorni di durata delle sessioni, dalla mattina presto fino a sera tardi, sono state dedicate a preparare politicamente i nostri partiti per intervenire nelle lotte contro l'offensiva che l'imperialismo e l'estrema destra sta scaricando contro i lavoratori e i popoli del mondo. Le situazioni in Palestina e Ucraina, passando per le rivolte che si sono succedute in vari paesi dell'America Latina, dell'Asia orientale e dell'Africa fino alle grandi mobilitazioni negli Stati Uniti e in Europa, costituiscono la struttura delle analisi del nostro Congresso, con le delegazioni di partiti e gruppi che sono stati parte attiva nella maggior parte di questi processi.


SOCIALISMO O BARBARIE, LA SFIDA DELLA FASE

«Dal 2008 la crisi del capitalismo e le sue conseguenze devastanti sull'umanità e sulla natura si approfondiscono. Il costante deterioramento del tenore di vita dei lavoratori e l'attacco ai diritti sociali e democratici dei popoli si combinano con un progresso senza precedenti nella distruzione dell'ambiente. Crescono il razzismo, il machismo, l'omofobia e l'attacco ai migranti. Sono tornate le guerre, le pandemie, i genocidi e le dispute settarie. L'estrema destra, la repressione e la militarizzazione delle nazioni sono promosse dalle sfere del potere in diversi paesi. Queste sono le uniche soluzioni che ci propongono la borghesia e l'imperialismo. Se non li fermiamo prima, ci porteranno alla barbarie e poi all'estinzione. Solo i lavoratori che guidano una rivoluzione nazionale, regionale e globale contro questo sistema marcio, e un programma che ci conduca al socialismo, possono evitare questo risultato. Socialismo o barbarie, e raggruppamento dei rivoluzionari, sono le nostre bandiere di lotta e organizzazione».
Così inizia il documento sulla situazione mondiale che è stato approvato dal congresso.

Nell'affrontare la nuova tappa mondiale che stiamo attraversando e una situazione di crescente polarizzazione asimmetrica tra un'estrema destra in ascesa e la resistenza di un movimento di massa che combatte con le mani legate, a causa della crisi storica di direzione rivoluzionaria, il Congresso è stato una scuola di teoria, politica e pratica rivoluzionaria. Il Congresso:

• Ha approvato un documento sulla congiuntura attuale e un manifesto programmatico che è un contributo fondamentale per tutti i militanti e gli attivisti; manifesto che si propone di affrontare e sconfiggere il capitalismo per ottenere una società senza oppressione né sfruttamento, che permetta all'umanità di godere della bellezza della vita in pace e armonia con la natura.

• Ha elaborato dei testi per comprendere le cause ultime della crisi economica mondiale e una risposta marxista per affrontarla.

• Ha discusso l'importanza delle lotte per l'autodeterminazione nazionale in questo momento storico e una risposta rivoluzionaria al genocidio palestinese, alla guerra in Ucraina, alle rivolte in Kashmir, alla lotta del popolo saharawi, e ha approvato una campagna contro l'ingerenza degli Stati Uniti e le sue minacce militari in Venezuela e nei Caraibi.

• Ha approfondito l'analisi sulla crisi socio-ambientale e le questioni di genere, sviluppando proposte per affrontare l'ecocidio e l'offensiva reazionaria delle destre contro le donne e le minoranze.

• Ha affrontato in modo approfondito, sulla base di tre documenti alternativi, la questione elettorale, le tattiche e le posizioni che devono portare avanti i rivoluzionari nel secolo in cui viviamo.

• Ha fatto il bilancio delle diverse esperienze di costruzione di organizzazioni anticapitaliste ampie che si sono avute in questo inizio di secolo, e ha fissato i parametri per intervenire nei processi di questo stesso tipo che si stanno sviluppando di nuovo in varie parti del mondo.


UN APPELLO A RAGGRUPPARE I RIVOLUZIONARI

Infine è stato discusso ed elaborato un appello per raggruppare le forze rivoluzionarie che agiscono in modo disperso in un mondo sempre più convulso. Questa iniziativa comprenderà una serie di incontri con le forze con cui abbiamo avuto convergenze importanti nei principali processi della lotta di classe e un'analisi simile dello scontro tra Stati Uniti, il resto dell'imperialismo occidentale e i nuovi imperialismi che contendono ad essi l'egemonia. E proseguendo la discussione con tutti coloro che sono disposti a una discussione leale e costruttiva, indipendentemente dalle differenze che possiamo avere e che sarebbe importante discutere in modo aperto e senza preconcetti.

Da parte nostra, metteremo a disposizione l'esperienza che abbiamo fatto delle diverse componenti della LIS, che con pazienza e determinazione sono riuscite a progredire in modo significativo dalla nostra fondazione fino ad oggi. Riuscendo a superare in pochi anni la nostra presenza periferica iniziale fino a diventare una corrente inserita non solo nel mondo semicoloniale, ma anche nei paesi di medio sviluppo e imperialisti. Tutto questo mentre altre correnti del trotskismo purtroppo sono scoppiate, si sono divise, hanno avuto arrentramenti o, nel migliore dei casi, sono stagnanti.

Molte delle difficoltà che incontriamo nella costruzione delle nostre organizzazioni rispondono a cause oggettive che non possiamo minimizzare, tra le quali spiccano il ritardo nella coscienza della nostra classe e i cambiamenti strutturali che si sono verificati dagli anni '90. Ma anche alla miopia che si manifesta nel rifiuto di lasciarsi alle spalle modelli che, pur essendo stati utili in passato, hanno dimostrato il loro fallimento nel funzionare nel presente.

Costruire una nuova internazionale che abbia forza sufficiente per trasformarsi in un polo di formazione di solidi partiti d'avanguardia, incida nel corso delle lotte che si sviluppano, e contenda con successo la direzione alle forze riformiste, è una necessità imperiosa. Questo sarà possibile solo se ci si lascerà alle spalle l'autoproclamazione settaria, il dogmatismo e lo scetticismo che ha portato diverse organizzazioni all'opportunismo.

Se noi rivoluzionari ci rendiamo conto della responsabilità che abbiamo e facciamo il massimo sforzo per unire le forze ed evitare nuove divisioni possiamo andare avanti. È possibile riuscirci se agiamo insieme per approfittare delle opportunità e della crisi che consuma le forze progressiste, la socialdemocrazia e i resti dello stalinismo, e impariamo ad essere uniti pur provenendo da esperienze diverse, con l'obiettivo di andare verso una nuova tradizione, ascoltando e imparando gli uni dagli altri. Se recuperiamo un sano centralismo democratico, dove il disaccordo non è motivo di rotture ma un contributo all'elaborazione collettiva, sarà possibile invertire la disgregazione.

In questo Congresso, la LIS ha incluso organizzazioni con le quali fino a poco tempo fa l'unità era impensabile. Avanziamo insieme alle forze dell'Opposizione Trotskista Internazionale e i dei vari componenti della Lega per la Quinta Internazionale, con il MAS del Portogallo e con compagni di diverse provenienze negli Stati Uniti, e un processo di avvicinamento al MRT dell'Ecuador. Non solo ci siamo uniti con organizzazioni e militanti di provenienza trotskista, ma anche con quadri e attivisti provenienti dalla crisi dei partiti comunisti in Africa, come avevamo già fatto in precedenza con i giovani in Libano.


UN'ORGANIZZAZIONE AUDACE E ALL'OFFENSIVA

Su proposta della direzione uscente, il Congresso ha votato all'unanimità un Comitato Esecutivo Internazionale più grande e rappresentativo della crescita che attraversa la LIS, e un gruppo di compagne e compagni che si occuperanno dei casi che attentano alla nostra morale proletaria e di partito.

Una commissione per avanzare nella costruzione fra i giovani in ciascuno dei nostri paesi. Commissioni per continuare nell'elaborazione e nella partecipazione alle lotte socio-ambientali e di genere. Un piano audace di formazione e propaganda, che comprende la realizzazione di campeggi giovanili in diversi continenti. Incontri periodici delle nostre forze in Europa e in altre regioni per agire uniti nei processi continentali.

Siamo convinti che le risoluzioni approvate e questa struttura organizzativa, insieme alle campagne e alle iniziative per rispondere adeguatamente alla realtà della lotta di classe, ci permetteranno di continuare ad avanzare nel prossimo periodo.

Alejandro Bodart
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