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Concorso docenti PNRR3: continua la presa in giro per i precari
26 Novembre 2025
Il terzo concorso scuola finanziato con fondi PNRR mette a disposizione 30.759 posti per la secondaria e 27.376 per infanzia e primaria, per un totale di 50.866 posti comuni e 7.269 sul sostegno. A fronte di 226 mila domande per 58 mila posti, solo un candidato su quattro otterrà il ruolo.
Un concorso che divide e umilia ancora una volta gli insegnanti.
La partecipazione, pur rilevante, è in calo rispetto ai precedenti concorsi banditi con fondi PNRR. Nel "PNRR 1" 372.804 domande per 44.654 posti e nel "PNRR 2" 239.100 domande per 19.022 posti.
La sproporzione tra ordini di scuola è evidente: infanzia e primaria: 27.376 posti, equivalenti a 1,6 candidati per posto, con un tasso di successo del 60,8%. Secondaria: 30.759 posti per 181.333 domande equivalenti a 5,9 candidati per posto, con un tasso di successo del 17,2%.
La maggior parte delle richieste arriva dalle regioni meridionali: in testa la Campania seguita da Sicilia, Calabria e Puglia.
Un precariato di massa che dura da decenni. Nel 2023/24 i docenti precari sono stati 234.472, di cui 62 mila tra i 45 e i 54 anni, mentre il personale ATA precario si è attestato su 53.457 lavoratori.
Non è possibile invecchiare da precari!
Da 25–30 anni i vari governi non hanno risolto la questione del precariato scolastico, ma anzi lo hanno aumentato per numero e tipologie.
I concorsi PNRR, tanto sbandierati, non risolvono il problema: l’immissione in ruolo non è garantita ma è condizionata, perché i docenti devono anche acquisire 60 CFU a pagamento, ad un costo di 2.500–3.000 euro per ottenere l’abilitazione con corsi organizzati e gestiti da università pubbliche e private.
Serve un’inversione di rotta!
Per affrontare seriamente l’emergenza del precariato sarebbe necessario: stabilizzare tutti i precari con almeno 3 anni di servizio; successivamente, assumere tramite concorso e valutazione titoli/servizi; eliminare i costosi percorsi abilitanti come condizione per il ruolo.
Le risorse ci sono: basta tagli alla scuola.
Finanziare stabilizzazioni, edilizia scolastica e aumenti salariali è possibile. Stop ai finanziamenti per l’industria militare! Patrimoniale del 10% sul 10% più ricco del Paese!
Consapevoli che solo un governo dei lavoratori potrà garantire la stabilizzazione di tutti i precari, agli scioperi del 28 novembre (USB, CUB, Cobas) e del 12 dicembre (CGIL) porteremo le seguenti rivendicazioni:
- Stabilizzazione di tutti i docenti e ATA con 36 mesi di servizio tramite percorso di formazione
- Creazione di una GAE per gli idonei dei concorsi straordinario 2020 e PNRR 1, 2 e 3
- GAE per tutti gli abilitati TFA sostegno
- Trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto
- Convocazioni in presenza presso gli UST con controllo sindacale
- Grande piano di lavori pubblici per la scuola: sicurezza, edilizia, deamiantizzazione (2.400 siti), adeguamento antisismico (80% delle strutture fuori norma)
- Aumento salariale di 400€ netti per tutti e con buoni pasto
- Mense gratuite
- No al blocco dei neoassunti; pensioni dignitose
- Pensionamento con 35 anni di lavoro o 60 anni di età; pensione pari all’ultimo salario
- Internalizzazione di educatori e personale dei servizi
- Presalario dalla scuola di infanzia all'università
- Patrimoniale del 10% sul 10% più ricco per finanziare stabilizzazioni, salari e opere pubbliche
Via il governo Meloni, via banche e Confindustria!
Potere ai lavoratori!








