Prima pagina

La violenza ha mandanti chiari: abbattiamo patriarcato e capitale!

21 Novembre 2025

Volantino di Femminist3 Rivoluzionari3 per la giornata contro la violenza sulle donne

22novembre


Nella giornata del 22 novembre a Roma, a scendere in piazza sarà il dissenso e la rabbia verso un sistema patriarcale e capitalista che ogni giorno si arroga il diritto di compiere violenza – fisica e psicologica – di genere. In Italia, il 31,5% delle donne, quasi sette milioni, ha subito nel corso della vita qualche violenza fisica o sessuale. Una su tre. Solo il 13% di queste violenze avviene per mano di estranei. Il 41,7% delle relazioni vengono interrotte proprio per episodi di violenza (fonte: ISTAT).

La violenza va a colpire donne che spesso reggono sulle proprie spalle l’intero peso della mancanza di servizi sociali, nella cura di bambini, anziani e malati, nello svolgimento del lavoro di cura. Donne che spesso non hanno un reddito che consenta loro di fuggire da un partner violento o da una famiglia abusante, ma anche donne di ogni età, classe o provenienza che, quando si trovano a voler interrompere una relazione o a decidere della propria vita davanti al maschio che ne rivendica la proprietà, sono contraccambiate con minacce, stalking, mobbing, percosse, molestie e, nel peggiore dei casi, con la morte, spesso provocata con sistemi crudeli, percosse, strangolamento, con armi da taglio o provocando ustioni tramite il fuoco o l’acido per sfigurare il volto, quasi a volerne cancellare l'identità.

Le donne e le soggettività queer che vivono quotidianamente l’oppressione sanno di non poter aspettarsi alcun rimedio, tutela o ascolto dal regime borghese. Sanno che la violenza non è l’eccezione ma la regola, sanno che il proprio oppressore ha le chiavi di casa e un sistema che lo tutela dietro le spalle: proprio per questo motivo il 78% delle vittime non denuncia.

Le donne e le soggettività oppresse vivono quotidianamente esperienze di umiliazione, svalorizzazione, intimidazione, privazione, controllo, limitazione della propria autodeterminazione e autonomia. Anche la violenza psicologica non va sottovalutata. Il risultato? Ad oggi sono 78 i femminicidi dall’inizio di quest’anno. 3 sono i suicidi indotti. 2 sono i suicidi indotti di ragazz3 trans. Una persona non binaria è stata portata al suicidio. Persone che non faranno più ritorno nelle loro case.

La violenza viene agevolata e acuita dal fatto che le donne e le soggettività oppresse spesso non hanno un’indipendenza economica e il sistema capitalista ed eterocispatriarcale si guarda bene dal dare loro la possibilità di raggiungerla: è più conveniente tenerle come comodo esercito industriale di riserva, da usare come leva contro le rivendicazioni salariali dell3 sfruttat3.

In Italia, il tasso di occupazione femminile è attualmente del 52,5%, di 17,9 punti inferiore a quello degli uomini. Per le madri in coppia il tasso di occupazione è al 57%, per i padri l’86%. Anche quando lavorano, le donne devono fare i conti con una retribuzione inferiore a parità di mansione, in media del 20% (fonte: Sole24ore), con punte del 40% in alcuni settori. Le persone queer e trans percepiscono in media il 32% in meno delle persone cis (fonte: Forbes).

Quale indipendenza, quale autonomia, quale tutela dalla violenza – presente in ogni aspetto della vita – può esistere in un sistema che non ti paga quanto un uomo quando svolgi un lavoro di riproduzione materiale e ti scarica addosso tutto il lavoro di riproduzione sociale?

Anche le donne e le soggettività migranti si trovano stritolate nello stesso sistema, che propina loro violenza in ogni tappa del percorso di emigrazione e spesso duplica e triplica la loro oppressione. I flussi migratori verso i paesi “ricchi” – alimentati da secoli di colonialismo prima, imperialismo poi – hanno fornito ai capitalisti l’eccezionale beneficio di disporre di manodopera a basso costo, di cui il 48% composto da donne spesso impiegate in lavori precari e malpagati, in particolare nel settore dell’assistenza e in quello agricolo.

Non siamo soggette solo alla violenza più becera e immediata di singoli maschilisti e transfobici, ma siamo il bersaglio anche di una violenza di Stato, esercitata da questo sistema criminale: il corpo delle donne e delle soggettività LGBTQIAP+ subisce violenza quando ad esse viene negato il diritto di decidere per sé stess3 e di gestire in autonomia la propria salute e vita sessuale e riproduttiva, limitando ad esempio l’accesso all’aborto, tagliando i programmi di ricerca e di screening per alcune malattie, l’accesso alla contraccezione, i percorsi di affermazione di genere.

Lo scopo della violenza – che è sempre sistemica, anche quando è agita da un singolo “mostro” – è evidente: privare le donne e le soggettività oppresse della propria autonomia decisionale, della propria libertà, della propria autodeterminazione, autodefinizione e volontà, per ridurle a mero strumento di produzione e riproduzione sociale, per ridurle all’obbedienza di sfruttatori e oppressori.

Nessun cambiamento culturale, di mentalità o di facciata può essere sufficiente ad arginare la violenza capitalista e patriarcale, strettamente intrecciate e interdipendenti: non è possibile chiedere al potere di riformare sé stesso e le sue strutture oppressive.

Solo un rovesciamento rivoluzionario della società e una riorganizzazione socialista della produzione può determinare la spinta necessaria a un’effettiva uguaglianza, verso una società in cui sarà possibile distruggere tutte le forme di organizzazione sociale che contribuiscono a perpetuare sfruttamento e oppressione, una società in cui si sia sradicata del tutto l’idea del padrone, in casa e sul luogo di lavoro!

La violenza si combatte con l’indipendenza economica: vogliamo condizioni di lavoro dignitose per tutt3!

- Abolizione di ogni forma di precarietà e flessibilità: ripristino dei diritti sindacali conquistati e perduti, abolizione delle leggi repressive
- Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: lavorare meno, ridistribuire il lavoro tra chi non ce l’ha e avere autonomia e tempo libero!
- Parità salariale effettiva: a uguale lavoro uguale salario, per tutt3;
- Salario di disoccupazione
- Lotta a ogni forma di schiavitù, al caporalato e alle molestie
- Riorganizzazione della produzione: abbattiamo il capitale e le sue stampelle!


La violenza si combatte con l’indipendenza riproduttiva: vogliamo stato sociale, servizi e salute!

- Auto-organizzazione e autodifesa militante proletaria, antimaschilista e antitransfobica contro la violenza di genere
- Socializzazione del lavoro di cura e domestico contro qualsiasi proposta di salario alle casalinghe o reddito di esistenza, non vogliamo essere confinate dentro quattro mura!
- Asili e strutture statali gratuite per bambini, anziani e persone bisognose di assistenza
- Un effettivo sostegno alla maternità e alla bigenitorialità, non slogan suprematisti!
- Percorsi di autodeterminazione tutelati, gratuiti e garantiti per le soggettività LGBTQIAP+
- Creazione di un percorso garantito per le vittime della violenza eterocispatriarcale, ma rifiuto della denuncia obbligatoria
- Allontanamento immediato dei partner violenti dalla casa familiare, patrocinio gratuito per le vittime di violenza e percorsi tutelati di uscita dalla violenza
- Abolizione di ogni finanziamento alla sanità privata, agli enti confessionali, a gruppi di pressione fondamentalista, razzista e maschilista
- Fuori religiosi e preti dagli ospedali, dai centri antiviolenza e dai consultori!
- Contro la concezione abilista e neurotipica del sistema di produzione capitalista! Per la difesa dei diritti e per la soddisfazione di tutte le esigenze delle persone disabili e neurodivergenti al di là di ogni stigma e discriminazione!



Aiutaci a costruire Femminist3 Rivoluzionari3 nella tua città!

Femminist3 Rivoluzionari3

CONDIVIDI

FONTE