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Palestina. La politica dei "due Stati" è un placebo avvelenato

24 Settembre 2025

Diversi paesi, l'ONU, l'UE hanno annunciato il riconoscimento della Palestina e la soluzione dei “due Stati”. Cosa implica questa decisione? Perché è stata presa? È la via per raggiungere una pace giusta e duratura? Cosa abbiamo da dire noi rivoluzionari?

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IL RICONOSCIMENTO DELLA PALESTINA E LA REAZIONE DI RIFIUTO DA PARTE DI ISRAELE

Il Regno Unito, il Canada, l'Australia e il Portogallo hanno annunciato il riconoscimento dello stato della Palestina, e lo stesso hanno fatto la Francia e altri paesi europei durante la riunione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il riconoscimento è dovuto all'aumento della pressione popolare in tutto il mondo, con proteste di massa, condanne da parte delle organizzazioni per i diritti umani e accuse di genocidio, sullo sfondo dalla crisi umanitaria a Gaza, dalla carestia, dagli sfollamenti e dai bombardamenti criminali.

È ciò che ha causato un logorio politico per i governi storicamente alleati di Israele, spingendoli a compiere gesti diplomatici e ad adottare misure che, sebbene parziali, sembravano impossibili prima d'ora.

Netanyahu e il suo governo hanno respinto i riconoscimenti definendoli un «premio al terrorismo». Hanno insistito sul fatto che «Israele deve mantenere il controllo totale della sicurezza su tutti i territori a ovest del fiume Giordano», compresa la Cisgiordania, e che non ci sarà uno Stato palestinese come proposto a livello internazionale.


MOLTIPLICARE LE AZIONI UNITARIE PER LA PALESTINA

La moltiplicazione delle azioni, degli scioperi e delle mobilitazioni unitarie per fermare il genocidio, la pulizia etnica, l'occupazione della Palestina e per esigere la rottura dei governi con Israele sono i principali compiti immediati dei rivoluzionari. È importante ance esigere la protezione della Global Sumud Flotilla nel suo viaggio verso Gaza per cercare di rompere l'embargo degli aiuti umanitari.

Tuttavia, poiché gli imperialisti intravedono che l'occupazione potrebbe trasformarsi in "occupazione totale" con l'offensiva sionista in corso, insistono nel mettere sul tavolo le loro proposte per il futuro della Palestina. Ciò rende indispensabile intervenire nel dibattito con proposte marxiste rivoluzionarie.


UNA PROPOSTA GIÀ APPLICATA E FALLITA

In linea con le dichiarazioni dell'Unione Europea e di alcuni dei suoi governi, i britannici giustificano la loro decisione come un passo per «salvare la possibilità di una soluzione a due Stati».

La soluzione dei “due Stati” era già stata applicata con gli Accordi di Oslo del 1993-1995, quando Yasser Arafat e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina firmarono con Israele il reciproco riconoscimento della loro esistenza. E qual è stato il risultato? Un autogoverno limitato dell'Autorità Palestinese sotto occupazione, mentre Israele manteneva il controllo militare, i confini, le risorse idriche e continuava l'espansione degli insediamenti.


LA RICONFERMA DEL RICONOSCIMENTO DELLO STATO GENOCIDA

La soluzione dei “due Stati” ribadisce anche l'esistenza dell'enclave coloniale, artificiale e gendarme dell'imperialismo contro i popoli arabi, imposta sotto forma di Stato di Israele nel 1948. La storia ha dimostrato che è impossibile per il popolo palestinese convivere con uno Stato genocida il cui obiettivo è quello di sterminarlo e appropriarsi dei suoi territori.


GLI IMPERIALISMI PROGETTANO UN FUTURO INGIUSTO E OPPRESSIVO

Inoltre, a quale Stato palestinese si riferiscono? Tutto indica che si tratti di una manciata di chilometri quadrati a Gaza e altri in Cisgiordania, separati gli uni dagli altri, dando per acquisite le nuove occupazioni dell'ultimo periodo. E quale potere avrebbe tale stato? Vogliono imporre un governo fantoccio, debole e controllato, che non abbia nulla a che vedere con la volontà dei palestinesi stessi.

L'imperialismo statunitense propone l'idea di uno Stato “transitorio” ridimensionato, smilitarizzato, con confini frammentati, senza pieno controllo dei propri territori, con autorità limitata all'Autorità Palestinese e sotto supervisione esterna. Trump vuole anche imporre il “business immobiliare” della riviera turistica di Gaza, da applicare per legittimare il controllo territoriale con insediamenti, colonie, appropriazioni di terra, espropriazioni immobiliari, espulsioni di popolazione e sfollamenti interni.

Al di là delle parole e dei cinici lamenti, tutte le proposte imperialiste puntano a un futuro ingiusto e oppressivo per ciò che resta della Palestina.


IL CONSOLIDAMENTO DI ISRAELE COME ENCLAVE COLONIALE

Un placebo distrae dalla causa reale della malattia e ritarda un intervento efficace, poiché non attacca l'origine del problema. È una metafora utile per esprimere il fatto che il “buon sapore in bocca” generato dal gusto del riconoscimento della Palestina si trasforma in veleno man mano che si digerisce la politica dei “due Stati” proposta dagli imperialismi e dai loro governi.

Tre decenni dopo la legittimazione degli accordi dei “due Stati”, è evidente che essi hanno concesso al sionismo il tempo necessario per approfondire la colonizzazione, rafforzare l'embargo a Gaza, portare avanti le annessioni de facto e procedere alla totale occupazione della Palestina. Si tratta di una politica che non mette in discussione la struttura del potere coloniale, né la logica razziale che sta alla base del progetto sionista nella sua forma più aggressiva, ma piuttosto le consolida. Tantomeno la una soluzione consiste nell'imporre uno Stato fondamentalista islamico reazionario, come tenta di fare Hamas.


I GOVERNI REGIONALI TENTENNANO

L'avanzata del progetto sionista non sarebbe stato possibile senza il sostegno degli imperialismi e senza la complicità dei governi, delle dittature e delle monarchie arabe che, con le loro capitolazioni e i loro accordi ingannevoli, hanno riconosciuto lo Stato di Israele e ne hanno normalizzato l'esistenza. La via d'uscita per la Palestina e la regione è indissolubilmente legata alla promozione della mobilitazione, delle azioni e degli scioperi dei lavoratori e dei popoli contro i loro governi traditori.

Le primavere arabe hanno fatto emergere due conclusioni: che è possibile ribellarsi per le necessità e grazie all'eroismo delle masse lavoratrici; e che, per trionfare, sono necessarie nuove direzioni coerenti e la costruzione di forti organizzazioni marxiste rivoluzionarie, sia a livello nazionale che internazionale.


PER UNA PALESTINA UNITA, LAICA, NON RAZZISTA, DEMOCRATICA E SOCIALISTA

L'unico modo per garantire l'esistenza di uno Stato palestinese e impedire lo sterminio del suo popolo è la sconfitta dello Stato sionista. Al di là delle condizioni imposte dal potente sionismo, è fondamentale non abbandonare la strategia di una Palestina unica, laica, non razzista, democratica e socialista.

Uno Stato unico democratico implicherebbe, tra le misure indispensabili, lo smantellamento delle strutture dell'apartheid, l'eliminazione degli insediamenti, la cancellazione delle leggi discriminatorie, la garanzia del ritorno dei rifugiati e la restituzione delle terre espropriate. Il fulcro di tali misure è il socialismo, come sistema che punta alla proprietà collettiva pubblica, al controllo democratico delle risorse, alla fine dello sfruttamento sia del capitale imperialista che di quello locale.

Una Palestina libera dal fiume al mare, in una regione in cui ci sia una pace giusta e duratura, con diritti democratici e sociali, può essere raggiunta solo con il trionfo della rivoluzione socialista in tutto il Medio Oriente.

Rubén Tzanoff

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