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Massiccia repressione poliziesca contro l'Internationalist Queer Pride
1 Agosto 2025
Oltre 20.000 persone hanno partecipato il 26 luglio all'Internationalist Queer, una manifestazione Pride internazionalista con un focus queer, antirazzista e antimperialista. Arbeiter:innenmacht e REVOLUTION hanno sfilato nello spezzone palestinese, perché la liberazione queer significa anche prendere chiaramente posizione contro l'occupazione, il colonialismo, il genocidio e la guerra imperialista.
In diversi punti la polizia ha attaccato il corteo con grande violenza, disperdendolo prima che raggiungesse il suo punto di arrivo. 57 persone sono state arrestate. Perché? Perché si erano schierate per una Palestina libera. Come al solito, la polizia ha reagito con estrema brutalità contro i manifestanti, come documentano ancora una volta numerosi video. Mentre la criminalizzazione della solidarietà con la Palestina è diventata un marchio di fabbrica della “democrazia” tedesca, i poliziotti, in linea con la Coalizione, a livello cittadino e federale, prendono a calci e pugni persone indifese, già a terra.
Nulla di nuovo, soprattutto per le strade di Berlino: tuttavia gli avvenimenti dimostrano che il “capitalismo arcobaleno” non è un'opzione per noi. Mentre aumentano gli attacchi contro le persone LGBTIAQ, il Bundestag ritira rapidamente la bandiera arcobaleno e continua a inviare armi a Israele. Le lotte per la liberazione queer sono indissolubilmente legate a quelle contro il razzismo, il capitalismo e la violenza imperialista. Per questo la nostra risposta rimane: resistenza, solidarietà e lotta di classe!
Appello per uno spezzone palestinese all'Internationalist Queer Pride 2025 - Berlino
La liberazione queer è fondamentalmente legata al sogno della liberazione palestinese: autodeterminazione, dignità e fine dell'occupazione e di ogni sistema di oppressione. Sappiamo che la lotta contro il patriarcato, l'oppressione di genere e sessuale è intrecciata con la lotta contro l'imperialismo, il capitalismo, l'occupazione, il colonialismo e l'apartheid.
Una queerness al servizio dell'impero non è liberazione e un pride che tace di fronte al genocidio, alla fame e all'occupazione non è orgoglio, è complicità intrisa di pinkwashing. Mentre lo Stato tedesco, il suo apparato repressivo e i suoi alleati criminalizzano, vietano, perseguitano o molestano qualsiasi voce contraria al genocidio e allo stesso tempo sventolano arcobaleni sui poliziotti in assetto antisommossa, noi rifiutiamo di partecipare a questo spettacolo immondo. Perché la queerness non è un marchio. Non è una strategia militare. Non è una bandiera per l'impero.
La queerness è rifiuto. È resistenza. È sempre legata alla lotta per la liberazione collettiva, non come accessorio, ma come fronte attivo. La queerness, quando resiste alla cooptazione, è alleata di tutte le persone che lottano per vivere, non solo per sopravvivere, ma per
essere libere. Libere dalle gabbie. Libere dall'oppressione di classe. Libere dai confini. Libere dai sistemi che ci dividono, ci mettono l'uno contro l'altro e offrono un posto al tavolo in cambio della complicità.
Lottiamo con tutt* coloro la cui sopravvivenza è resa illegale. Con le lavoratrici e i lavoratori del sesso, con le persone senza documenti, con i prigionieri, con le persone che resistono all'occupazione, con i compagni disabili, con i giovani trans sotto attacco, con ogni singola persona che il capitalismo ha scartato e con ogni movimento che l'imperialismo ha cercato di cooptare.
Non c'è pride nel pinkwashing. Non c'è orgoglio nell'apartheid. Non c'è orgoglio nei confini. Non c'è orgoglio nell'imperialismo. Stonewall è stata un'intifada. Unitevi a noi nello spezzone Palestina all'IQP 2025 per dire forte e chiaro che fino alla liberazione totale della Palestina e di tutt* noi, ci organizzeremo, resisteremo e combatteremo perché c'è solo una soluzione: Intifada Revolution!