Dalle sezioni del PCL
A trent’ anni dalla morte di Peppino Impastato una vita nelle lotte senza compromessi
7 Maggio 2008
Il 9 maggio del 1978 moriva ucciso dalla mafia e dai poteri forti Peppino Impastato :
un comunista che fino alla morte non ha mai tradito la volontà di opporsi al potere che domina ancora oggi la sua terra. Con forza la sua figura deve essere ricordata oggi, quando il tracollo della sinistra di governo ha cancellato certezze nei lavoratori , punti di riferimento e volontà di opporsi.
''Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore, ma la tua vita adesso puoi cambiare...''dicevano i Modena City Ramblers,nella canzone ''I Cento Passi'' a lui dedicata e queste parole a trent'anni dalla tragica morte di Peppino, ci pongono davanti a delle tristi ma doverose necessarie riflessione sul ruolo della mafia oggi. La mafia è un sistema che ben si adatta a qualsiasi tipo di contesto sociale,
ora entrando nelle istituzioni come in un sistema statalista, ora condizionando la libera circolazione delle merci in un sistema liberale. Andando ad analizzare i rapporti fra potere mafioso e potere politico dobbiamo constatare alcune differenze di fondo fra come sono strutturati ora questi rapporti e com'era strutturati circa un trentennio fa. Nel 1978 la mafia utilizzava i grandi partiti di potere, prima la Dc e poi il PSI, per far subentrare al loro interno i suoi esponenti. Ai giorni d'oggi la situazione è radicalmente diversa e il potere mafioso tende a porsi come un potere parallelo a quello statale. La mafia tende ad assorbire i poteri stessi dello Stato,in Sicilia la mafia è lo Stato e lo Stato per governare ha bisogno del consenso della mafia.
Questa subordinazione dello Stato alla mafia è accompagnata da gravissime conseguenze socio-culturali.
Si è fatta largo l'idea che bisogna convivere con la mafia e non combatterla, che bisogna utilizzarla, trarne gli utili, perchè in fondo non è così cattiva, ma mai contrastarla.
E’ in questo contesto che gente come Marcello Dell'Utri e Salvatore Cuffaro si sono potuti ricandidare nelle rispettive liste del Pdl e dell'UDC. In questo contesto un criminale come Vittorio Mangano definito da Paolo Borsellino il collegamento fra l'imprenditoria milanese e la mafia siciliana (nelle indagini è stato imputato anche l'attuale premier Silvio Berlusconi) diventa un eroe. E’ in questo contesto che il potere di pochi intoccabili mette sotto i piedi la dignità di molti.
La mafia si combatte parlando alla coscienza delle persone, si combatte con il coraggio di chi vuole vivere la propia vita mostrando il pugno chiuso a un fucile puntato contro.
''Ma la tua vita adesso puoi cambiare, solo se sei disposto a camminare, da queste parole ora noi dobbiamo ripartire,dobbiamo ricominciare a lottare con le stesse idee e lo stesso coraggio di Peppino.”
Dobbiamo ripartire con una sinistra di opposizione che non tradisca gli interessi dei lavoratori
per riprenderci gli spazi che ci hanno tolto tutti quelli che si sono svenduti nella logica di governo
agli interessi dei poteri forti.
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Peppino Impastato nasce a Cinisi - PA il 5 gennaio 1948 da una famiglia legata alla mafia. Rotti i rapporti con il padre che lo caccia di casa,inizia un'intensa attività politico-culturale antimafiosa. Fonda nel 1965 il giornalino ''L' Idea Socialista'' e aderisce
al Partito Socialista di Unità Proletaria. Nel 1965 dirige le attività dei gruppi di Nuova Sinistra e conduce le lotte dei contadini espropriati delle loro terre nelle zone di Palermo, per la costruzione della terza pista dell'aeroporto. Fonda nel 1975 il gruppo musica e cultura e nel 1975 fonda Radio Aut, radio auto finanziata,con la quale denuncia i crimini commessi dal capomafia locale Tano Badalamenti. Molto seguito era il programma Onda Pazza tramite il quale mette in ridicolo politici e mafiosi del luogo.
Nel 1978 si candida alle elezioni comunali nelle liste di Democrazia Proletaria, ma nella notte del 8 e 9 maggio 1978,nel corso della campagna elettorale, viene assassinato con una carica di tritolo sotto il corpo disteso sui binari di una ferrovia. Nelle elezioni comunali,gli elettori di Cinisi votarono il suo nome,riuscendo simbolicamente ad eleggerlo al Consiglio comunale. Inizialmente viene chiusa l'inchiesta giudiziaria affermando che si trattava di un' attentato terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima. Solo grazie all'attività del fratello Giovanni,della madre Felicia Barlotta ,che aveva da tempo pubblicamente rotto con la parentela mafiosa e dei Compagni di militanza del Centro siciliano di documentazione di Palermo che viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolte e delle denunce presentate,viene riaperta l'inchiesta giudiziaria che porterà molti anni dopo alla condanna all'ergastolo del boss Tano Badalamenti.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI DI PISA E LIVORNO