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Argentina. Udienza pubblica al Congresso Nazionale. Per l'assoluzione di Alejandro Bodart

25 Giugno 2025
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In vista di una nuova seduta del tribunale per l'appello presentato contro la sentenza che intende condannare Alejandro Bodart per aver espresso solidarietà alla causa palestinese e denunciato il genocidio in corso perpetrato dallo Stato di Israele, lunedì 23 si è tenuta un'udienza pubblica presso il Congresso Nazionale. Tra gli altri, hanno partecipato gli avvocati difensori di Bodart, María del Carmen Verdú e Ismael Jalil, insieme a deputati nazionali, organizzazioni per i diritti umani, organizzazioni sociali, politiche, ambientali, rappresentanti della comunità araba ed ebraica.

Durante l'udienza Bodart ha dichiarato: «Tre anni fa ho pubblicato sulle mie pagine social una denuncia contro lo Stato di Israele, accusandolo di razzismo e genocidio, ed ho espresso la mia solidarietà al popolo palestinese. Denunciare la barbarie ha portato a una denuncia da parte della DAIA [Delegazione delle Associazioni Israeliane in Argentina], che mi ha assurdamente accusato di antisemitismo. Accusa dalla quale sono stato assolto in due gradi di giudizio, considerando che le mie espressioni erano tutelate dal diritto alla libertà di espressione. Tuttavia, la giustizia argentina ha dato un'ulteriore dimostrazione di servilismo nei confronti del potere in carica. I giudici Ignacio Mahiques e Jorge Atilio Franza hanno tentato nuovamente di condannarmi, e nell'udienza di giovedì abbiamo presentato ricorso contro questa decisione antidemocratica. Il Tribunale Internazionale dell'Aia, la Corte Penale Internazionale, la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, innumerevoli organizzazioni per i diritti umani, settori democratici, persino Papa Francesco, hanno condannato tali crimini di Israele contro l'umanità. Benjamin Netanyahu è un criminale di guerra ricercato, ma loro vogliono mettere a tacere me per aver detto la verità in solidarietà con il popolo palestinese. Non ci riusciranno, perché siamo in tanti a non tacere di fronte a questa barbarie».

Bodart ha aggiunto: «Trovo assolutamente ingiusto che si cerchi di condannarmi, in quello che vedo come un chiaro tentativo di mettere a tacere chi denuncia il genocidio contro il popolo palestinese. Sono convinto che mettere in discussione le politiche di uno Stato non debba essere confuso con un atto di discriminazione nei confronti della sua popolazione. Non rinuncerò mai al mio impegno per la causa palestinese. Insieme ai miei avvocati, María del Carmen Verdú e Ismael Jalil, ricorreremo contro questa sentenza in tutte le istanze necessarie, chiedendo la mia assoluzione totale. La difesa dei diritti umani e della libertà di espressione non può essere criminalizzata. Questo processo non riguarda solo me, ma costituisce un pericoloso precedente per tutte le persone che lottano per la giustizia e la verità».



26 giugno. Mobilitazione al tribunale. Assoluzione per Alejandro Bodart.

Giovedì 26 giugno, a partire dalle ore 10:00, si terrà una manifestazione di solidarietà con Alejandro Bodart, leader politico e segretario generale del Movimiento Socialista de los Trabajadores (MST) nel FIT-U e coordinatore della Lega Internazionale Socialista, perseguitato per aver denunciato il genocidio perpetrato dallo Stato di Israele contro il popolo palestinese.

La mobilitazione partirà dall'incrocio tra Avenida Libertad e Avenida Marcelo Torcuato de Alvear a Buenos Aires, e arriverà fino alle porte della Sala III della Camera Penale, dove Bodart dovrà affrontare un nuovo processo. In vista di questo appuntamento giudiziario, lunedì si è tenuta un'importante udienza pubblica al Congresso, dove un ampio settore di organizzazioni e leader ha espresso il proprio sostegno ad Alejandro Bodart.

Questo caso rappresenta una grave violazione della libertà di espressione e un tentativo di mettere a tacere le voci che denunciano il massacro, l'infanticidio e l'apartheid che lo Stato sionista di Israele perpetra quotidianamente contro il popolo palestinese.

Bodart era già stato assolto, ma a seguito dell'appello della DAIA, una giustizia complice insiste nel mantenere aperto il processo giudiziario, e cerca di condannare Bodart. Questo giovedì le bandiere di sostegno al popolo palestinese torneranno a sventolare nuovamente, e grideremo a gran voce che denunciare un genocidio non è un reato, chiedendo l'assoluzione di Bodart.

Vi invitiamo a unirvi alla mobilitazione e ad affiancarvi a noi nella richiesta di assoluzione, per il diritto di parola ed espressione senza alcuna censura.

Periodismo de Izquierda - MST
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