Interventi

Argentina. Sentenza contro Kirchner e marcia del PJ. Altro grave errore di PTS e PO

26 Luglio 2025
argentinacristina


Cristina Kirchener, ex presidente argentina, è stata condannata lo scorso mese in via definitiva a sei anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, nonché al decadimento dai diritti politici. Al di là della condanna in seguito all’accusa di corruzione, resta il fatto che la sentenza tende a eliminare dalla scena la più importante leader dell’opposizione “istituzionale”. Le organizzazioni del FIT-Unidad si sono schierate contro la sentenza, ma alcune di esse (Partido Obrero e Partido de los Trabajadores Socialistas) hanno seguito una linea di totale appiattimento rispetto alle esigenze istituzionali e di propaganda del Partito Giustizialista. Un articolo dei compagni del MST che sottolinea la criticità della questione.



La sentenza della Corte Suprema su Cristina Kirchner ha aperto una rilevante polemica nella sinistra, e in particolare all'interno del FIT-U (Frente de Izquierda y de los Trabajadores - Unidad).
A partire dalla condivisione del rigetto della sentenza della Corte che vieta a Kirchner di potersi candidare, si sono espresse fin dal primo momento linee politiche diverse, che si sono esplicitate in occasione della marcia del Partito Giustizialista tenutasi mercoledì 18 giugno. Ovvero la linea del nostro partito [MST] che, partendo dal rifiuto della sentenza in tutti i suoi aspetti, ha promosso una politica indipendente e collocata su un percorso in linea con la strategia rivoluzionaria. E quelle del PO (Partido Obrero) e del PTS (Partido de los Trabajadores Socialistas), che al di là dei botta e risposta, coincidono in una posizione opportunistica che cede alla politica del peronismo. E che ha avuto il suo culmine nell'adesione a una manifestazione alla quale noi non abbiamo partecipato, e che, come avevamo avvertito, era una classica azione del Partito Giustizialista [peronista] che non ha avuto nulla di progressivo.

Purtroppo il PO e il PTS hanno commesso un grave errore mettendo in campo una politica e un orientamento che hanno finito per favorire la ricomposizione del peronismo. Hanno impedito, ancora una volta, al FIT-Unidad di assumere una posizione corretta e di candidarsi come alternativa di fronte alla crisi aperta.


ELETTORALISMO DEL PTS, PIROETTE DEL PO

Fin dal giorno della sentenza della Corte, il PTS ha sviluppato una posizione e un orientamento di stampo elettoralistico, impostando la sua politica e il suo intervento solamente sulla contestazione della sentenza. Fin dall'inizio, e quasi senza citare la corruzione capitalista come dato strutturale di tutti i governi, il PTS ha cercato di agire come se fosse l'avvocato di Cristina Kirchner e sempre senza promuovere un programma transitorio, che non si limiti a rifiutare l'interdizione (cioè la condanna di Kirchener) ma che si articoli con le rivendicazioni e le necessità dei lavoratori e del popolo, proponendo al contempo una prospettiva sul tema della corruzione, fortemente radicato nelle masse, e alla giustizia di classe. Il PTS propaganda lo sciopero generale, ma centrato solo sul problema dell'interdizione di Cristina Kirchner.

Il PTS ha partecipato alla riunione del PJ (Partito Giustizialista) in preparazione della marcia del 18 giugno, criticando il fatto che fosse stata convocata a sostegno di Cristina Kirchner, ma in quella sede ha proposto solo “una lotta unitaria e coerente contro l'interdizione”.

La cornice delle loro posizioni è caratterizzata da gesti elettoralisti e sforzi per ingraziarsi i settori vicini al kirchnerismo. Per questo sottolineano con enfasi che la loro posizione “ha avuto un grande impatto sui social network della sinistra con nuovi record di portata, interazioni e follower”... Per questo motivo, una volta comunicato il rifiuto della sentenza con una delegazione congiunta di rappresentanti del FIT-U nella sede del PJ, hanno deciso di incontrare separatamente, da soli, Cristina Kirchner, senza alcun tipo di comunicazione agli altri membri del FIT-U. Sottolineano che sono stati “acclamati dalla maggior parte dei manifestanti e che le successive dichiarazioni alla stampa hanno avuto un enorme impatto”. Con l'illusione di guadagnare voti tra la loro base elettorale, finiscono per dare spazio al kirchnerismo, che utilizza questa situazione per riorganizzarsi in seguito alla grave crisi che sta attraversando dopo le varie delusioni. In questo modo il PTS indebolisce oggettivamente la costruzione del FIT-U come alternativa.

Da tempo il PTS sta approfondendo una linea di cedimento alle pressioni dell'istituzione parlamentare, ruotando attorno alle esigenze dei seggi che occupa. Si tratta di un problema delicato, poiché esistono numerosi esempi nella storia delle correnti della sinistra di classe che hanno iniziato con il subire pressioni per via del parlamentarismo e hanno finito per adattarsi al regime borghese.

In concreto, la posizione del PTS di fronte a questo processo lo ha portato a promuovere e partecipare all'iniziativa del PJ, uno dei pilastri del regime.

Il Partido Obrero, invece, è passato dal silenzio iniziale e dalla critica al PTS per la sua “solidarietà politica con il peronismo” e per la lotta “solo contro l'interdizione” a una posizione opportunistica simile, attraverso una delle sue solite inversioni di rotta (1).

Inizialmente, il suo leader Gabriel Solano ha dichiarato in un tweet: “Preferisco il MALE MINORE di una persona che ha commesso atti di corruzione che si presenta alle elezioni al MALE MAGGIORE di avanzare verso un regime di persecuzione e proscrizione nelle mani di forze politiche che hanno commesso atti di corruzione altrettanto gravi o più gravi”.

In seguito, il PO ha deciso anch'esso di partecipare alla marcia del PJ contro “...la sentenza di interdizione, rivendicando la libertà di Cristina Fernández de Kirchner e il diritto di candidarsi alle elezioni”. Con ciò hanno sostenuto un'azione del Partito Giustizialista, un partito che non ha mosso un dito contro il grave attacco subito dal Polo Obrero con la criminalizzazione da parte del governo nei confronti dell'autorganizzazione indipendente dei quartieri popolari e della sinistra.


UN AIUTO ALLA RICOMPOSIZIONE DEL PARTITO GIUSTIZIALISTA

Abbiamo avuto dibattiti di lunga data con PO e PTS sulle tattiche di unità d'azione e sul fronte unico. La loro linea ha oscillato tra settarismo e opportunismo – due facce della stessa medaglia – nei confronti delle diverse mobilitazioni del peronismo e/o della burocrazia sindacale.

Il PO e il PTS lasciano da parte le tre raccomandazioni fondamentali di Trotsky: che il programma sia corretto, che rafforzi il movimento di massa e che garantisca l'indipendenza politica e organizzativa del partito rivoluzionario (2).

Fin dall'inizio abbiamo ritenuto scorretto sostenere il corteo kirchnerista, che aveva con un programma chiaramente a favore della leader del PJ. Il suo unico slogan era “Argentina con Cristina”. Tra le rivendicazioni non c'era nemmeno la sua liberazione, poiché la strategia dei peronisti si è limitata a negoziare le condizioni di detenzione. E, sebbene il corteo si sia trasformato in Plaza de Mayo, non è cambiato il suo carattere di stampella politica all'ex presidente e al PJ. In tutte le iniziative di sostegno e pubblicizzazione della manifestazione, sia il PJ che i suoi alleati e i leader sindacali e sociali ad esso vicini hanno apertamente invitato a sostenere Cristina Kirchner.

E i fatti sono stati incontrovertibili. Si è trattato di una classica iniziativa del PJ, nella sua liturgia e nel suo contenuto. Molto lontana dal “nuovo 17 ottobre” propagandato dai suoi organizzatori. C'è stato un predominio assoluto dell'apparato peronista, e un palco dove ha sfilato una pletora di vecchi esponenti del PJ come Aníbal Fernández, Berni, Massa, Kicillof, sindaci e altri leader. La manifestazione è avvenuta senza la CGT [sindacato vicino al peronismo] e con scarsa partecipazione dei vertici sindacali, né vi è stato uno sciopero. Kirchner, nel suo discorso videoregistrato trasmesso, ha rivendicato i suoi governi e il peronismo, senza menzionare una sola lotta in corso, senza invitare alla resistenza nemmeno contro la sentenza della Corte, ma facendo appello alla “non violenza”. Una piazza senza grinta, dove risuonava esclusivamente il “vamos a volver” ("torneremo").
In realtà, grazie a questo evento, nella congiuntura attuale e al di là della sua crisi storica e strutturale, il peronismo è uscito rafforzato, e ha compiuto un passo importante nella sua ripresa, ponendosi come alternativa a Milei e restituendo la centralità della scena politica a Cristina Kirchner. E purtroppo una parte della sinistra di classe ha collaborato e contribuito con le sue bandiere alla convocazione e alla partecipazione a questa manifestazione, fornendo spunti alla stampa e allo stesso peronismo per seminare confusione. In questo modo ha indebolito la possibilità che il Frente de Izquierda possa rivendicare una sua politica indipendente. È comprensibile che a una tale manifestazione abbiano deciso di partecipare i militanti dell'area peronista. Ciò che è inaccettabile è che una parte della sinistra di classe abbia contribuito alla ripresa del PJ.


CAMBIARE IL CONTENUTO?

Pur essendo così evidenti le caratteristiche di questa iniziativa peronista, sia il PO che il PTS hanno finito per prendere la stessa posizione nel promuovere questo corteo e nel propagandarlo in tutte le loro iniziative di intervento, al di là delle loro capriole e delle loro analisi confuse. Lo hanno fatto ricorrendo alla vecchia astuzia del partecipare all'azione a sostegno di Kirchner, ma pretendendo di “cambiarne il contenuto” con qualche ritocco cosmetico. Il PO lo ha fatto contrabbandando il programma. Il PTS, in aggiunta, ha fatto appello a uno spezzone “indipendente”, su cui hanno finito per confluire.

Il Partido Obrero ha giustificato il suo sostegno alla manifestazione dicendo che marciava “per un piano di lotta fino allo sciopero generale per sconfiggere Milei e l'offensiva capitalista contro i lavoratori, per la difesa dei salari, dei posti di lavoro, delle pensioni, della sanità e dell'istruzione pubblica. Con queste rivendicazioni saremo presenti...”. Ma nessuno di questi punti era presente nella piattaforma di convocazione di questo corteo. E il PO ha finito per marciare guidato da una grande bandiera che criticava solo l'interdizione di Kirchner. Nel suo bilancio della manifestazione, il PO conferma il suo errore affermando che “sconfiggere l'interdizione ora è fondamentale per affrontare complessivamente gli attacchi economici”. Questa politica non è nuova. Il PO ha una lunga tradizione di adattamento a iniziative politiche sbagliate, con l'utopico proposito di cambiarne il contenuto partecipando “con le proprie bandiere” (3).

Il PTS ha riconosciuto che: “Purtroppo, la convocazione definita dal PJ, "Argentina con Cristina", implica un'adesione politica alla politica dell'ex presidente... né viene annunciato un serio piano di lotta”.

Però subito dopo, il PTS ha invitato a marciare: “Il XX Congresso del PTS ha deciso all'unanimità di esplorare la possibilità di formare uno spezzone indipendente nel corteo contro l'interdizione” (4).

Alla fine PO e PTS, attraverso la formula dello "spezzone indipendente", hanno entrambi marciato verso Plaza de Mayo per partecipare alla manifestazione del PJ. Anche Izquierda Socialista (IS), che aveva criticato il carattere della manifestazione, si è unita con un voltafaccia dell'ultimo momento. Nonostante avesse dichiarato di non partecipare, insieme ad altre forze ha promosso la convocazione attraverso Ademys (un'associazione degli insegnanti di Buenos Aires) e in altri ambiti in cui interviene.

Queste organizzazioni hanno dichiarato: “dovrebbe essere l'inizio di una grande lotta”, ma non è stato così. Non c'era alcun contenuto su cui poter intervenire o da poter modificare. È stata una manifestazione strettamente identificata con il Partito Giustizialista, e lo spezzone “indipendente”, oltre ad essere molto piccolo e privo di delegazioni rappresentative, ha finito per sciogliersi all'interno del corteo.
Purtroppo, però, PO, PTS e IS, con le loro bandiere, hanno fatto sì che diversi media parlassero del fatto che la sinistra di classe faceva parte del movimento peronista. Un pessimo servizio alla necessità di rafforzare un'alternativa di indipendenza politica.

Riteniamo che sia stato un grave errore, contrario alle esigenze dei lavoratori, aderire a un corteo di sostegno politico al PJ. Un partito che non propone nemmeno una lotta seria per sconfiggere la sentenza stessa. Esponenti come Wado de Pedro, fedele sostenitore di La Campora [organizzazione dell'area sinistra del peronismo], hanno chiarito che per “il prossimo governo, la prima condizione (sarà): Cristina libera”. Oppure Bianco, braccio destro di Kicillof, che chiede la grazia da parte del “prossimo governo”. Lo stesso Máximo Kirchner [figlio di Cristina Kirchner e dirigente del PJ], in una manifestazione del 20 giugno, ha invocato come soluzione la vittoria elettorale per... il 2027!

È del tutto evidente che il PTS e il PO, purtroppo, invece di rafforzare il FIT-U affinché a fronte a una crisi così grave sia un'alternativa politica indipendente, hanno scelto di indebolire questa possibilità, contribuendo alla confusione dei militanti e alimentando un corteo convocato, diretto e funzionale al PJ.

Un paragrafo a parte merita il Nuevo MAS, che ha compiuto un ulteriore passo avanti nella sua decomposizione politica e si è integrato completamente nella manifestazione, sostenendo che trasformandosi in “una marcia verso Plaza de Mayo... ha cambiato il suo carattere”. Senza il minimo scrupolo, “Manuela Castañeira [la principale figura pubblica del Nuevo MAS] si è recata nel settore dietro le transenne in Plaza de Mayo dove si trovavano i rappresentanti del peronismo...”. E ha passeggiato sorridente sul palco peronista, mentre si cantava “vamos a volver” (5).


SETTARISMO E OPPORTUNISMO: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Ancora una volta si dimostra che settarismo e opportunismo vanno di pari passo. Entrambe le forze del FIT-U (PO e PTS) hanno voltato le spalle con una politica divisiva alla storica marcia unitaria delle organizzazioni per i diritti umani del 24 marzo [Giorno della memoria per la verità e la giustizia, nel quale si commemorano ogni anno le vittime della dittatura argentina degli anni '70-'80], una delle azioni di massa più importanti contro Milei, la sua politica di austerità e il suo regime autoritario. Lo hanno fatto con l'argomento, totalmente in contrasto con la realtà, che non si poteva marciare insieme perché ciò “significava seguire il peronismo”. Non solo hanno voltato le spalle a quella mobilitazione storica, indipendente, con un programma corretto e chiaramente contro Milei e la politica del PJ (6). Ma hanno anche rinunciato a lottare come sinistra rivoluzionaria a fronte della crisi del PJ, e a candidare il FIT-U come alternativa.

Dopo il settarismo mostrato il 24 marzo, ripetono la stessa concezione sbagliata, ma questa volta cadendo nell'opportunismo. Hanno risposto unilateralmente, concentrandosi solo sulla questione dell'interdizione e non proponendo un piano di lotta e di mobilitazioni che partisse dall'insieme delle esigenze reali dei lavoratori, del popolo e dei giovani. E hanno partecipato a una manifestazione questa volta convocata dal PJ, a sostegno del suo principale dirigente, funzionale alla sua strategia elettorale. Un grave errore politico. Perché noi che respingiamo la sentenza della Corte e chiediamo la libertà di Kirchner possiamo farlo senza alcun bisogno di essere funzionali agli obiettivi politici sbagliati del PJ, che sono chiaramente diversi da quelli della sinistra anticapitalista e comunista.


UNA POLITICA DI PRINCIPIO

Come MST abbiamo formulato fin dall'inizio una serie di rivendicazioni transitorie, per rispondere in modo completo, come sinistra rivoluzionaria, alle esigenze e alle preoccupazioni del movimento di massa, all'interdizione giudiziaria contro Kirchner ma anche all'evidente fenomeno della corruzione presente in tutti i governi, affrontando la questione di una giustizia e dei partiti tradizionali che vengono sempre più contestati. Rivendicazioni che indicano una soluzione per contendere l'egemonia sulla coscienza delle masse alle campagne reazionarie del governo di Milei e ai vari partiti borghesi, compreso lo stesso Partito Giustizialista.

- Partiamo dal rifiuto della sentenza contro Kirchner, perché non riconosciamo alcuna autorità morale o politica a questa Corte e a tutto questo sistema giudiziario, che interviene con due pesi e due misure al servizio della borghesia e dei governi in carica. Per questo motivo contestiamo tutte le conseguenze di una tale sentenza, in particolare la messa al bando di Cristina Kirchner.

- Allo stesso tempo diamo risposta anche all'evidente corruzione, che è un fenomeno strutturale, e che si è manifestato in tutti i governi, compresi quelli di Cristina Kirchner, di Macri e di Milei. Proponiamo un'indagine che non può essere affidata a questa giustizia, ma deve essere indipendente. In questo senso proponiamo una Commissione Investigativa Indipendente, simile alla CONADEP [Commissione Nazionale sulla Scomparsa delle Persone, che indagò negli anni '80 sui desaparecidos e sulle vittime della dittatura argentina], per rispondere al diritto del popolo di conoscere tutta la verità su tutti i fatti di corruzione. Questa commissione deve avere ampi poteri per indagare su tutti i governi, senza immunità né impunità per nessuno, e deve avere il potere di sequestrare beni e incarcerare i corrotti. Deve essere una commissione composta da rappresentanti delle associazioni per i diritti umani, dei lavoratori e sociali, eletti democraticamente, e non con accordi tra i partiti del sistema.

- Riteniamo che questa misura si inserisca nel contesto di un attacco qualitativamente superiore ai diritti sociali dei lavoratori e di un regime autoritario al servizio dell'imposizione di tali misure, a differenza dei peronisti del Partito Giustizialista che ritiengono che solo ora, con la sentenza contro Kirchner, Milei stia attaccando i diritti democratici. E riteniamo che sia necessario uno sciopero generale e un programma di lotta serio per sconfiggere Milei e il suo piano di austerità economica e repressione, avallato dalla giustizia e non affrontato né dal PJ né dalla CGT.

- Proponiamo, come parte di una riforma politica di fondo, l'elezione di giudici e pubblici ministeri tramite voto popolare, mandati limitati e revocabili, e stipendi equivalenti a quelli di un lavoratore statale.


PERCHÉ PTS E PO NON LOTTANO PER UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA INDIPENDENTE?

Purtroppo, né il PO né il PTS sostengono questo programma di transizione. Né PO né PTS rispondono alle preoccupazioni fondamentali dei lavoratori e del popolo, stanchi di tutti i partiti tradizionali, compreso il PJ, perché li hanno affamati e delusi. I lavoratori e i settori popolari sono consapevoli del fatto che esiste corruzione da parte dello Stato attraverso i diversi governi, fino a quello attuale, e che è necessaria una risposta da sinistra. È sbagliato lasciare su questo terreno la soluzione in mano alla destra. Ma PO e PTS si sono esplicitamente rifiutati di sollevare la proposta di una commissione d'inchiesta indipendente. Il PTS ha minimizzato totalmente la corruzione strutturale, il PO ha negato qualsiasi politica di transizione che risponda da sinistra a questo grave problema del sistema capitalista presente in tutti i governi borghesi. PTS e PO si sono rifiutati di inserire queste misure in un progetto parlamentare del FIT-U, progetto che entrambi i partiti hanno circoscritto esclusivamente alla condanna della sentenza di interdizione, e hanno fatto lo stesso in altri ambiti di intervento ogni volta che abbiamo sollevato la questione.

Per noi questa polemica è molto importante, perché di fronte a questo cambiamento di scenario è importante che la sinistra sia in grado di proporsi come alternativa e non si collochi dalla parte sbagliata. È importante per impedire che i peronisti del PJ non riemergano come una falsa alternativa all'estrema destra.

Nelle stesse ore del corteo peronista, il MST, insieme ad altre organizzazioni politiche e sociali, era dove doveva essere: all'ospedale Garrahan, i cui lavoratori si stringevano in difesa della struttura come parte del loro piano di lotta, e con i pensionati in Plaza Congreso che resistono e sono un punto di riferimento per chi lotta.

Invitiamo i compagni del PO e del PTS a riflettere e a correggere la loro rotta, affinché il Frente de Izquierda - Unidad, che finora non è stato in grado a causa di queste divergenze, promuova una proposta indipendente per affrontare una crisi della portata odierna.
Proponiamo la sinistra (FIT-U) come unica soluzione contro questo modello capitalista in tutte le sue varianti, contro la corruzione, la repressione e l'austerità senza fine.



1) Trotsky, La tattica del fronte unico (1922)

2) https://prensaobrera.com/politicas/de-que-lado-esta-el-pts

3) Questo è un comportamento storico del PO fin dai tempi della leadership di Altamira. È famosa la sua partecipazione alla marcia per la visita del Papa nel 1982, che era andato a negoziare la pace per la resa delle Malvinas. Così come la sua partecipazione alla marcia reazionaria che chiedeva il pugno di ferro securitario, convocata da Juan Carlos Blumberg nel 2004. L'ultimo episodio di tentativo di “cambiare il contenuto” delle manifestazioni altrui è stato il corteo della CGT del 2024, con un programma filopadronale, in contrapposizione a una manifestazione della sinistra di classe e del sindacalismo combattivo in Plaza de Mayo.

4) https://www.laizquierdadiario.com/Congreso-del-PTS-Resolucion-sobre-la-proscripcion-de-CFK-y-la-marcha-del-miercoles-18

5) https://izquierdaweb.com/la-situacion-politica-tras-la-gran-movilizacion-a-plaza-de-mayo-contra-la-proscripcion/

6) Il programma della manifestazione del 24 marzo rivendicava la cacciata di Milei e Bullrich; l'apertura degli archivi statali dal 1974 in poi; giustizia per Julio López, Maldonado, Mariano Ferreyra e altri; la denuncia del FMI e del pagamento del debito; la sconfitta delle leggi di Milei e dell'estrattivismo energetico; un appello ai sindacati per uno sciopero e un piano di lotta; il sostegno al popolo palestinese.
Il fantasma del PJ che PO e PTS hanno agitato non si è mai presentato. Tutto ciò è l'esatto opposto della manifestazione del Partito Giustizialista del 19 giugno, i cui obiettivi erano l'appoggio a Cristina Kirchner, il rilancio del peronismo e approfittare dell'occasione per avviare la loro strategia elettorale.

Guillermo Pacagnini

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