Interventi
Referendum e fronte unico
28 Maggio 2025
È utile fare qualche considerazione su come sta procedendo la campagna per i referendum di giugno, che si terranno in una crisi in cui il movimento operaio è colpito materialmente e deve fare i conti con un’ondata populista mondiale.
La scelta di promuovere i referendum è avvenuta per la volontà della direzione della CGIL di proporsi come punto di riferimento per il mondo del lavoro. Essa, però, mette implicitamente in discussione una linea che da tempo considerevole ha subordinato i lavoratori alla compatibilità con il sistema capitalistico; la concertazione e i sacrifici ne sono tutti qualificanti.
Si dirà: meglio tardi che mai. È vero.
Ma tutto ciò non favorisce la battaglia intrapresa. La stessa CGIL si trova inoltre di fronte a un bivio di prospettiva politica.
Cosa fare in caso di insuccesso, con tutto il carico di nuove fonti di demoralizzazione; ma anche cosa fare in caso di una (difficile) affermazione che porrebbe l’obbligo di fare scelte anticapitalistiche coerenti.
In ogni caso, il PCL sostiene con la massima chiarezza politica la battaglia referendaria, che richiede la costruzione di un fronte unico senza reticenze e riserve.
Qualche considerazione sul sindacalismo di base in cui alcuni soggetti, condizionati da quella ondata di populismo montante, si sono defilati dal sostegno al “referendum della CGIL” con una scelta suicida di autoconservazione. Come PCL riteniamo necessario sconfiggere il purismo settario di queste miniburocrazie sindacali.
Il PCL deve sviluppare tutta la sua capacità di produrre un pensiero critico e un’azione che tocchi il mondo del lavoro. È necessario fare una scelta di qualità perché dopo l’8 giugno si costruisca un partito d’avanguardia con una chiara identità classista e rivoluzionaria.