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Primo maggio, per un'alternativa anticapitalista e socialista

1 Maggio 2025

Testo del volantino del PCL per le manifestazioni del Primo maggio

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La nuova direzione dell'imperialismo USA punta ad una spartizione del mondo fra grandi potenze (USA, Russia, Cina), offrendo all'imperialismo russo un ruolo negoziale su scala globale. Il suo obiettivo è separare l'imperialismo russo dall'imperialismo cinese per contrastare l'ascesa di quest'ultimo. Gli imperialismi europei vengono scavalcati. Il ridimensionamento della presenza USA in Europa, il riconoscimento alla Russia del diritto ad ampliare la propria area di influenza nel vecchio continente, la rivendicazione di un controllo USA sull'intero continente “americano” (...esteso alla Groenlandia!), l'avvio di una guerra commerciale mirata principalmente contro la Cina sono tutti tasselli del “Fare di nuovo grande l'America”. È il tentativo americano di rimontare la propria crisi di egemonia.

Non sappiamo se la manovra di Trump avrà successo. Ma già ora osserviamo le sue ricadute sulla classe operaia e sui popoli oppressi.

Ogni imperialismo cerca di arruolare i salariati sotto la propria bandiera. Gli imperialismi europei - sgomitando tra loro- avviano una grande operazione di “riarmo” per prenotare un posto a tavola nella spartizione mondiale, a carico di sanità, istruzione, diritti sociali. Il protezionismo alzerà i prezzi ovunque a spese dei salari, mentre le delocalizzazioni in direzione degli USA colpiranno i posti di lavoro in Europa. Intanto negli USA decine di migliaia di salariati vengono licenziati dalla pubblica amministrazione, per ridurre le tasse sui capitalisti. Mentre le spese globali in armamenti superano i tremila miliardi: ogni imperialismo vuol sedersi al tavolo con la pistola in fondina ben carica. In una prospettiva storica è la corsa verso una guerra mondiale. Nessun imperialismo oggi la vuole. Ma tutti in forme diverse rischiano di concorrervi.

I popoli oppressi sono le prime vittime delle manovre imperialiste.
L'Ucraina, invasa tre anni fa dall'imperialismo russo, è oggi minacciata dalla nuova tenaglia russo americana. Tra una Russia che reclama il proprio bottino di annessioni, e gli USA che puntano alle risorse minerarie ucraine: si prepara una pace per procura. Quanto agli imperialismi europei si candidano a protettori militari di una futura pace imperialista.

La Palestina resta più che mai sotto le bombe dello Stato sionista, col concorso di tutti gli imperialismi. Trump ha dato carta bianca a Netanyahu nel massacro senza fine di Gaza e nel terrore sempre più brutale in Cisgiordania. Gli imperialismi europei, Italia inclusa, continuano a sostenere militarmente Israele. Quanto all''imperialismo russo non mette certo a rischio le sue relazioni con Trump per la Palestina, né peraltro ha mai rotto il proprio rapporto con Israele. Il progetto annessionista della Grande Israele si avvale di tutte queste complicità.

L'attuale scenario mondiale riassume il bilancio di trent'anni. Le classi dirigenti liberali che dopo il crollo del muro di Berlino avevano annunciato un futuro di pace e prosperità sono di fronte al proprio fallimento. La sinistra riformista internazionale, subordinandosi ciclicamente ai governi liberali ha concimato il terreno della propria disfatta. Le tendenze reazionarie capitalizzano la crisi congiunta di liberalismo borghese e riformismo, sia in America che in larga parte d’Europa.

In Italia i tre anni di governo Meloni riassumono, in forma particolare, lo scenario mondiale. Il suicidio della sinistra cosiddetta “radicale” tra le braccia di Prodi, alla vigilia della grande crisi capitalistica del 2008, ha spianato la strada all'onda lunga del populismo reazionario tra le stesse fila dei salariati. La subordinazione delle direzioni sindacali ai governi borghesi dell'ultimo decennio (Monti, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi) ha fatto il resto. Il risultato è che il 58% dei salariati in Italia si astiene dal voto, mentre il 39% dei salariati che votano sostengono Fratelli d'Italia. Un disastro. Ciò che oggi incoraggia il governo Meloni nella stretta repressiva contro lotte e diritti (Decreto 1660), nel perseguimento di una riforma istituzionale reazionaria (premierato e autonomia differenziata), nell'attacco ai diritti delle donne e di tutti i settori particolarmente oppressi.

Tanto più in questo quadro il PCL sostiene attivamente la campagna per cinque SI referendari alla abrogazione di leggi antioperaie ed antidemocratiche, a difesa del lavoro e dei diritti di cittadinanza. Ma è necessario combinare l'iniziativa referendaria con una svolta radicale sul terreno della lotta di classe. Una svolta che dia a milioni di lavoratori e lavoratrici una piattaforma generale di rivendicazioni unificanti in cui riconoscersi e una ritrovata fiducia nella propria forza. Per un aumento generale dei salari di almeno 400 euro netti, una riduzione dell'orario di lavoro a 30/32 ore pagate 40, la cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, il raddoppio dell'investimento pubblico in Sanità, istruzione, lavoro, finanziato da una patrimoniale straordinaria del 10% sul 10% più ricco. Solo una grande vertenza generale attorno a queste rivendicazioni può unificare il mondo del lavoro, ribaltare i rapporti di forza, riaprire dal basso lo scenario politico. In direzione di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici quale unica vera alternativa.

Più in generale non c'è via d'uscita dall'imbarbarimento del mondo fuori da una prospettiva anticapitalista e socialista. Il proletariato mondiale non è mai stato tanto forte nei numeri, con oltre due miliardi di salariati. Ma la sua coscienza ha subito un arretramento storico, per responsabilità delle sue direzioni. Ricostruire una coscienza anticapitalistica nel proletariato internazionale, è l'unica via per rilanciare la sua capacità di egemonia su tutte le lotte di liberazione. Ma per ricostruire la coscienza rivoluzionaria è necessaria l'azione organizzata di una avanguardia, in ogni paese e su scala mondiale. Di un partito rivoluzionario leninista.


NO AL RIARMO IMPERIALISTA E ALL'ECONOMIA DI GUERRA

PER I DIRITTI DI AUTODETERMINAZIONE DI TUTTI I POPOLI OPPRESSI, CONTRO TUTTI GLI IMPERIALISMI VECCHI E NUOVI.

NO AL COLONIALISMO SIONISTA E ALLA SUA BARBARIE.
PER UN SOSTEGNO INCONDIZIONATO ALLA RESISTENZA PALESTINESE.
PER LA CONVERGENZA TRA RESISTENZA PALESTINESE, RESISTENZA KURDA E RIVOLUZIONE ARABA.
PER UNA PALESTINA UNITA DAL FIUME AL MARE, DEMOCRATICA, LAICA, SOCIALISTA, IN UNA FEDERAZIONE SOCIALISTA DEL MEDIO ORIENTE

NO ALLA SPARTIZIONE IMPERIALISTA DELL'UCRAINA.
PER IL RITIRO DELLE TRUPPE RUSSE DAI TERRITORI CONQUISTATI CON L'INVASIONE DEL 24 FEBBRAIO 22.
NO AL SACCHEGGIO DELLE RISORSE UCRAINE
PER UNA PACE SENZA ANNESSIONI.
PER L'AUTODETERMINAZIONE DEL DONBASS.

VIA IL GOVERNO DI GIORGIA MELONI, GOVERNO REAZIONARIO DI POLIZIA.
PER UNA SVOLTA DI LOTTA GENERALE CHE UNIFICHI LA CLASSE LAVORATRICE E ATTORNO AD ESSA TUTTI I SETTORI OPPRESSI DELLA SOCIETA'
PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI, UNICA VERA ALTERNATIVA.

SOCIALISMO O BARBARIE.

PER UNA INTERNAZIONALE RIVOLUZIONARIA DEL PROLETARIATO:
PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNITEVI!




(volantino allegato in fondo alla pagina)

Partito Comunista dei Lavoratori

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