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Contro la repressione, per la lotta di classe

Le provocazioni poliziesche contro i manifestanti per la Palestina

13 Aprile 2025
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Il 12 aprile si è tenuta a Milano una manifestazione nazionale contro il genocidio in Palestina e contro la guerra. Il corteo, sin da subito, si è dimostrato estremamente partecipato e completamente pacifico.

In questo clima, si è verificata un’ingiustificata carica da parte della polizia nei pressi di Piazza Baiamonti. Una carica a freddo, una pura dimostrazione di forza, mascherata dalla necessità di “fermare dei vandali”. In realtà, i compagni e le compagne fermati sono stati scelti casualmente, indicati nella folla senza alcuna reale motivazione, e portati in questura. Il vero obiettivo era chiaro: intimidire il corteo e ostentare la forza dello Stato.

Non è un caso che la polizia si sia permessa un uso tanto indiscriminato della violenza. È il primo segnale della trasformazione dell’Italia in uno Stato di polizia, portata avanti dal governo Meloni. Né è un caso che tutto ciò sia accaduto poco dopo l’entrata in vigore dei nuovi decreti sicurezza, imposti attraverso l’antidemocratico strumento del decreto legge.

Il governo ha voluto testare la propria forza contro i manifestanti, convinto di spezzare facilmente la resistenza. E invece ha trovato una piazza coesa, determinata, che ha resistito fino all’ultimo, senza paura, respingendo le manovre violente del nemico di classe e portando il corteo fino all’Arco della Pace.

Come Partito Comunista dei Lavoratori condanniamo apertamente le manovre repressive del governo. Esprimiamo la nostra completa solidarietà ai compagni e alle compagne denunciati, e dichiariamo che continueremo a lottare, nonostante la repressione e la violenza dei padroni.

Ai manganelli si risponde con il partito. Alla violenza dello Stato si risponde con la lotta di classe. Ai padroni si risponde con la rivoluzione.

Partito Comunista dei Lavoratori

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