Dalle sezioni del PCL
La Vicenza proletaria e antifascista non accetta alcuna provocazione nera!
Sul fascio littorio apparso nello spazio politico di Via Mario
12 Marzo 2025
Nelle scorse notti i fascisti hanno preso di mira la sezione PRC-PCI di Via Alberto Mario, storico presidio comunista nella nostra città. Uno spazio politico molto importante per i quartieri popolari di Vicenza Ovest e che, dall’inizio di quest’anno, ospita anche le attività della nostra sezione. Alcun* compagn* hanno già provveduto a coprire l’infame fascio littorio apparso sul muro di recinzione.
Non si tratta però della prima scorribanda degli “eroici patrioti” nella zona e non è la prima volta che questo spazio viene colpito. In città – come nel resto del paese – da qualche anno i fascisti si impegnano nel tentativo di trasformare la paura e la rabbia che serpeggia nei quartieri popolari – abbandonati e inascoltati dalle varie amministrazioni di centrodestra o centrosinistra, stritolati dalla morsa delle speculazioni edilizie ed immobiliari e ora coinvolti nel disastroso progetto TAV – in odio verso le comunità razzializzate e il subproletariato urbano.
La manovra dei fascisti ha gioco facile su una classe operaia troppo spesso disillusa dal tradimento delle sinistre riformiste e portata alla disperazione dal peggioramento costante delle proprie condizioni di vita e di lavoro provocato dal perpetuarsi della crisi capitalista. L’opera dei fascisti evidentemente non è fine a sé stessa. Anzi, è funzionale in un quadro di instabilità socio-economica alla conservazione della pace sociale e al rafforzamento dello stato di polizia che da alcuni decenni è diventato il metodo con cui la società borghese affronta le questioni sociali (oggi siamo al pieno sdoganamento istituzionale di questa logica con il DDL 1660). Niente di nuovo: i fascisti, vale la pena di ricordare nati come reazione della borghesia dopo il fallimento della rivoluzione proletaria nel primo dopoguerra, non sono mai venuti meno al loro ruolo di servi del padronato e del rigido ordine classista della società borghese.
Questa è però solo la cornice del quadro molto preoccupante in cui si dibatte la nostra città.
Un quadro in cui, solo poche settimane fa, ci siamo trovat* a dover scendere in piazza contro un’aggressione squadrista ai danni di uno studente del Liceo Pigafetta, dove le provocazioni e le sedi fasciste (tra cui quella del MIS inaugurata con insolenza il 25 aprile 2023 in Corso San Felice e Fortunato, poco lontano da Via Mario) si fanno sempre più forti e spavalde, dove per Vicenza Ovest scorrazzano patetiche “ronde contro il degrado” (ovviamente scortate dalla polizia) e dove scritte dai toni inequivocabili e croci celtiche, fasci littori e svastiche storpiate si moltiplicano fuori dalle scuole e sui muri di alcuni luoghi vissuti dagli abitanti dei quartieri, come lo stadio di baseball o il mercato ortofrutticolo. Scritte e simboli che fanno la loro comparsa, come beffarde provocazioni e velate minacce, anche su spazi politici antifascisti e popolari come il Caracol Olol Jackson e ora la sede di Via Mario.
Come sezione vicentina del PCL non possiamo tollerare che questa situazione continui e come sempre risponderemo alla marea nera che sta salendo anche a Vicenza e provincia partecipando come fatto finora alle mobilitazioni ed iniziative che si svolgeranno sul territorio.
Ma, in quanto marxist* rivoluzionar* sappiamo che la risposta di piazza e le parole d’ordine democratiche del movimento antifascista e antirazzista sono spesso insufficienti.
Riteniamo a questo punto assolutamente necessario recuperare e rilanciare la lunga tradizione dell’antifascismo di classe – cioè il protagonismo della classe operaia e delle masse popolari nelle lotte contro ogni rigurgito fascista e reazionario collegando queste ultime alla più generale battaglia contro il capitalismo - e anche la prassi dell’autodifesa militante, grazie alla quale episodi come quello del Pigafetta forse non sarebbero semplicemente accaduti. L’antifascismo proletario è infatti l’unico a poter dare una risposta precisa e definitiva ai problemi che attanagliano i quartieri popolari, le scuole, le fabbriche e le città perché solo una società basata su rapporti produttivi radicalmente diversi da quelli capitalistici può riuscire a spegnere per sempre, nel vicentino come nel resto d’Italia, la fiamma tricolore.
Vicenza non è mai stata nera e non lo diventerà certo oggi.
Antifascismo è anticapitalismo!