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Crolla la bufala della guerra per procura

Le contraddizioni e la fine di una rappresentazione grottesca

17 Marzo 2025
proxywar


La sequenza travolgente dei fatti internazionali mette alla prova gli schemi di analisi della realtà. Sicuramente è il caso della vicenda ucraina.


LA RIMOZIONE DEI FATTI

Una larga scuola di pensiero a sinistra, com'è noto, ha letto la guerra d'invasione russa in Ucraina come “guerra per procura” dell'Occidente contro la Russia attraverso l'Ucraina. Per tre anni la “guerra per procura” è assurta al rango di dogma, una sorta di a priori in ogni conversazione sulla guerra. Se i fatti contraddicevano la teoria, tanto peggio per i fatti.
Il discorso di Putin al mondo intero, che il 22 febbraio 2022 annunciava l'imminente invasione dell'Ucraina come riparazione del “crimine di Lenin” che le aveva concesso l'autodeterminazione con la rivoluzione bolscevica? Scomparso. Il pubblico invito di Biden a Zelensky a rifugiarsi in Florida in compagnia della moglie, al secondo giorno dell'invasione, per manifesta sfiducia nelle possibilità di una resistenza ucraina alla Russia? Scomparso. La marcia iniziale su Kiev di 60 chilometri di carri armati russi, con l'obiettivo di conquistare la capitale ucraina? Scomparsa.
L'appello della Russia alle forze militari ucraine, nei primi giorni di guerra, perché rovesciassero il governo Zelensky e lo rimpiazzassero con un governo filorusso? Scomparso.
L'intera genesi della guerra d'Ucraina è stata cancellata, e con essa l'impronta originaria del delitto.

In compenso, libero dallo spiacevole ingombro dei fatti, il racconto della guerra ha potuto librarsi con disinvoltura nel regno dell'immaginario. Innanzitutto nella rappresentazione delle “vere cause“ della guerra.


LA PRESUNTA CONTINUITÀ TRA LA GUERRA DEL DONBASS DEL 2014 E L'ATTUALE GUERRA IN UCRAINA

La guerra d'invasione russa del febbraio del 2022 è stata presentata come prolungamento della guerra fra Ucraina e Repubbliche del Donbass iniziata nel 2014. “La guerra attuale è iniziata otto anni fa e nessuno lo dice” è stato un pezzo forte della letteratura campista. Disgraziatamente, essa confonde due guerre non solo diverse ma per molti aspetti di segno opposto.

Nel 2014, e negli anni successivi, un governo reazionario ucraino (Poroshenko), emerso dai fatti di piazza Maidan, attaccò i diritti democratici (linguistici) delle popolazioni russofone del Donbass. Naturalmente non esitammo a difendere incondizionatamente i diritti di autodeterminazione di quelle popolazioni, la loro resistenza, le loro repubbliche separatiste (nonostante la natura rossobruna dei governi di Lugansk e Donetsk, e l'appoggio militare loro accordato, nel suo proprio interesse, dall'imperialismo russo).

Nel febbraio 2022 il governo reazionario dell'imperialismo russo ha invaso l'Ucraina non per difendere il Donbass ma per cercare prima di conquistare Kiev, e poi ripiegare nella annessione militare di vasti territori ucraini (ben al di là del Donbass). Di conseguenza, abbiamo difeso incondizionatamente il diritto di autodeterminazione dell'Ucraina contro la Russia, e dunque la sua resistenza, nonostante la natura borghese del governo ucraino, e nonostante l'appoggio militare a esso accordato, nel loro proprio interesse, dagli imperialismi NATO.
Ciò ha significato rivendicare il ritiro della Russia dai territori ucraini conquistati e annessi dopo il febbraio 2022, e insieme rivendicare il diritto di autodeterminazione delle popolazioni del Donbass (che per noi vale oggi come ieri).
Non è forse vero che vanno sempre difesi i diritti democratici di tutti i popoli oppressi contro tutti gli imperialismi e le loro guerre?
Invece no. La teoria della guerra per procura non solo assolve l'imperialismo russo e le sue annessioni, ma ignora lo stesso diritto di autodeterminazione del Donbass, oggi largamente occupato dalle truppe d'invasione russe. Un curioso effetto collaterale della guerra per procura.


L'ESPANSIONE DELLA NATO E L'INVASIONE RUSSA DELL'UCRAINA

Ma la ricerca delle vere cause dell'invasione dell'Ucraina non si è limitata agli otto anni precedenti. Si è estesa al trentennio successivo alla caduta del Muro di Berlino. In particolare, l'espansione della NATO nell'Est europeo, dopo il crollo dell'URSS, è stata esibita come prova regina della sua promozione della guerra. Ma a dispetto della logica e della storia.

Che gli imperialismi NATO si siano allargati a est dopo il crollo dello stalinismo è un fatto inoppugnabile, oggetto per parte nostra, e non solo nostra, di una denuncia costante. Tutte le campagne contro l'imperialismo USA, contro l'UE e l'unione degli imperialismi europei, contro le loro guerre “umanitarie” (in Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq...), nell'arco di trent'anni, ne sono testimonianza. Spesso, oltretutto, in polemica con quelle sinistre cosiddette radicali che votarono o avallarono le missioni imperialiste in cambio di ministeri.

Ma è possibile assolvere l'invasione russa dell'Ucraina evocando precedenti invasioni di altri paesi da parte di imperialismi rivali? Semmai dovrebbe valere il principio opposto: denunciare tutte le invasioni imperialiste, di ieri e di oggi, quale che sia l'imperialismo in questione e la popolazione aggredita.
A volte si è risposto che in realtà non si vuole assolvere l'invasione russa, quanto piuttosto spiegare il retroterra storico che l'ha causata. In particolare, molti esperti improvvisati della geopolitica si sono esercitati in spiegazioni di questo tipo. Ma anche qui una seria analisi storica reclama i propri diritti.

Indubbiamente ogni evento si pone in relazione con il contesto che l'ha preceduto. Ed è certo che l'attuale sciovinismo nazionalista grande-russo vuole restituire alla Russia quell'area di influenza in Europa (e non solo) che l'imperialismo NATO gli ha sottratto nei decenni precedenti. Ma dire che perciò stesso è quest'ultimo ad aver causato l'invasione russa dell'Ucraina è come dire che il trattato imperialista di Versailles del 1919, che umiliò la Germania sconfitta, fu in quanto tale “la causa” del nazismo, della Seconda guerra mondiale, dell'olocausto ebraico.

La verità è che ogni assolutizzazione di un solo elemento storico (per quanto reale) impoverisce la comprensione della realtà sino a rovesciarne il senso.
L'espansione della NATO in Europa negli anni '90 e nei primi anni 2000 ha giocato sicuramente un ruolo nell'ascesa, per reazione, dello sciovinismo grande-russo. È indubbio. Ma se è per questo, ha giocato un ruolo assai più diretto non l'espansione ma la sconfitta ripetuta dell'imperialismo NATO, prima in Iraq, poi in Afghanistan, assieme al declino dell'egemonia americana nel mondo, dopo la grande crisi del 2008 e la rapida ascesa dell'imperialismo cinese. Così come su un altro versante ha giocato sicuramente un ruolo, in ultima istanza, l'accordo di Budapest del 1994, con il quale l'Ucraina cedeva alla Russia la totalità delle proprie testate nucleari in cambio della promessa russa di non toccare le sue frontiere.

Si può non vedere che sono (anche e soprattutto) questi i fattori che hanno incoraggiato l'imperialismo russo e la sua invasione dell'Ucraina? L'esatto opposto della guerra per procura.


IMPERIALISMI NATO E IMPERIALISMO RUSSO. LEGGENDE E REALTÀ

La “guerra per procura” ha rimosso dal proprio sguardo le relazioni complesse tra imperialismi NATO, governo ucraino, imperialismo russo a favore di un copione precostituito e semplificato: “gli imperialismi NATO propugnatori della guerra a oltranza contro ogni possibile trattativa di pace, la Russia vittima dell'oltranzismo atlantista e guerrafondaio, l'Ucraina docile pedina della volontà di guerra della NATO...”, ecc. ecc. Amen.

Molte leggende hanno colorito questo impianto. Una su tutte: la ricostruzione fantasiosa del famoso negoziato di Istanbul tra Russia e Ucraina nel marzo 2022. La leggenda vuole che le parti fossero vicine a un pacifico accordo tra gentiluomini, ma che l'irruzione del premier britannico, su spinta americana, l'abbia fatto saltare, imponendo all'Ucraina la continuità della guerra. Questa rappresentazione è in realtà largamente distorta, quindi falsa. Ad Istanbul la Russia aveva posto come condizione decisiva di un possibile accordo di pace la riduzione dell'esercito ucraino a ottantamila unità: nei fatti un disarmo dell'Ucraina, e dunque della sua capacità di resistenza. Putin pretendeva di incassare per via negoziale l'obiettivo militare clamorosamente mancato un mese prima davanti alle porte di Kiev: in altri termini, una pacifica capitolazione dell'Ucraina a tavolino. Questo e non altro fu il reale punto di rottura della trattativa. Certo, la retorica propagandistica dell'imperialismo britannico e americano sulla possibile sconfitta strategica della Russia fece indubbiamente leva sulla rottura avvenuta. Ma il rifiuto della capitolazione ucraina alle condizioni poste dalla Russia fu deciso in primo luogo dall'Ucraina, non da burattinai imperialisti al posto dell'Ucraina.


SOSTEGNO MILITARE E COINVOLGIMENTO NELLA GUERRA. UNA DISTINZIONE IGNORATA

Più in generale, diversi ambienti della sinistra italiana hanno presentato il sostegno esterno degli imperialismi NATO all'Ucraina – sicuramente determinante per la sua tenuta militare – come “la guerra della NATO contro la Russia”.
Se armi un paese in guerra, non sei forse in guerra? Questo concetto ha spopolato per la sua semplicità in ambienti diversi. Disgraziatamente, distorce la realtà. Se si cancella ogni distinzione tra sostegno militare a un altro paese in guerra e diretta partecipazione alla guerra, potremmo dire che l'URSS e la Cina sono stati in guerra (mondiale!) contro gli Stati Uniti negli anni '60 e fino al 1975, per via del loro sostegno militare, sicuramente determinante, alla resistenza del Vietnam. Potremmo dire che l'imperialismo britannico già nel 1936 entrò in guerra contro l'Italia per via del suo sostegno militare alla resistenza dell'Etiopia contro Mussolini. Potremmo dire che l'imperialismo britannico e statunitense entrarono in guerra contro il Giappone già nel 1938 per via del loro sostegno militare alla resistenza cinese all'invasione nipponica. Potremmo dire persino... che l'URSS staliniana entrò in guerra al fianco di Hitler contro la Gran Bretagna e la Francia tra il 1939 e il 1941 per via del suo sostegno (anche militare) alla Germania nazista durante il famigerato patto Molotov-Ribbentropp.

Gli esempi possono continuare all'infinito. Se dovessimo utilizzare questa semplificazione ridicola e assurda, dovremmo riscrivere la storia reale del Novecento. E non solo.

Eppure la teoria della guerra della NATO contro la Russia per via del suo sostegno all'Ucraina si fonda esattamente su questa ridicola assurdità, che rimuove dalla realtà ogni sua contraddizione. La quale invece, come ci insegna la dialettica, è il corpo vivo della realtà stessa.
Ad esempio. Il rifiuto degli imperialismi NATO di concedere all'Ucraina la no fly zone sin dall'inizio della guerra; i lunghi negoziati tra imperialismi NATO e governo ucraino circa la natura e l'impiego di ogni armamento fornito; la sconfitta della controffensiva militare Ucraina del 2023 per via dell'assenza di ogni reale copertura aerea... sono tutti fatti di assoluta e incontestata evidenza. Che cosa rivelavano in realtà questi fatti? Rivelavano semplicemente che quegli stessi imperialismi NATO che, nel proprio interesse, hanno sostenuto l'Ucraina, hanno avuto la preoccupazione costante di non varcare la soglia tra sostegno militare e proprio coinvolgimento in guerra: dunque di evitare la guerra contro la Russia, non di promuoverla. Esattamente quel confine tra sostegno militare e coinvolgimento in guerra che l'intera letteratura della “guerra per procura” ha cancellato.


LA GUERRA PER PROCURA ALLA PROVA DI TRUMP

Ora tuttavia si pone un problema nuovo. Che fine fa la guerra per procura di fronte al nuovo corso di Trump? Per tre anni l'idea sottostante alla guerra per procura è stata una rappresentazione dell'imperialismo come (solo) imperialismo americano. Ciò che ignorava da un lato la realtà delle nuove potenze imperialiste (russa e cinese), e dall'altro le contraddizioni tra imperialismo USA e imperialismi europei (negati, questi ultimi, nella loro realtà imperialista, o incorporati all'imperialismo USA, o entrambe le cose).

Ora questa intera rappresentazione è fatta a pezzi dalla realtà. L'imperialismo USA, sotto la guida di Trump, apre a un negoziato diretto con l'imperialismo russo sulla spartizione dell'Ucraina, pugnalando alle spalle l'Ucraina, e scaricando gli imperialismi europei. È un fatto.
Domanda: qual è ora la natura della guerra in corso? Se l'imperialismo che l'avrebbe “procurata” si allea con l'imperialismo che l'ha promossa, chi sta combattendo contro chi? Chi sarebbe ora... il procuratore della guerra? Se l'Ucraina è solamente carne da cannone dell'imperialismo USA, come mai non cessa di combattere, come Donald Trump le chiede? Se la Russia è vittima della aggressione americana, perché continua a bombardare l'Ucraina ora che l'”aggressore“ si ritira e anzi passa dalla parte russa?
E ancora: se Zelensky è solo una marionetta di Washington, come si è affermato per tre anni, perché lo scontro allo studio ovale della Casa Bianca? E perché la Casa Bianca lo umilia addirittura in mondovisione?
Si dirà che Biden usava Zelensky e che ora Trump lo ha semplicemente scaricato. Ma l'enigma non è affatto risolto, è solo spostato: se l'Ucraina è semplicemente e solo una protesi strutturale della NATO, e il capo supremo della NATO (Trump) si accorda con la Russia di Putin, perché la Russia continua a bombardare l'Ucraina? Bombarda forse una protesi degli USA nel momento in cui gli USA vogliono accordarsi con la Russia?

Prigionieri delle proprie assurdità, i campisti ripiegano nell'unica via di fuga che è loro rimasta: “la guerra continua perché così vogliono i governi europei”.
Sarebbe dunque cambiata la titolarità della “procura”. Se prima la guerra era procurata principalmente dagli americani, ora a procurarla sarebbe la UE. Sarebbe lei oggi a perseguire la “terza guerra mondiale”. E tuttavia la logica continua a essere esigente. La terza guerra mondiale di chi contro chi? La guerra mondiale dell'Unione Europea contro l'alleanza annunciata fra Trump e Putin, e magari la Cina? L'Unione Europea in guerra contro il resto del mondo, in compagnia del solo Zelensky, e anzi per mezzo di Zelensky quale ariete della guerra mondiale? E con quale obiettivo e quale prospettiva?


LA “GUERRA” E LA “PACE”

Il risvolto politico concreto di queste fantasie è molto semplice: Donald Trump diventa l'uomo della pace. Un personaggio drammatico e grottesco, che impersona la reazione mondiale, sostiene l'estrema destra tedesca, rivendica la deportazione dei palestinesi, minaccia di conquistare la Groenlandia, viene di fatto presentato come colui che “finalmente” vuole porre fine alla guerra. Esattamente come lo presenta... la propaganda di Trump. Esattamente come lo presenta... la convergente propaganda di Putin.

In questa narrazione tossica, guerra e pace sono poste come assoluti universali tra loro contrapposti, al di là dello spazio e del tempo. Gli imperialismi reali, i loro interessi materiali, le loro vocazioni di rapina, lasciano il campo a una categoria dello spirito. Sei per la Pace o per la Guerra? Se sei per la Pace, sei tenuto a salutare la svolta di Trump. Magari non ti piacerà il personaggio, ma la pace non viene forse prima di tutto? È il cantico quotidiano di Marco Travaglio sulle colonne del Fatto Quotidiano. Buona parte dell'ambiente pacifista si abbevera alla sua fonte. I gruppi dirigenti della sinistra cosiddetta radicale seguono a ruota.

Noi no. Da vecchi marxisti incaponiti, siamo certo contrari a ogni guerra imperialista, ma non per questo siamo favorevoli a ogni pace. L'annunciato negoziato di pace tra USA e Russia è un negoziato fra banditi imperialisti per la spartizione coloniale dell'Ucraina. Gli imperialismi europei vorrebbero solo partecipare al banchetto, e provano a esibire nuovi armamenti a fini contrattuali. Il governo borghese di Zelensky, tradito dal principale imperialismo “amico”, è prigioniero della fiducia che gli ha accordato, e delle manovre interessate degli imperialismi UE

Se la guerra per procura non è esistita in Ucraina, si prepara in compenso una pace per procura. Una pace fatta di annessioni territoriali, di negazione di ogni diritto di autodeterminazione, di saccheggio delle risorse naturali dell'Ucraina, a vantaggio dei due imperialismi contraenti.

Non esistono imperialismi amici. Fuori da una prospettiva socialista non c'è via d'uscita dalla barbarie. Né in guerra né in pace. Né in Ucraina né in Russia. Né in Europa né in America.

Partito Comunista dei Lavoratori

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