Interventi

Lotte di genere e la politica rivoluzionaria

26 Gennaio 2025
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Pubblichiamo una risoluzione del secondo congresso (2023) della International Socialist League.


1. Tra il 2015 e il 2020, con forti disuguaglianze da paese a paese e da regione a regione, si è sviluppata una nuova ondata globale di lotte femministe: la quarta ondata della storia contemporanea. Essa aveva una portata internazionale, con epicentri negli Stati Uniti, in America Latina e in Europa. Le sue richieste principali erano, tra le altre, la fine della violenza di genere, il diritto all'aborto e la parità di retribuzione. In misura minore, si è assistito anche all'ascesa del movimento LGBT per la parità di diritti.

La quarta ondata è stata un processo progressivo di organizzazione e mobilitazione, con una composizione interclassista, in difesa dei diritti di genere, per la loro effettiva realizzazione ed espansione. Ha prodotto un'avanguardia giovanile radicalizzata, aperta alle idee anticapitaliste e rivoluzionarie, che ha rapidamente superato l'esperienza con le istituzioni borghesi, e che è un bacino di reclutamento militante. Dal 2017 questa ondata ha istituito lo Sciopero Internazionale delle Donne e delle soggettività LGBT dell'8 marzo, una metodologia specifica della classe lavoratrice, che oggi coinvolge cortei e manifestazioni in circa 80 paesi.

Tuttavia, nonostante la maggiore consapevolezza delle questioni di genere tra le masse stimolata dalla quarta ondata, il movimento non sta mantenendo il suo slancio, anzi sta vivendo un riflusso a causa di una combinazione di tre motivi: a) alcune vittorie specifiche, come risultato delle lotte, b) la pandemia di coronavirus e, in misura minore c) la controffensiva politica e religiosa reazionaria contro i diritti. Tuttavia, in diversi paesi sono in atto processi di lotta delle donne e delle persone LGBT, ma per ora non raggiungono l'estensione, l'ampiezza e la radicalizzazione del periodo precedente.

2. Quando si parla comunemente di femminismo, si intende un movimento ampio e diversificato per i diritti delle donne e contro l'oppressione sessista, un movimento di natura interclassista. Per questo è di grande importanza politica che la nostra corrente si definisca e si presenti non solo in termini di genere come femminista, ma in modo differenziato e integrale, ossia come femminista comunista o femminista rivoluzionaria. Questo perché concepiamo la lotta per questi diritti come una parte inseparabile della lotta politica generale contro il sistema capitalistico e lo sfruttamento di classe, che allo stesso tempo sostiene e beneficia dell'oppressione patriarcale.

Non farlo significherebbe non distinguersi o adattarsi alle varie correnti borghesi, riformiste o di cosiddetta identity politics che, con maggiore o minore influenza relativa, agiscono in ogni paese. Si tratta di difensori del capitalismo e della conciliazione di classe, e quindi nemici della rivoluzione socialista. Torneremo su questi aspetti nei punti 8 e 9 di questo testo.

3. Per quanto riguarda i progressi relativi al genere, ad esempio, il diritto all'aborto è stato raggiunto in Irlanda (2018), Islanda (2019), Argentina, Nuova Zelanda (2020), Australia, Corea del Sud, Thailandia (2021) e Colombia (2022). Leggi contro le molestie sessuali in strada sono state votate in Perù (2015), Francia (2018) e Cile (2019); contro i cosiddetti delitti d'onore in Pakistan (2016), contro la violenza di genere in Ecuador (2017) e contro le molestie digitali in Messico (2017), contro le mutilazioni genitali femminili in Sudan (2020). Il matrimonio egualitario è stato raggiunto in Irlanda (2015), Colombia (2016), Finlandia, Germania, Australia (2017), Austria, Taiwan, Ecuador (2019), Gran Bretagna, Costa Rica (2020), Cile, Svizzera, Cuba e Messico (2021), oltre alla legge trans nello Stato spagnolo (2023).

La pandemia ha intensificato tutte le disuguaglianze strutturali del sistema capitalistico. Per questo motivo sono aumentati i livelli di povertà e disoccupazione – che colpiscono maggiormente le donne; i carichi di assistenza domestica e la violenza sessista, compresa la sua espressione peggiore, il femminicidio. In tutto il mondo, le donne stanno subendo un processo generalizzato di femminilizzazione della povertà e una maggiore precarietà del lavoro e della vita in generale. La pandemia ha portato alla ribalta anche gli operatori sanitari, che hanno un'elevata composizione femminile e hanno condotto lotte importanti in molti paesi.

La controffensiva contro i diritti è una delle espressioni della più generale polarizzazione sociale e politica. Nel 2021, il governo talebano in Afghanistan ha inasprito tutte le norme discriminatorie nei confronti delle donne in materia di istruzione, lavoro e altri settori; nella parte occidentale del paese ci sono famiglie in condizioni di povertà che arrivano a vendere le proprie figlie per sopravvivere. Nuova Delhi continua a essere conosciuta come la capitale mondiale degli stupri. Nel 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la storica sentenza Roe v. Wade, consentendo così l'adozione di leggi anti-choice in diversi Stati. I governi di destra in Polonia, Ungheria, Russia e altri paesi dell'Europa orientale hanno intensificato la lotta contro i diritti all'aborto e la comunità LGBT. Il fondamentalismo politico-religioso e l'estrema destra includono nel proprio discorso attacchi diretti a quelle che chiamano ideologie gender.

4. L'attuale punto più alto della lotta femminista a livello internazionale è la mobilitazione delle donne in Iran contro l'uso obbligatorio del velo islamico, l'hijab, con le giovani donne in prima linea. È iniziata nel settembre 2022 a seguito dell'omicidio della giovane curda Mahsa Amini da parte della polizia religiosa. Questa rivendicazione femminista e democratica ha ricevuto un forte sostegno sociale e allo stesso tempo ha agito da catalizzatore per il profondo malcontento popolare accumulato, dando origine a una ribellione contro il regime dittatoriale, capitalista e teocratico dei mullah, anche se ora è stata placata dalla repressione. Il recente avvelenamento con il gas di 600 ragazze nelle scuole secondarie che hanno combattuto in prima linea nella lotta anti-velo ha generato diverse proteste studentesche, indignazione sociale e ha avuto un impatto internazionale.

Allo stesso tempo, nei paesi imperialisti dove l'uso del velo è vietato come componente della politica anti-immigrati e anti-islamica, come in Francia, difendiamo il diritto delle donne di decidere: “mio il corpo, mia la scelta”.

In altre regioni del mondo, il ritardo nei diritti di genere è maggiore. Nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale, ad esempio, i matrimoni combinati, cioè i matrimoni forzati e precoci per le donne, sono ancora comuni. In Africa centrale lo è anche la pratica della mutilazione genitale femminile. In diversi paesi del mondo arabo e del subcontinente indiano esistono i cosiddetti delitti d'onore, in realtà femminicidi. Nella maggior parte dei casi esistono pregiudizi, discriminazioni e persecuzioni nei confronti dell'omosessualità.

5. L'America Latina rimane un nucleo di lotte femministe e LGBT, con l'Argentina come punto di riferimento. Ad esempio, la Conferenza nazionale delle donne, che ogni anno riunisce più di 50.000 donne provenienti da tutti gli spazi sociali e politici, anche partiti capitalisti, chiede tra i suoi punti di "costruire un femminismo antipatriarcale, anticapitalista, antimperialista e anticlericale”. Ciononostante, l'8 marzo si sono svolte marce divise: una organizzata dal peronismo e un'altra dalla sinistra di classe. E durante la manifestazione per l’ultimo Pride, organizzata da circa 60 gruppi, per lo più peronisti, la ministra nazionale peronista per il genere è stata fischiata per la sua inazione.

In Brasile, i gruppi femministi hanno sostenuto la campagna di Lula, ma la sua svolta anti-aborto nelle ultime settimane, sotto la pressione di settori religiosi, ha aperto delle contraddizioni. In Colombia, la delusione è iniziata in modo simile con il governo di Petro e Francia Marquez. In Cile, la ribellione del 2019 ha imposto la parità di genere nell'Assemblea Costituente, ma il "Coordinamento 8 marzo" si è burocratizzato e ha finito per sostenere il patto istituzionale di Boric con la destra, che ha favorito quest'ultima. La dittatura di Ortega-Murillo, nell'ambito della sua repressione generale, ha messo al bando quaranta organizzazioni femministe; inoltre, sono le donne a guidare la lotta per i diritti umani in quel paese.

Negli Stati Uniti, dopo la sentenza, la lotta per il diritto all'aborto è di nuovo all'ordine del giorno. Nel 2022, i principali gruppi di genere, come Women's March e Planned Parenthood, vicini al Partito Democratico, hanno convogliato tutte loro energie nelle elezioni legislative. Questo è in parte il motivo per cui il Partito Democratico ha mantenuto il controllo del Senato e ha evitato una clamorosa sconfitta nella Camera bassa. In Texas e in Florida, i repubblicani sono impegnati in una crociata conservatrice con proposte di legge contro i diritti, come il divieto di distribuire materiale scolastico sui diritti LGBT. Sono seguite alcune proteste, ma locali e insufficienti a fermare l'offensiva.

6. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, la polarizzazione è nota. Ad esempio, una rete di destra cristiana, Agenda Europe, attiva in trenta paesi, propone di "ripristinare l'ordine naturale" e porta avanti campagne contro i diritti.

In Francia c'è il movimento femminista Nous Toutes, che è antisessista e riformista e organizza marce di 50.000 persone, e i gruppi più radicali Feminist Strike 8M (8 marzo) e Pink Bloc. Alla luce della sentenza degli Stati Uniti, il Parlamento francese ha votato per inserire nella Costituzione "la libertà delle donne di interrompere la gravidanza”. Il 7 marzo c'è stato uno sciopero generale contro la riforma delle pensioni, che ha legato l'8 marzo allo sciopero femminista, che solleva correttamente la stessa richiesta (indetto da gruppi femministi e sindacati). Il 9 marzo c'è stata una marcia dei giovani e l'11 marzo un'altra giornata di mobilitazione nazionale, che forse continuerà.

In Gran Bretagna, scossa da mesi da un'ondata storica di scioperi, le donne si distinguono nelle lotte sindacali – soprattutto di infermieri e altri operatori sanitari – e nelle lotte di quartiere contro l'aumento delle tariffe dei servizi pubblici.

In Spagna, la stessa cosa sta accadendo nella lotta per la salute pubblica. Inoltre, la riforma della legge antiviolenza divide l'alleanza di governo PSOE-Podemos. Le sue ambiguità avrebbero potuto essere evitate se le organizzazioni femministe fossero state consultate in precedenza. La recente legge sulle persone trans e una proposta di legge sulla prostituzione hanno generato un dibattito a causa delle pressioni del settore radfem, fortemente anti-trans e abolizionista.

In Ucraina, nel mezzo dello sconvolgimento totale della vita quotidiana causato dalla guerra, le donne sono parte attiva della resistenza contro l'invasione imperialista russa.

7. In Cina, per contenere l'avanzata demografica, dal 1980 al 2015 la burocrazia restauratrice ha imposto la politica del "figlio unico”, preferibilmente maschio, determinando l'invecchiamento della popolazione. Per questo motivo, dal 2016 il governo è passato alla linea dei "due figli", ha lanciato campagne per la "famiglia socialista", ha approvato una nuova legge contro la violenza domestica. La Lega della Gioventù Comunista Cinese ha persino lanciato una piattaforma di incontri online. Allo stesso tempo, in diverse province, il diritto all'aborto è stato limitato e il congedo di gravidanza è stato esteso. Sebbene persista una forte tradizione patriarcale, nelle grandi città le giovani donne cercano una maggiore indipendenza, sposandosi più tardi e scartando sempre più spesso il matrimonio come garanzia di avanzamento sociale: il numero di matrimoni è in calo, mentre il numero di divorzi è in aumento, soprattutto su iniziativa femminile. Se il governo fallisce nella sua politica a favore delle nascite e si muove contro il diritto all'aborto si scontrerà con queste nuove generazioni di donne.

Nella classe lavoratrice, che ha la particolarità di avere una composizione femminile del 54%, le donne – come in tutto il mondo – subiscono salari più bassi, maggiore sfruttamento, precarietà e molestie sul lavoro. L'8 marzo 2018 il governo ha vietato il sito web indipendente Feminist Voices sulle due principali piattaforme di social media Weibo e WeChat.

8. Per i comunisti rivoluzionari è fondamentale intervenire senza settarismi nelle lotte e nei movimenti delle donne e delle persone LGBT, con un duplice obiettivo: sviluppare la mobilitazione e costruire le nostre organizzazioni, sempre in polemica con le leadership riformiste o altri concorrenti. Come abbiamo già detto, si tratta di movimenti interclassisti, ai quali partecipano correnti che sostengono la conciliazione di classe o altre ideologie fuorvianti. Tra le principali organizzazioni e ideologie in competizione, possiamo segnalare:

- Riformismo di ogni tipo (partiti socialisti, partiti comunisti, sinistre di governo, neoriformismo). I loro apparati hanno ancora un'influenza di primo piano o mantengono un’influenza predominante, e la loro strategia è quella di cercare di rallentare e deviare i processi progressivi di lotta e di organizzazione verso percorsi istituzionali.

- Femminismo radicale o radfem, che è emerso negli anni '60 e '70 ma ha ripreso forza a partire dal postmodernismo degli anni '90. Pone il patriarcato e la popolazione maschile come nemico principale, omettendo il quadro della divisione in classi sociali e finendo per essere funzionale al capitalismo. È caratterizzato da un forte antipartitismo, soprattutto contro la sinistra rivoluzionaria.

- Identity politics. Dando priorità politica e organizzativa alle differenze esistenti (razza, genere, orientamento sessuale, migranti), questa visione invece dell'unità porta alla divisione, e quindi indebolisce le lotte. Come le radfem, si tratta di settori della sinistra apertamente antirivoluzionari.

- La concezione mandelista (relativa alle posizioni dell'organizzazione attualmente chiamata Quarta Internazionale, in precedenza Segretariato Unificato della Quarta Internazionale. Dal nome del suo massimo dirigente Ernest Mandel, ndr). Propone un movimento femminista "autonomo" (non è chiaro da chi) e di fatto considera la classe lavoratrice come un movimento in più, simile per rango ai movimenti femministi, LGBT, ambientalisti o antirazzisti, diluendo il ruolo guida della classe sociale.

9. Contro queste posizioni errate, l'ISL e le sue sezioni nazionali sostengono un femminismo militante comunista e rivoluzionario, in alcuni casi attraverso specifiche organizzazioni di partito. Evitiamo anche il disimpegno settario di fronte a queste lotte: con oltre il 40% di lavoratrici, più altre persone LGBT, che soffrono di maggiore disoccupazione, precarietà e redditi più bassi, le questioni di genere fanno parte della vita quotidiana della stessa classe lavoratrice. Pertanto, sapendo che la ricettività tende ad essere maggiore tra i giovani e i settori d’età media, dobbiamo portare la nostra politica e il nostro programma di genere alle donne lavoratrici e all'intera classe lavoratrice.

Sebbene sia emerso molto prima nella storia, oggi non esiste un patriarcato indipendente dal capitalismo. L'oppressione patriarcale di genere è intrinseca allo sfruttamento di classe capitalista, poiché il lavoro domestico femminile non retribuito produce reddito per la borghesia attraverso la cura della forza lavoro presente e futura. Il valore economico di questo lavoro è compreso tra il 15 e il 25% del PIL, a seconda del paese. Per questo la nostra battaglia politica implica l'elaborazione di un programma di transizione che, partendo dalle esigenze specifiche dei diritti di genere in ogni paese, cerchi di gettare un ponte tra queste richieste e la lotta di classe rivoluzionaria contro il governo, il regime e il sistema capitalistico, per aprire la strada a una società egualitaria, senza sfruttamento e oppressione: il socialismo. A tal fine, è necessario costruire un partito rivoluzionario. La lotta per la laicità dello stato e contro ogni oppressione o persecuzione religiosa è anche parte del nostro programma politico legato alle questioni di genere.

Allo stesso modo, nell'ambito della nostra propaganda politica è importante diffondere l'esempio della Rivoluzione russa e del primo governo bolscevico sotto la guida di Lenin e Trotsky, con le sue inedite conquiste di genere: parità di retribuzione e di diritti politici per le donne, diritto all'aborto e al divorzio, uguaglianza tra figli nati all'interno del matrimonio e figli extraconiugali; apertura di asili nido, mense e lavanderie pubbliche per alleviare le incombenze domestiche; depenalizzazione dell'omosessualità, totale separazione tra Stato e Chiesa.


14 marzo 2023

Cele Fierro e Pablo Vasco (MST Argentina) e Flor Slagueiro (SOL Spagna)

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