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Se il capitalismo e il patriarcato decidono per noi, decidiamo noi di lottare per porvi fine!

23 Novembre 2024

Volantino delle Femministe Rivoluzionarie in distribuzione nei cortei contro la violenza di genere

23nov2024


La violenza sulle donne e le soggettività queer è in crescita. Tocca ammetterlo persino al Ministero dell’Interno, che nel suo report evidenzia l’aumento di “atti persecutori, maltrattamenti contro familiari o conviventi, insieme con le violenze sessuali”, in un “trend in progressivo e costante incremento di tutte le fattispecie prese in esame”.

Nel corso della vita, un terzo delle donne (quasi 6.800.000) ha subìto in Italia una violenzafisica o sessuale, i centri antiviolenza vedono ovunque un aumento delle domande di accoglienza. In questo quadro e coerentemente con la sua guida postfascista, il governo Meloni ha tagliato del 70% i fondi per la prevenzione della violenza sulle donne rispetto al 2022. D’altra parte occorre trovare i soldi per finanziare i condoni generalizzati agli evasori fiscali, la corsa agli armamenti e i fantasiosi sistemi di gestione dei flussi migratori.

Lo stesso trend riguarda le persone LGBTQIAP+: il 53% di loro è vittima di violenza, il 36% in famiglia. A livello europeo sono in forte aumento i casi di bullismo che interessano due persone su tre mentre una su quattro è stata sottoposta forzatamente a presunte “terapie di conversione". Inoltre nel corso dell’ultimo anno in tutto il mondo si sono consumati 411 transcidi (45 di questi purtroppo sono stati dei suicidi). Due sono i casi accertati in Italia, uno dei quali è un suicidio. La condizione delle persone trans* in questo paese rimane estremamente precaria, arretrata dal punto di vista dei diritti e quasi priva di alternative alla marginalità, all’isolamento, alla violenza e alla povertà che la caratterizzano endemicamente. Ma questo non interessa particolarmente l’attuale compagine di governo, reazionaria e oscurantista, che anzi sembra intenzionata solamente a rendere la situazione giuridica e le condizioni di vita di queste soggettività ancora più insostenibili. D’altro canto nessuna seria voce sembra alzarsi a sostegno delle persone trans* e dell’intera comunità LGBTQIAP+, neppure dalle opposizioni “democratiche”, e l'impegno dei partiti e delle organizzazioni piccolo-borghesi “friendly” si limita, come di consueto, all'ipocrisia e all’opportunismo.

A distanza di un anno dall’ondata di rabbia e commozione per la morte di Giulia Cecchettin, nulla è cambiato, perché nulla può cambiare se il sistema capitalista e l’eterocispatriarcato sono ancora saldamente in piedi e con le mani dentro i nostri uteri e sopra i nostri corpi. La violenza sulle donne e le soggettività queer non è un fenomeno culturale che si può rettificare con una maggiore “cultura”: è la conseguenza logica e diretta di un sistema di sfruttamento di una classe sull’altra, di un oppressore su un oppresso.
Gli strupri, le lesioni e i femminicidi/transcidi, estremo esempio della decisione su un corpo altrui, è il punto di arrivo dell’oppressione sistematica da cui non è possibile liberarsi se non abbattendo questa società dalle fondamenta, il capitale, abbattendone le strutture patriarcali che lo sostengono e alimentano, in primis la famiglia borghese.

Se il capitalismo e il patriarcato decidono per noi, decidiamo noi di lottare per porvi fine!

Solo la classe lavoratrice, le donne e le soggettività oppresse proletarie possono agire il cambiamento necessario, organizzandosi e saldando la lotta di classe alla lotta contro l’oppressione di genere.

Il femminismo borghese e liberal-pop, privo della bussola della lotta di classe, non può che portare le rivendicazioni de* oppress* in un binario morto, assorbendole e assimilandole all’interno delle stesse strutture che le causano. Il femminismo borghese finge di cambiare tutto senza cambiare niente, finge indignazione e poi si volta dall’altra parte. Noi invece ci rifacciamo all’unico femminismo che storicamente e concretamente è stato in grado di liberare le donne e le altre soggettività oppresse, quello bolscevico e marxista, quello che ha dato alle donne l’aborto, la parità, la libertà sentimentale e sessuale, quello che ha socializzato il lavoro domestico, ma soprattutto che ha spezzato le catene dell’oppressione salariale.

Le nostre rivendicazioni sono pertanto coerentemente rivoluzionarie, nell’ottica di una trasformazione socialista della società:

- Ripartizione del lavoro con la riduzione dell’orario di lavoro settimanale a 30 ore pagate 40 ; parità salariale per tutt*
- Salario minimo di 12 euro l'ora (1500 euro mensili) e indicizzata all'inflazione; forti aumenti salariali di almeno 300 euro netti, e di una scala mobile dei salari; Il salario garantito per chi è in cerca di occupazione, contro ogni forma di reddito slegato dalla condizione lavorativa, che non garantisce autonomia, ma al contrario prospetta maggiori possibilità di rinchiudere le donne nell’ambiente domestico.
- Tutela della maternità e congedi parentali retribuiti per tutt* (affinché la genitorialità non sia prerogativa delle sole donne).
- Revisione e aggiornamento della sicurezza sui posti di lavoro; istituzione del delitto di omicidio sul lavoro.
- Un welfare statale che non ci renda schiav* all’interno della famiglia, con l’istituzione di un ampio programma di servizi sociali che si prenda in carico l’enorme quantità di lavoro di cura che oggi pesa maggiormente sulle spalle delle donne, nella prospettiva della socializzazione del lavoro di cura.
- Requisizione di tutte le case sfitte da assegnare in primo luogo a tutte le persone con difficoltà di inserimento lavorativo e alle persone con disabilità, a garanzia dello sviluppo della propria autonomia personale.
- Consultori pubblici per le donne e per le persone LGBT*QIAP+, sotto il controllo dell* utent* e con accesso a tutte le tecniche e alle informazioni mediche per autodeterminare le decisioni sul proprio corpo; Centri antiviolenza strutturati e non ridotti ad una sorta di ufficio reclami sulle spalle dei volontari.


SOLO UN GOVERNO DE* LAVORATOR* PUÒ REALIZZARE QUESTE MISURE!
SOLO NELLA PROSPETTIVA ANTICAPITALISTA E SOCIALISTA SU SCALA MONDIALE POTREMO VIVERE IN UN MONDO SENZA VIOLENZE E OPPRESSIONI DI GENERE.

Femministe Rivoluzionarie

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