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Il PCL aderisce alla Rete Liberi/e di lottare
25 Agosto 2024
Il 10 settembre si discuterà alle Camere, ai fini della sua approvazione, il DDL 1660 a firma dei ministri Piantedosi, Crosetto, Nordio, che si pone in decisa continuità con i DDL Minniti e Salvini in una logica di inasprimento della repressione delle lotte sociali e della solidarietà internazionalista. Tutta una sezione è dedicata a intervenire duramente nella repressione di pratiche di lotta come i blocchi stradali, puniti anche quando esercitati solo con il proprio corpo, e le proteste nelle carceri e nei centri migranti, fino ad un inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni, per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste agli sfratti o partecipa ai picchetti.
Dinnanzi agli episodi degli ultimi mesi, come gli attacchi ai militanti palestinesi in Italia come Anan Yaeesh o a compagni come Luigi di Antudo a Palermo, fino alle ripercussioni giudiziarie che stanno affrontando compagne e compagni di Napoli dopo una manifestazione per la Palestina brutalmente caricata dalle Forze dell'ordine, è fondamentale un lavoro unitario di fronte a questi ulteriori attacchi contro chi lotta nella solidarietà internazionale e nelle lotte sociali.
Consapevoli della portata internazionale dell'unità delle realtà di avanguardia in solidarietà con il popolo palestinese ma anche con la classe operaia argentina vittima delle politiche del governo Milei, ma ancor più consapevoli che ogni settarismo e autocentratura siano i migliori regali che le avanguardie possano fare alle classi dominanti, diamo la nostra adesione, nonostante una differenza di caratterizzazione su ciò che sta avvenendo in Ucraina, che ovviamente non pregiudica la nostra più ferma opposizione alla corsa agli armamenti, alle economie di guerra, alla NATO e all'imperialismo di casa nostra, alla Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo insieme il DDL 1660, auspicandone una sua crescita ed allargamento alle forze della sinistra di classe e del movimento operaio, nella logica del metodo leninista e della sua tattica del fronte unico, nell'ottica del marciare separati e colpire uniti, soprattutto per difendere le compagne e i compagni dalla repressione.