Prima pagina

Travaglio contro Salis. Il volto reazionario del giustizialismo

14 Giugno 2024
travagliosalis


«[...] quale miglior omaggio al berlusconismo della vittoria di AVS trainata da Lucano e Salis? Il primo è l’ex sindaco di Riace condannato in appello a 1 anno e 6 mesi [...]. L’altro caso di berlusconismo di sinistra è quello della Salis, animata senz’altro dalle migliori intenzioni, ma con un pedigree non proprio consono alle istituzioni: quattro condanne definitive a 1 anno e 9 mesi per reati di attivismo politico e un processo molto dubbio in Ungheria per associazione a delinquere e lesioni. Anche i 176 mila elettori corsi a votarla erano animati dalle migliori intenzioni: quelle di liberarla. Ma l’idea dell’elezione come alternativa all’evasione sarebbe piaciuta un sacco a Berlusconi».

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 13 giugno.

Qui non siamo solo in presenza di un'evidente reazione stizzita al tracollo del M5S da parte del suo direttore di riferimento. Ma della ennesima conferma, se ve ne era bisogno, del profilo reazionario del giustizialismo.
La Legge (borghese) per Marco Travaglio è l'assoluto che prevale su ogni altra considerazione. Chi la viola «non è consono alle istituzioni» (borghesi), punto.
A Travaglio non importa nulla della difesa dei migranti o dei senza casa. Importa solo se per difendere i migranti o i senza casa si viola o meno la santità della Legge, la stessa che li calpesta e li ignora quotidianamente, protetta dalla polizia e dai tribunali.

È significativo che questa posizione questurina contro Salis, nel nome di un antiberlusconismo legalitario, è la stessa posizione forcaiola assunta dalla stampa di estrazione... berlusconiana. Quella stampa reazionaria che in questi giorni continua a contestare la liberazione di Ilaria Salis in quanto rea di resistenza a pubblico ufficiale nel suo passato, e dunque “indegna delle istituzioni”.

Per parte nostra nessuna meraviglia. Ma certo è un'ulteriore occasione di riflessione per chi assume il Fatto Quotidiano come quotidiano del progressismo, o addirittura della sinistra (magari “radicale”), e il suo megadirettore come proprio nume culturale.

Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

FONTE