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Sì alle infrastrutture utili! No al ponte!
18 Maggio 2024
Testo del volantino (allegato in pdf) per la manifestazione di VIlla San Giovanni
Il governo Meloni ha riavviato vergognosamente il progetto del ponte sullo Stretto, definendolo opera prioritaria. La Calabria, la Sicilia, le popolazioni meridionali e non solo ritornano in piazza il 18 maggio a Villa San Giovanni contro l'insulto più grande ai cittadini, in particolare proprio ai lavoratori e ai giovani: l'inutile e dannoso ponte sullo Stretto.
Il governo ripropone ancora una volta una grande beffa, sottovalutando l’intelligenza delle persone e approfittando anche della mancata chiusura della società Stretto di Messina Spa: promessa, una delle tante, non mantenuta dal governo Prodi. Il governo postfascista Meloni, uno dei più pericolosi del dopoguerra, per l’attacco alle condizioni di vita dei lavoratori e le devastazioni ambientali del territorio, ripropone la politica delle grandi opere in un momento di profonda e prolungata crisi sociale ed economica del Mezzogiorno ed in particolare della Sicilia, stornando soldi (vedi anche la riesumazione della società per lo stretto SPA) per opere dannose ai fini ambientali, sociali ed occupazionali, con il fine di illudere la gente.
Nell’ultimo decreto governativo vengono anche stanziati ben sette milioni di euro per dare pubblicità e visibilità alla gigantesca opera per l’attraversamento stabile dello Stretto.
Al momento la costruzione del ponte dovrebbe costare secondo il DL 35 intorno ai 15 miliardi di euro, comprese le opere connesse…ma al momento manca ancora la copertura finanziaria per la realizzazione dell’opera. L’obiettivo del Governo è fare approvare il progetto esecutivo entro metà del 2024 per poi partire speditamente con i lavori. Senza salvaguardare il futuro dei luoghi e le condizioni di salute ambientali.
Una analisi completa, mettendo in conto tutti i fattori di inquinamento e tenendo conto del ciclo di vita, porterebbe a valore di prodotti nocivi di gran lunga superiori a quelli che vengono riportati da qualche politico governativo. Il ponte sullo stretto distrugge ciò che la natura, con il meraviglioso e incantevole paesaggio ha, a piene mani, regalato. L’ambizioso progetto del ponte sospeso più lungo del mondo era stato abbandonato nel 2013, a causa di dubbi sulla sua sostenibilità finanziaria e sull'integrità strutturale in una regione geologicamente instabile. I timori che potenti organizzazioni mafiose potessero infiltrarsi nel progetto hanno gettato un'ombra, soprattutto dopo che si è scoperto che una di esse aveva tentato di fare un'offerta per una parte dell'appalto.
Nonostante ciò, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini rilancia con la speranza di iniziare i lavori del ponte…Intanto secondo la Dia, l'Ente Investigativo Antimafia, il ponte costituisce un forte impulso per i loschi affari delle famiglie della borghesia mafiosa delle due parti dello stretto: un ricco piatto che intendono spartirsi a spese dello Stato, quindi dei lavoratori, socializzando le perdite e privatizzando i profitti. Un film già visto: i lavoratori e le comunità meridionali non intendono pagare nuovamente il biglietto. Il ponte sullo Stretto è un'opera insensata ingegneristicamente, dai costi enormi, dall'impatto ambientale spaventoso in termini di cementificazione e di rischi, primo su tutti quello sismico.
Tra due regioni con infrastrutture interne vergognosamente inadeguate, si pensa di costruire un'opera mastodontica che collega il nulla, che non da nessun beneficio… È di questi giorni la notizia apparsa in un noto settimanale nazionale secondo cui “Dall’estate 2022 – si leggeva in una nota del ministero dei trasporti – nuovo sistema di traghettamento sullo Stretto di Messina”. “Con il nuovo sistema, che attrezza le attuali locomotive E464 con batterie a convertitore (da circa 400 kw), si potranno effettuare operazioni di imbarco e sbarco in modo autonomo ed ecologico, evitando la manovra con la locomotiva diesel”, dimezzando così i tempi di attraversamento dello Stretto. Progetto mai attuato… chissà perché.
IL PONTE NON CREA NUOVO LAVORO ma distruggerebbe l’economia marittima dello stretto e tutto il settore economico che si basa sull’attraversamento, oltre che il tessuto economico di Ganzirri-Torre Faro e quello della corrispondente sponda calabra a nord di Villa San Giovanni conseguente alla devastazione ambientale della zona costiera, legato al turismo e commercio! A ciò si aggiungono gli espropri di abitazioni e terreni, causa di drammi umani e sociali. Altresì la maggior parte della manodopera specializzata sarà portata da fuori dalle imprese, pochissimi i lavoratori manuali del luogo, che sarebbero utilizzati per un tempo limitato…un’altra beffa!
SÌ ALLE INFRASTRUTTURE UTILI! Altri sono gli interventi di cui hanno bisogno la Calabria e la Sicilia, da quelli infrastrutturali basilari (raddoppi ferroviari su tutte le linee esistenti; nuove linee nelle zone mai raggiunte dal servizio; ad esempio la Jonio-Tirreno, autostrade rimodernate e razionalizzate; valorizzazione dei porti con nuove rotte e flotte ingrandite, per snellire il traffico su gomma e l'inquinamento conseguente, grazie alle autostrade del mare (altro che dismissioni dei vettori pubblici della navigazione e lasciare a terra i pendolari per imbarcare i più redditizi mezzi gommati per favorire… i soliti noti armatori), a quelli sovrastrutturali della gestione delle risorse economiche, che esistono e sono ingenti, ma sono sempre dirottate verso gli interessi dei capitalisti, che si vogliano chiamare mafiosi o meno. La risoluzione della questione del ponte sullo Stretto passa anche attraverso la creazione di un'alternativa globale al sistema di sviluppo capitalistico, che privilegia il privato sul pubblico, il profitto sul bene comune (vedi l'inquinamento e i morti per i tir a Messina). Il ponte è uno fra i tanti catastrofici simboli di questo sistema insieme ai CIE per immigrati, alla guerra, alla miseria e allo sfruttamento del capitale sul lavoro.
Come Partito Comunista dei Lavoratori lottiamo:
• PER IL POTENZIAMENTO DELLA NAVIGAZIONE PUBBLICA E PER LA SUA SICUREZZA
• PER GRANDI FINANZIAMENTI FINALIZZATI ALLA PREVENZIONE DAL RISCHIO SISMICO NELL’AREA DELLO STRETTO, NO A SBANCAMENTI INUTILI PER FARE ARRICCHIRE LE SOLITE “DITTE” DI MOVIMENTO TERRA.
• PER LA MESSA IN SICUREZZA IDROGEOLOGICA DEL SUOLO, PER IL RIFACIMENTO E POTENZIAMENTO DEL SISTEMA IDRICO PUBBLICO!
• UN PONTE SOLO TRA LE LOTTE.
• PER L’UNITÀ D’AZIONE NELLE LOTTE (dalla Val di Susa a Messina) TRA I MOVIMENTI CHE COMBATTONO LA DISTRUZIONE DEI BENI COMUNI (ACQUE, ARIA, SUOLO, ECC.) E IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI CHE LOTTA QUOTIDIANAMENTE PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO E DEL REDDITO INSIEME AL NASCENTE MOVIMENTO PER IL REDDITO DI CITTADINANZA, CHE PROPONE UN NUOVO PROGETTO DI CIVILTA’ CHE FERMI QUESTA BARBARIE: UN PROGETTO COMUNISTA!
E con questo spirito e queste proposte che partecipiamo e invitiamo a partecipare alla grande manifestazione indetta dal movimento No Ponte per il 18 maggio alle ore 9.30 a Villa San Giovanni (RC).
IL PONTE E IL PCL
Il Partito Comunista dei Lavoratori colloca il suo impegno contro il ponte nel quadro di una più ampia battaglia contro tutte le devastazioni non solo ambientali prodotte oggi dal capitalismo.
Un quadro che parte dall’autonomia differenziata e le privatizzazioni, dal presidenzialismo e dal premierato, dalle guerre imperialiste, dalle morti sul lavoro, dall’oppressione di genere e il sessismo, e arriva a tutte le forme di una deriva reazionaria dei vari Trump, Orban e Salvini e alle mostruosità di un postfascismo sfrontato e a quella dei vari populismi oggi montanti al pari di razzismo e xenofobia.
Il PCL coglie le radici unitarie di questa ondata reazionaria e sa che solo un’alternativa complessiva è la sola risposta vincente.
Il PCL si batte dunque per un ordine nuovo internazionale.
È a fianco del popolo palestinese per una Palestina laica e socialista, si batte contro il sionismo ma anche contro il montare di un antisemitismo inaccettabile, è a fianco delle masse Ucraine aggredite dall’imperialismo putiniano per costruire un’Europa socialista guidata dai lavoratori.
Il PCL è oggi l’unico partito che partecipa a tutte le mobilitazioni di massa non nascondendo la sua fedeltà a un programma di rivoluzione socialista mondiale.
Il PCL chiama tutti/e i compagni e le compagne a rafforzare questo progetto di liberazione.
Costruiamo dunque il PCL, il ponte verso questo nuovo ordine dell’umanità verso il governo rivoluzionario dei lavoratori e degli oppressi.