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Le elezioni europee in Italia

15 Maggio 2024

L'impossibilità di una nostra presenza. La nostra scelta generale di astensione. Il possibile voto per Ilaria Salis nel Nord-Ovest

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Le elezioni europee dell'8 e 9 giugno non potranno vedere la presenza del PCL. La nostra partecipazione è stata impedita dall'enormità di firme richieste per la presentazione, una normativa particolarmente reazionaria, voluta o accettata da tutti i partiti borghesi – autoesentati dalla raccolta firme – che conferma una volta di più l'ipocrisia della cosiddetta democrazia dentro il regime capitalista.

Al contempo nessuna delle liste in campo rappresenta ragioni e interessi della classe lavoratrice.


REAZIONARI E LIBERALI CONTRO IL LAVORO

I partiti borghesi, naturalmente, militano tutti, per loro natura, contro il lavoro. Seppur con ruoli diversi.

Le destre che oggi governano, a partire dalla Presidente del Consiglio postfascista, puntano a consolidare il proprio corso reazionario contro il lavoro salariato e la popolazione povera del paese. Chiedono più potere per chi già lo detiene (premierato), dettano “legge e ordine” nelle piazze contro le proteste giovanili, colpiscono le masse meridionali a vantaggio dei capitalisti del Nord e dei loro governatorati (autonomia differenziata), liberalizzano appalti e precariato, saccheggiano la sanità e l'istruzione nel mentre aumentano le spese militari, promuovono una politica estera iperatlantista e filosionista. Complessivamente, il peggio.

Le cosiddette opposizioni liberali (PD e M5S) hanno già governato per anni o decenni contro la classe lavoratrice, contribuendo ogni volta alla vittoria delle destre (anche grazie al sostegno ricevuto a sinistra). Se la destra oggi dispone del 59% dei seggi col 44% dei voti lo dobbiamo alla legge elettorale voluta dal PD. Il progetto di autonomia differenziata che oggi la destra si intesta è stato attivato in origine dal centrosinistra, e poi pattuito da suoi governi regionali (Emilia Romagna). Il precariato che oggi dilaga trovò nel centrosinistra il primo alfiere, con l'introduzione del lavoro interinale da parte di Prodi (e Bertinotti) già nel lontano 1997.

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle votano oggi compatti in Parlamento le missioni militari vecchie e nuove, come nel caso della missione militare nel Mar Rosso a fianco dello stato sionista contro la resistenza palestinese, esattamente come la destra. Il PD ha coperto il nuovo Patto di stabilità europeo contro il lavoro, varato da socialdemocrazie, liberalconfindustriali e PPE, e si candida a governare in Europa a braccetto con il Partito Popolare, in perfetta continuità con l'esistente. Quanto al M5S, mette la parola “pace” sul proprio simbolo come specchietto per le allodole quando sono stati i governi Conte in anni recenti a fare il record delle spese militari targate NATO.

L'opposizione borghese liberale è insomma il regno dell'ipocrisia. Chiede il voto ai lavoratori per un ricambio di governo dei loro padroni, dentro il sistema dei loro padroni. Il sostegno del Gruppo GEDI (Stellantis) ai liberali è più che eloquente.


NESSUNA SINISTRA DI CLASSE. LE RAGIONI DELLA NOSTRA ASTENSIONE

Purtroppo nessuna delle liste presenti a sinistra si candida a rappresentare le ragioni indipendenti del lavoro in contrapposizione ai partiti borghesi.

Alleanza Verdi e Sinistra (AVS; Sinistra Italiana e Verdi) si è costruita come sinistra del centrosinistra liberale a copertura della sua politica, sia nelle amministrazioni locali che sul piano nazionale. Le sue differenziazioni di voto in sede parlamentare, come sulla missione nel Mar Rosso, per quanto in sé positive, servono unicamente a tutelare il suo spazio elettorale e la sua rendita di posizione negoziale all'interno del centrosinistra. È una scelta di campo consolidata, profondamente subalterna, in perfetta continuità con quella tradizione governista che ha suicidato la sinistra compromettendola nelle politiche padronali e antioperaie. Una scelta di campo che si combina non a caso col sostegno di AVS alla burocrazia sindacale CGIL, corresponsabile negli anni con le sue compromissioni e passività (Legge Fornero docet), dell'avanzata della destra tra i salariati. Il ruolo di AVS è, a tutti gli effetti, quello di «agenzia della borghesia nel movimento operaio», come Lenin definiva la sinistra riformista.

La lista Pace Terra Dignità nega persino di rappresentare una sinistra. Non a caso dietro il richiamo alla pace assembla candidati di varia estrazione (ex presidenti di regione della Lega, transfughi del PD, dichiarati sostenitori di Putin, esponenti di sinistra e progressisti...). Nei fatti, una lista personale di Michele Santoro, già parlamentare europeo dei Democratici di Sinistra. Il suo obiettivo è di raggranellare una percentuale che consenta a Santoro lo spazio successivo di negoziazione con PD e M5S in vista delle elezioni politiche. Rifondazione Comunista si è prestata a questa operazione, quale ultima ruota di scorta, nella speranza di “rientrare nel giro” politico-istituzionale (dopo essersi suicidata nel 2006 tra le braccia di Prodi, votando missioni militari e detassazione dei profitti). L'umiliazione di Rifondazione Comunista nella stessa composizione della lista Santoro – umiliazione passivamente subita – misura la sua imbarazzante subalternità.

In questo quadro complessivo il PCL non vede le condizioni per un'indicazione generale di voto, per quanto critica. Da qui la scelta dell'astensione, anche in considerazione del carattere sovranazionale delle elezioni.


L'ECCEZIONE ILARIA SALIS. UN VOTO PER LA SUA LIBERAZIONE

L'unica eccezione possibile, dal nostro punto di vista, riguarda la candidatura di Ilaria Salis nella circoscrizione del Nord-Ovest, quale capolista di AVS. È la candidatura di una compagna antifascista, detenuta in condizioni inumane dal governo più reazionario della UE, quello di Orban, amico del governo italiano a guida postfascista. Una compagna drammaticamente esposta al rischio di decenni di carcere per un reato di antifascismo. La sua elezione ne determinerebbe la scarcerazione. Una sua mancata elezione, dopo la candidatura, ne peggiorerebbe ulteriormente la condizione e le prospettive.

Il voto per Ilaria Salis, nella circoscrizione del Nord-Ovest, non sposta di una virgola, naturalmente, il nostro giudizio su Alleanza Verdi Sinistra e la sua politica, e dunque la nostra scelta di astensione sul piano generale. È semplicemente un voto utile alla liberazione di una compagna. Un voto di scopo. Un voto per la liberazione di Ilaria dalle galere e dalle catene di Orban.

Ci sembra una ragione sufficientemente degna. L'unica che fa una differenza.

Partito Comunista dei Lavoratori

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