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Cento miliardi per la Bundeswehr: armamenti per gli interessi del capitale tedesco
14 Marzo 2024
Pubblichiamo questo articolo dei compagni di ArbeiterInnenmacht, scritto in occasione della Conferenza di Monaco sulla sicurezza di febbraio, che ben illustra la febbre riarmista dell'imperialismo tedesco, in coincidenza con l'inizio della guerra in Ucraina. Tendenza presente non soltanto nelle scelte sulla politica di Difesa del governo Scholz ma anche nel clima generale che la propaganda dei partiti borghesi e delle classi dirigenti ha impresso nella vita del paese.
Il riorientamento della Bundeswehr (l'esercito della Germania, ndt) dai compiti di difesa nazionale a forza di reazione è in pieno svolgimento. In sostanza, si tratta difendere gli interessi economici e geostrategici del grande capitale tedesco nella lotta per la ridivisione del mondo. Da quando il ministro della Difesa Pistorius (SPD) ha affermato che la Bundeswehr tedesca deve finalmente diventare capace di combattere, è diventato sempre più chiaro cosa intende il cancelliere Olaf Scholz con la tanto citata svolta: la Germania deve essere in grado di difendere militarmente i propri interessi.
Il riarmo e la militarizzazione rappresentano tra l'altro anche un gradito programma di stimolo economico per l'industria degli armamenti tedesca, di cui Armin Papperger, amministratore delegato della Rheinmetall AG, è piuttosto soddisfatto: «Siamo sulla buona strada per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi annuali per una crescita sostenibile e redditizia». I dati aziendali del gruppo sono complessivamente aumentati anche nel terzo trimestre del 2023. Nei primi nove mesi il fatturato è aumentato del 13% raggiungendo i 4,6 miliardi di euro.
NON LESINARE SULLE ARMI
Nonostante il massiccio taglio die costi e il mantenimento del freno all'indebitamento, come vuole il ministro delle finanze Lindner del Partito Liberaldemocratico e nonostante la bocciatura della legge finanziaria da parte della corte costituazionale che ha costretto a rivedere ulteriormente le spese, il budget della Bundeswehr non verrà modificato. I finanziamenti speciali di oltre 100 miliardi di euro – ovvero i debiti speciali, che devono essere finanziati allo stesso modo del normale bilancio della difesa, che è stato aumentato al 2% del PIL – rimangono intatti. Nel dibattito sul bilancio della difesa al Bundestag, all’inizio del settembre 2023, il cancelliere Scholz ha garantito che la "quota NATO" – cioè il 2% del PIL – «sarà raggiunta anche nel 2028, 2029 e negli anni ’30». Per far fronte a questa situazione «al più tardi a partire dal 2028 dovrebbero essere finanziati direttamente dal bilancio federale altri 25, forse quasi 30 miliardi di euro per la Bundeswehr». Nel complesso, con i fondi previsti per il prossimo anno dal fondo speciale di 100 miliardi per la Bundeswehr, pari a ben 19 miliardi di euro, e con i fondi destinati ad armamenti e truppe di altri dipartimenti, pari a 14 miliardi di euro, le spese militari ammontano a 85 miliardi di euro euro! Vale a dire una somma che sarebbe assolutamente necessaria per i servizi sociali.
TUTTI (E TUTTO) PER LA GUERRA?
Per raggiungere questo obiettivo, Pistorius non ha esitato a intervenire direttamente nelle vertenze contrattuali del servizio pubblico che coinvolgono i governi federale e locali, e ha invitato le parti a non estendere troppo gli aumenti salari per non mettere in discussione i finanziamenti speciali. Come ormai sappiamo, il sindacato Ver.Di, e non solo loro, hanno aderito a questa richiesta, interamente nell'interesse del ruolo dell'imperialismo tedesco nel mondo. La concertazione diretta dal cancelliere Olaf Scholz ha dimostrato la stretta collaborazione tra leader sindacali, governo e associazioni dei padroni,in cui hanno concordato sull'utilizzo di pagamenti una tantum anche fino a 3000 euro esentasse per evitare di aumentare i salari.
Il ministro della Difesa Pistorius ha spiegato in cosa consiste il concetto di capacità bellica nelle sue “Linee guida per la politica della difesa”, presentate alla Conferenza della Bundeswehr a novembre, un incontro annuale tra il governo e i vertici militari e civili della Bundeswehr.
La guerra in Ucraina serve come giustificazione per riarmare le truppe ancora più rapidamente, rendendole «più potenti» in modo che siano pronte per «nuovi compiti». Il documento dice: «L'evoluzione degli ultimi decenni è sempre stata guidata dalla volontà di risolvere i conflitti internazionali e dall'unità nazionale, ora non possiamo tornare indietro»; «il percorso verso una Bundeswehr pienamente operativa che sostiene i nostri cittadini, come gli stessi cittadini e i nostri alleati giustamente si aspettano, richiede un processo di aggiustamento a lungo termine». Le «riforme», l’approvvigionamento di strumenti e materiali nonché i piani per la costruzione, dovrebbero quindi essere accelerati: «La nostra capacità di difenderci richiede una Bundeswehr adatta alla guerra» cioè significa «la volontà di combattere in ogni momento con l’obiettivo del successo in azioni ad alta intensità». La Repubblica Federale di Germania deve «essere la spina dorsale della deterrenza e della difesa collettiva in Europa».
LA SPD SI ASSUME LE SUE RESPONSABILITÀ...
L’obiettivo è stato formulato più chiaramente nel documento di politica estera presentato al congresso della SPD a Berlino del dicembre 2023, in cui si sostiene che la Germania possa svolgere un ruolo di primo piano nel mondo. Nella bozza del documento principale l'esercito è descritto come uno strumento di politica di pace.
Nove mesi prima, in occasione della cosiddetta Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2023, Pistorius aveva definito più in dettaglio ciò che lui e il governo federale intendevano con la nuova responsabilità della Bundeswehr e della politica estera tedesca: assumersi la responsabilità nel mondo. Si tratta di combattere l'islamismo, limitare i fenomeni di immigrazione e garantire zone di influenza e materie prime. Si può presumere che il governo federale parlerà invece di “protezione dei diritti umani” o delle necessità che deriveranno dalla “politica estera femminista” se dovesse nuovamente impegnarsi militarmente in Africa, perché "le ambizioni russe in Africa non implicano che l'esercito della Repubblica Federale si ritirerà completamente dal continente”. Ma alla Germania continuano a interessare anche altre regioni.
L'Indo-Pacifico continuerà a svolgere un ruolo, ha spiegato Pistorius. Ciò include il lavoro comune con i partner e che : “È necessario ribadire il nostro punto di vista. Dobbiamo chiarire che la regione ci sta a cuore .Si prevede che lì il conflitto tra Stati Uniti e Cina si intensificherà".
Le nuove ambizioni dell'imperialismo tedesco non possono essere espresse più apertamente, e questo dalla bocca di un socialdemocratico, membro di un partito emerso dal movimento operaio e ora apertamente impegnato nella difesa degli interessi del capitale tedesco!
...E I SINDACATI NO
La guerra della Russia contro l'Ucraina, che non può essere giustificata in alcun modo, ha dato al governo federale tedesco tutti gli argomenti per portare avanti il riarmo allo scopo di difendere gli interessi del capitale tedesco, e di farlo senza grande resistenza da parte della popolazione. I dirigenti sindacali hanno fatto la loro parte per evitare che si manifestasse una qualche opposizione sindacale. Non ci sono state proteste contro gli stanziamenti speciali della Bundeswehr, e le vertenze contrattuali nel servizio pubblico sono state pacificate, invece di cercare di utilizzarle per tentare di ridurre le spese per le armi e di indirizzarle a favore dei salariati.
In questo contesto va vista anche la recente discussione sulla reintroduzione del servizio militare obbligatorio. L'iniziativa è stata avviata dal ministro della Difesa, che ha ricevuto il sostegno, tra gli altri, del primo ministro bavarese Söder: Anche se questa iniziativa non trova unanimità nella SPD - la leader del partito Esken è contrario - il commissario alla difesa del Bundestag Högl dalla SPD ha riferito nel suo rapporto annuale per il 2022 che il numero dei richiedenti nel 2022 è notevolmente diminuito, scendendo dell’11%. L'organico ammontava quindi a 183.051 soldati, in lieve diminuzione rispetto all'anno precedente. "C'è ancora molta strada da fare prima di raggiungere l'obiettivo di aumentare il numero dei soldati a 203.000 nel 2031", ha affermato Eva Högl, preoccupata, oltre che dal continuo aumento dell'età media, anche dall'aumento del tasso di abbandono scolastico.
CONTRO LA MILITARIZZAZIONE!
Le ambizioni militari della Germania e dell’UE vanno di pari passo con i massicci attacchi alle nostre condizioni di vita sotto forma di ruberie allo stato sociale tagli all’istruzione e distruzione dei diritti collettivi di lavoro. E proprio dove è particolarmente difficile trovare un lavoro, un apprendistato o un posto universitario gratuito, i militari corteggiano i giovani con la promessa di un lavoro a prova di crisi.
Ma la connessione tra i tagli sociali neoliberisti e la militarizzazione è più profonda: la crescente concorrenza capitalista tra gli Stati orza la „svolta“ neoliberista della società, che trova la sua logica continuazione solo nella mobilitazione militare e nella lotta globale per le materie prime e i mercati.
Le ambizioni militari dell’imperialismo tedesco sono dirette contro tutti i lavoratori salariati e gli oppressi, anche in Germania! Quest'anno la Conferenza sulla sicurezza della NATO si svolgerà dal 16 al 18 febbraio al Bayerischer Hof nella capitale bavarese. Le proteste iniziano sabato 17 febbraio, alle 13:00 nella Karlsplatz. Accogliamo con favore il fatto che anche il sindacato Ver.Di nella sua sezione locale di Monaco abbia indetto una protesta contro la Conferenza. Chiediamo anche gli altri sindacati e alla DGB di abbandonare la loro politica di unità nazionale con il governo, indire proteste contro la Conferenza e mobilitare nei luoghi di lavoro, nei quartieri cittadini, nelle scuole e nelle università! Questa mobilitazione dovrebbe essere collegata ad assemblee generali nelle relative sedi in cui si discutano gli effetti del riarmo insieme ai risparmi, con la prospettiva di formare comitati d'azione che costruiscano un movimento contro la guerra e la militarizzazione.
Invitiamo tutti gli attivisti contro la guerra, i gruppi di sinistra, i membri della Linke e i sindacalisti a prendere parte alle proteste e a mobilitarsi perché: «Come è avvenuto per sessant'anni, i rappresentanti statali, militari e industriali si incontreranno nel febbraio 2024 alla "Conferenza sulla sicurezza" di Monaco. Questo evento privato, finanziato tra l'altro con il denaro dei contribuenti, non ha mai avuto a che fare con la sicurezza, ma sempre con gli interessi di potere della NATO e dei suoi stati membri, in particolare quelli del governo federale tedesco, che ha avviato una "svolta militarista" e ora sta preparando il paese intero alla guerra. Oggi il governo federale sta organizzando il più grande riarmo fin dalla Seconda guerra mondiale, e invia armi nelle zone di guerra. Ciò significa: corsa agli armamenti, dispute , guerra, anche guerra nucleare». (Dall’appello della coalizione contro Conferenza sulla sicurezza)