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Le 'rassicurazioni' di Macron e la corsa alle armi nel mondo

Lo sviluppo della spesa in armamenti, e delle contraddizioni tra imperialismi, ben al di là dell'Ucraina

3 Marzo 2024
macron armi


Emanuel Macron ha adombrato il possibile impiego di truppe di terra della NATO nella guerra ucraina. Tutte le potenze imperialiste hanno immediatamente escluso questa eventualità. Lo stesso ministro degli esteri francese ha circoscritto il significato delle parole di Macron, limitandole all'intensificazione dell'assistenza militare all'Ucraina senza diretta belligeranza con la Russia.
Ad oggi nessuna potenza imperialista ha intenzione di varcare questa soglia. Gli stessi aiuti militari all'Ucraina sono stati ridotti o centellinati nel corso dell'ultimo anno, con conseguenze sul campo di battaglia. Il fallimento della controffensiva ucraina in assenza di copertura aerea è anche il riflesso di questo, come lo è la ripresa dell'avanzata militare russa.

E tuttavia la spinta allo sviluppo delle spese militari è in pieno corso su scala mondiale, anche in Europa, ben al di là del sostegno all'Ucraina, e ben al di là delle “rassicurazioni” di Macron. L'indebolimento dell'imperialismo USA, lo spettro di una possibile vittoria elettorale di Trump, l'acuirsi delle contraddizioni imperialiste fra il blocco NATO e il blocco rivale russo-cinese, pongono gli imperialismi europei di fronte a un tema strategico di prospettiva: lo sviluppo della propria forza militare. Una forza integrata nella NATO, ma dotata di una maggiore capacità di iniziativa e presenza nei diversi scacchieri dello scenario mondiale. La stessa spedizione navale nel Mar Rosso a sostegno dello Stato sionista riflette questa spinta.

Il punto è che l'Unione Europea è un cartello di imperialismi tra loro concorrenti anche in fatto di industria militare. Nei soli armamenti terrestri esistono 17 sistemi d'arma diversi in Europa, a fronte dei quattro negli USA. La corsa dei diversi Stati imperialisti europei, in concorrenza tra loro, a proprie relazioni bilaterali con l'Ucraina sul terreno dell'assistenza militare a Kiev è parte di questa contesa più ampia.
La Francia spinge per una maggiore integrazione dell'industria militare europea ma sotto egemonia francese. La Germania, che ha investito 100 miliardi nello sviluppo delle proprie capacità militari, rifiuta l'egemonia della Francia. L'Italia gioca a sua volta un ruolo relativamente autonomo, in aperta concorrenza con Parigi, e non solo sul terreno militare. In ogni caso la risultante d'insieme è la corsa agli armamenti in Europa. Mario Draghi ha apertamente ventilato un nuovo ricorso all'indebitamento comune europeo, come in occasione del Covid, proprio per finanziare lo sviluppo delle spese per la Difesa (oltre che per la transizione ecologica e digitale).

Mentre le spese sociali vengono ovunque tagliate, l'industria europea delle armi è già in piena espansione. Le spese militari in Europa nel 2023 sono arrivate a 345 miliardi di dollari contro i 230 del 2014. Il valore dei pacchetti azionari dell'industria bellica è cresciuto verticalmente in tutte le Borse. Il gruppo italiano Leonardo, fiore all'occhiello dell'imperialismo di casa nostra, ha conosciuto una crescita in Borsa del 217% in soli due anni, guadagnando la terza posizione su scala mondiale. Alla faccia dell'“imperialismo straccione”...

Contro tutte le illusioni riformiste su una nuova possibile architettura pacifica dell'ordine mondiale grazie alla crisi dell'egemonia USA e all'emergere del “policentrismo”, la realtà è esattamente opposta. Proprio l'emergere di nuovi poli imperialisti, proprio il contrasto tra vecchie e nuove potenze imperialiste per la spartizione del mondo, trascina ovunque la corsa agli armamenti. Che è e resta nella prospettiva storica una corsa verso la guerra. Non quella che si combatte oggi in Ucraina, ma una guerra diretta tra imperialismi rivali su scala mondiale.

Per questo il nostro sostegno all'Ucraina contro la guerra d'invasione dell'imperialismo russo non ha nulla a che spartire con un sostegno alla NATO o alle sanzioni imperialiste contro la Russia. A maggior ragione ci opponiamo a ogni possibile trascrescenza della attuale guerra in una guerra interimperialista, col diretto coinvolgimento di truppe europee o NATO. Più in generale ci opponiamo a tutti gli imperialismi e a tutte le loro guerre, dal versante delle ragioni dei popoli oppressi, in piena autonomia dai loro governi o direzioni. Ogni popolo oppresso ha diritto a utilizzare per i propri diritti le contraddizioni tra imperialismi rivali. Ma noi abbiamo il dovere di contrapporci a ogni imperialismo, a partire dal nostro, in una prospettiva di rivoluzione socialista internazionale. Che è l'unica prospettiva di vera pace.

Partito Comunista dei Lavoratori

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