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Pieno sostegno al Comitato di Lotta dell'Asp Golgi Redaelli

11 Febbraio 2024
asop


La situazione che vive l'Asp Golgi Redaelli di Milano, storica struttura sanitaria milanese attiva soprattutto nella cura degli anziani, è uno spaccato della situazione della sanità pubblica post pandemia. Sempre meno personale lavora nei reparti, senza un numero realmente adeguato di nuove assunzioni da anni, e il personale è costretto a lavorare come in emergenza Covid. Tante lavoratrici e lavoratori hanno riportato gravi malattie professionali muscolo scheletriche e non sono più in grado di lavorare al 100% delle loro capacità, ma vengono lo stesso contati come organico completamente efficiente.

Gli scarsi aumenti dello stipendio legati alla vacanza contrattuale, di poche decine di euro l’anno, non vengono corrisposti dall’azienda sanitaria, perché lamentano un deficit di 36 milioni di euro.

I turni di lavoro vengono organizzati in modo tale che non permettono un vero recupero psicofisico in quanto non garantiscono due giorni di riposo vero consecutivi, causando un altissimo rischio di aumento di quelle malattie professionali di cui sopra.

Dinnanzi a queste gravi problematiche alcune lavoratrici e lavoratori hanno deciso di organizzarsi in un comitato di lotta per denunciarle e porre in atto una serie di rivendicazioni, come quella dei due giorni di riposo consecutivi alla fine di un ciclo di turni di lavoro, l'avvio di un regolare e costante piano di manutenzione, e la restituzione degli arretrati contrattuali, non avendo le lavoratrici e i lavoratori alcuna responsabilità nei deficit di bilancio dell'azienda sanitaria.

Questo comitato nasce dopo anni di arretramento delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità, e può costituire un esempio di ripresa della conflittualità e del protagonismo di un settore che è stato tra i più martoriati, insieme all'istruzione ed al trasporto pubblico locale, dagli scellerati tagli degli ultimi decenni messi in atto dai governi delle classi dominanti. Basti pensare ai 37 miliardi di euro tagliati alla sanità pubblica tra il 2008 ed il 2020.

Sin dalle prime riunioni questo comitato ha avuto il sostegno di una delle prime realtà del sindacalismo di base, lo Slai Cobas, che ha un intervento sindacale in questa azienda sanitaria sin dai primi anni novanta ed ha animato negli anni precedenti la pandemia numerose vertenze, e che attualmente tra le lavoratrici e i lavoratori a sanità porta avanti una battaglia, anche legale, per il riconoscimento del tempo del cambio divisa all'interno dell'orario di lavoro. Il Partito Comunista dei Lavoratori saluta e sostiene la nascita di questa nuova realtà di lotta, portando oltre alla solidarietà alcune importanti rivendicazioni come:

Un nuovo e reale piano di assunzioni a livello nazionale nel campo della sanità pubblica.

La nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori di tutte le strutture sanitarie private, spesso di proprietà di grandi gruppi del padronato o della Chiesa.

Una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco dei patrimoni. Solo tassando i milionari si potranno compensare decenni di tagli alla spesa pubblica sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.

La riduzione dell'orario di lavoro a 30 ore settimanali pagate 40.

Un aumento dei salari che porti ad un adeguamento alla media europea e si accompagni ad un ritorno alla scala mobile dei salari, misura fondamentale in un momento simile.

Consapevoli che solo un governo delle lavoratrici e dei lavoratori potrà mettere in atto delle reali politiche a favore della classe lavoratrice, il Partito Comunista dei Lavoratori, con le sue militanti ed i suoi militanti, è e sarà al fianco di questa nuova realtà autorganizzata, nella quale il ruolo delle lavoratrici è di primo piano.

Partito Comunista dei Lavoratori - commissione sindacale

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