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Il ballottaggio e il dibattito nel FIT-U

8 Dicembre 2023
fit-u


Pubblichiamo qui la risposta fornita dal compagno Sorans, dirigente di Izquierda Socialista argentina (sezione argentina della UIT), componente del Frente de Izquierda - Unidad (FIT-U), alle critiche delle altre organizzazioni del FIT-U circa l'appoggio elettorale critico a Massa contro Milei da parte di IS in occasione del recente ballottaggio elettorale. Il testo è stato pubblicato poco prima del ballottaggio. Ci pare una risposta metodologicamente corretta.

Come PCL, e come Opposizione Trotskista Internazionale, abbiamo avuto e abbiamo numerose divergenze con la UIT e i suoi posizionamenti internazionali. Come nel caso del sostegno espresso alla rivolta di Piazza Maidan in Ucraina nel 2014, o dell'appoggio fornito alle mobilitazioni contro Maduro in Venezuela. Movimenti reazionari presentati come progressivi, nel quadro di una visione tendenzialmente esaltativa della loro presunta dinamica. Sul terreno della lotta di classe in Argentina a più riprese abbiamo assunto come riferimento la linea di intervento del Partito Obrero, anche in occasione di sue polemiche con IS.

Nel caso invece dell'indicazione di voto al ballottaggio Massa-Milei, abbiamo condiviso la posizione espressa da Izquierda Socialista e gli argomenti con cui è stata difesa: che rivendicano la piena autonomia politica e programmatica dei marxisti rivoluzionari dal peronismo e l'opposizione intransigente ai suoi governi ma al tempo stesso sottolineano l'importanza di una contrapposizione frontale, anche sul terreno elettorale, alla minaccia ultrareazionaria rappresentata da Milei, anche quale forma di relazione con la base proletaria peronista in funzione della lotta per la sua conquista, che resta la necessità strategica decisiva per il marxismo rivoluzionario argentino. In particolare gli argomenti di Sorans chiariscono che in una logica leninista e trotskista l'appoggio elettorale critico, tanto più in un secondo turno elettorale, non ha nulla a che vedere con un appoggio politico, sempre inammissibile in linea di principio.

Come ricordava Lenin in L’estremismo: «I bolscevichi hanno propugnato metodicamente l’alleanza tra la classe operaia e i contadini contro la borghesia liberale e lo zarismo, senza mai rinunciare ad appoggiare la borghesia contro lo zarismo (per esempio nelle elezioni di secondo grado o nei ballottaggi)».

In ogni caso cogliamo l'occasione per ribadire che le divergenze tattiche tra le organizzazioni trotskiste del FIT-U dovrebbero essere affrontate e risolte all'interno di una comune organizzazione rivoluzionaria sulla base del centralismo democratico leninista. Stante una comune base programmatica di fondo (“obreros al poder”), l'unificazione delle organizzazioni del FIT-U in un comune partito ci pare al tempo stesso una necessità politica e un'opportunità straordinaria. Tanto più nel nuovo scenario politico argentino.

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IL BALLOTTAGGIO E IL DIBATTITO NEL FIT-U

A seguito del ballottaggio, si è aperto un dibattito tra i partiti che compongono il FIT-Unidad. Non era intenzione di Izquierda Socialista entrare nella polemica sulle tattiche che ogni organizzazione ha assunto per la tornata elettorale. Ma viste le critiche pubbliche a IS da parte del PTS, del PO e del MST (1), per la nostra posizione di votare, con appoggio critico, Massa per cercare di impedire un trionfo dell'estrema destra di Milei, siamo obbligati a rispondere per provare a chiarire tra coloro che leggono le diverse pubblicazioni della sinistra.

Izquierda Socialista spinge per un voto critico nei confronti di Massa, ma rispetta le diversità delle scelte tattiche dei vari componenti del FIT-U sul ballottaggio.

Sappiamo che molti compagni simpatizzanti del FIT-U e della sinistra, logicamente, temono che questo tipo di dibattito possa deteriorare l'unità del fronte. Ma tali dibattiti sono all'ordine del giorno, da quando il FIT è stato fondato dodici anni fa. Ce ne sono stati alcuni e molto duri, per esempio, durante le PASO (2). Izquierda Socialista rispetta la diversità che esiste nel FIT-U, così come i suoi dibattiti, e crediamo che dobbiamo sempre affrontarli in maniera tale da rafforzare il fronte. Abbiamo una solida unità con un programma rivoluzionario strategico nella lotta per un governo della classe operaia, ma abbiamo molteplici differenze politiche e criteri, incluso il modo in cui affrontare i dibattiti.

Come Izquierda Socialista, ad esempio, non crediamo sia molto positivo che, a causa della differenza di tattica elettorale in un ballottaggio, che si tratti di un voto critico o di una scheda bianca, vengano utilizzati termini come "opportunista". Ma ognuno fa i dibattiti come meglio crede. Da parte nostra, non ci è passato per la testa di definire che chi sia favorevole alla scheda bianca o all'astensione, tra Milei e Massa, è un "settario" o di definirlo in altro modo. Nel nostro comunicato del 6 novembre 2023 diciamo chiaramente che rispettiamo quella posizione: «Anche se non la condividiamo, né è una nostra proposta, rispettiamo come alternativa al rifiuto dell'estremista di destra Milei il voto bianco, nullo o l'astensione». Riaffermiamo anche, con orgoglio, che dopo dieci giorni di intenso scambio interno, quando abbiamo adottato la tattica del voto critico, abbiamo anche democraticamente deciso di autorizzare i compagni che non erano d'accordo con la posizione dell'ampia maggioranza ad esprimere il proprio approccio al voto del secondo turno.

È molto sbagliato accusare Izquierda Socialista di "sbandamento", di "opportunismo" o di voler "abbellire Massa".

Guillo Pistonesi, leader del PTS, ha scritto una nota parlando dello "slittamento" di IS, e che "solo di sfuggita si parla di Sergio Massa e del suo sostegno a Israele" (Izquierda Diario, 16/11/2023). Guillermo Pacagnini, leader del MST, si spinge a dire che "le posizioni opportuniste come quelle di IS che seminano aspettative a Massa..." (Periodismo de Izquierda 13/11/2023).

Sia le considerazioni del PTS che quelle del MST sono false. IS né menziona "di sfuggita" Massa, il suo governo padronale le sue posizioni filo-imperialiste e filo-sioniste, né "semina aspettative in Massa". Tutt'altro. Chiariamo il significato del voto critico nei confronti di Massa. Basta riascoltare le dichiarazioni di "Pollo" Sobrero o di Giordano (3), così come leggere il nostro comunicato pubblico per sapere che denunciamo permanentemente Massa e il suo governo di austerità e non smettiamo di farlo nemmeno per un secondo. Non è "di passaggio" che denunciamo Massa. Il nostro comunicato inizia denunciando Massa: «La prima cosa che vogliamo sottolineare è che questa è una competizione tra due candidati padroni che, con i loro diversi progetti e differenze, rappresentano i grandi imprenditori, le banche, le multinazionali e il Fondo Monetario Internazionale. Queste sono due variabili della manovra di austerità capitalista. Uno, Sergio Massa, che la sta già applicando dal governo di cui lui stesso fa parte, insieme ad Alberto e Cristina Fernández, spalleggiati dalla burocrazia sindacale. L'altro, l'estrema destra di Milei, che non smette di annunciarla con il suo piano "motosega" contro i lavoratori. Ecco perché diciamo che chiunque vinca, ci sarà una maggiore austerità e una resa al FMI, che affrontiamo fin da ora». Siamo stati chiari e forti sul significato del voto critico nei confronti di Massa: «Non significa un endorsement o sostegno politico. Lo facciamo in base a una politica di indipendenza di classe. È un voto non per sostenere l'attuale governo padronale e di austerità, né la sua politica di avallo del genocidio israeliano contro il popolo palestinese a Gaza, come abbiamo denunciato. È un voto con il naso tappato che accompagna milioni di persone per cercare di impedire di avere un governo di ultradestra del fascista Milei dal 10 dicembre" (Dichiarazione di Izquierda Socialista, 6/11/2023, izquierdasocialista.org). Questo è stato chiarito da tutti i giornalisti quando hanno diffuso la notizia della nostra proposta, dicendo che lo stavamo facendo con un addendum, "criticamente", cioè senza dare alcun sostegno o avallo a questo governo o al prossimo.

I voti critici del PTS, del PO e del MST a varianti padronali in altri paesi non hanno "messo in discussione" l'indipendenza di classe?

Il compagno Pistonesi dice, a nome del PTS, che il voto critico di Izquierda Socialista per Massa "mette in discussione l'indipendenza politica" del FIT-U. La stessa critica viene fatta dal PO, nell'articolo di Pablo Giachello su Prensa Obrera (13/11/2023) dal titolo "Un colpo alla lotta per l'indipendenza politica dei lavoratori". La stessa definizione è ripetuta dal MST nella nota sopra citata.

Vogliono stabilire che IS romperebbe con un principio del FIT, ma niente è più lontano dalla verità. Chiariamo ancora una volta che si tratta di una tattica elettorale (non "di principio") che, in alcune occasioni, i rivoluzionari hanno usato.

Ciò che è contraddittorio e sorprendente è che sia il PTS che il PO che il MST, con i loro partiti o gruppi alleati, hanno adottato questa tattica elettorale in varie elezioni in America Latina.

Il PO riconosce nella sua dichiarazione sul ballottaggio: "siamo stati per il voto a Boric, Castillo, a Petro o al MAS in Bolivia". Ha omesso di aggiungere che, come il PTS e il MST, tutti hanno sostenuto il voto critico per il candidato del PT Fernando Haddad e i suoi alleati padronali contro Bolsonaro nel 2018.

Siamo d'accordo con queste tattiche di "voto critico". Anche la nostra organizzazione internazionale, UIT-CI (4), ha promosso alcuni di questi voti critici. Soprattutto nel caso di Haddad contro Bolsonaro. Ma è importante chiarire ai militanti che si tratta di voti critici per candidati di formule borghesi contro varianti di estrema destra simili a quella di Milei. Vediamo come l'MRT del Brasile, partito alleato del PTS, l'ha formulata: "Abbiamo lanciato il voto critico per Haddad senza dare alcun sostegno politico al PT, poiché non condividiamo la sua strategia di conciliazione di classe" (Flavia Valle e Maíra Machado, insegnanti e attiviste del MRT, 17/10/2018, Izquierda Diario Brasil). Parola più, parola meno, è simile alla formulazione del voto critico di Izquierda Socialista per Massa.

Quindi, se il voto critico viene applicato dal PTS, dal PO e dal MST, l'indipendenza politica di classe non è "in discussione"? Ma se invece lo applica Izquierda Socialista, è in discussione? Non regge alla minima analisi. Questa è un'altra delle incoerenze di PTS, PO e MST.

Non siamo d'accordo con la visione di PTS, PO e MST secondo cui non importa se Milei vince. Per questo motivo abbiamo fatto appello voto critico a Massa.

I compagni delle direzioni del PTS, del PO e del MST sin ingarbugliano nel giustificare il loro voto confuso, che in realtà è un né né: né Milei né Massa, sostenendo che una vittoria di Milei non porterebbe a "un regime fascista". Secondo il compagno Pistonesi/PTS: "Izquierda Socialista cerca di giustificare l'invito a votare per Massa insinuando che con Milei ci sarebbe un cambio di regime, una sorta di colpo di Stato realizzato con mezzi elettorali. E il governo di unità nazionale con la destra che l'attuale ministro promuove sarebbe la diga di contenimento per evitarlo, invece di un appello al fronte unico dei lavoratori perché li colpisca con la lotta insieme, come un pugno solo, ma mantenendo l'indipendenza politica, senza mischiare bandiere che invitano a votare per un rappresentante diretto dei padroni come Sergio Massa".

Ci sono parecchie cose da chiarire qui, poiché Pistonesi falsifica e distorce la posizione di Izquierda Socialista. Da nessuna parte IS ha scritto o detto, tanto meno "sottintende", che se Milei vincesse ci sarebbe "un cambio di regime" con "una sorta di colpo di Stato". E meno che meno IS ha scritto che "il governo di unità nazionale" di Massa "sarebbe la diga di contenimento" per cui IS chiede di "votare per un rappresentante diretto dei padroni come Sergio Massa". È tutto inventato da Pistonesi.

Non riteniamo che un'eventuale vittoria elettorale di Milei significhi automaticamente un "golpe" o il "passaggio a un regime fascista", nel senso che il giorno dopo tutte le libertà democratiche vengano abrogate, il parlamento venga chiuso, i partiti politici vietati, il diritto di sciopero annullato e migliaia di persone imprigionate. In altre parole, che ci sia una controrivoluzione fascista. Ma il PTS, il PO e il MST pensano che non importi che i fascisti di Milei e Villarruel possano governare il paese? Non ci vuole l'arrivo di "un golpe" fascista perché un governo di estrema destra cerchi di attuare misure come, ad esempio, la grazia alle vittime del genocidio (5), la privatizzazione dell'istruzione, della sanità o dei treni, l'annullamento del diritto all'aborto legale, la chiusura di ministeri e migliaia di disoccupati per le strade, o la repressione delle marce operaie e dei piqueteros per le loro rivendicazioni. Questo è ciò che pescepiscono milioni di lavoratori, donne, dissidenti, giovani, piqueteros, studenti di scuole o università pubbliche, ed è per questo che voteranno con il naso tappato per Massa, per cercare di impedire che il fascista di Milei raggiunga il governo. Niente di più semplice.

Questo è ciò che PTS, PO e MST negano, al punto di minimizzare il pericolo rappresentato da un possibile governo Milei-Villarruel. Pistonesi (PTS) è il più chiaro. Si spinge fino a dire che "oggi La Libertad Avanza (6) è una corrente politica con un pochissimi militanti, che non ha nemmeno la capacità di affrontare efficientemente gli adempimenti del processo elettorale". In altre parole, non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi.

La miopia e la confusione politica del PTS, del PO e del MST sono impressionanti. Bolsonaro in Brasile, tra il 2018 e il 2022, non ha prodotto un "passaggio a un regime fascista", i partiti politici non sono stati vietati né sono state vietate tutte le libertà democratiche o il diritto di sciopero. Ma Bolsonaro era ed è di ultradestra, fascista, e il suo governo reazionario ha agito contro le masse e i loro diritti. A causa del suo negazionismo della pandemia di Covid e della sua opposizione ai vaccini, centinaia di migliaia di persone sono morte in Brasile. Bolsonaro ha perseguitato e limitato i diritti dei lavoratori, delle donne, dei dissidenti e del movimento antirazzista afrodiscendente. E quando ha perso le elezioni nel 2022, ha cercato di organizzare un colpo di Stato, che è fallito.

Pistonesi vuole dipingersi come "combattivo" e accusa falsamente IS di voler combattere l'estrema destra solo con un "voto critico" e non con "la lotta unitaria, come un solo pugno". Ci dispiace che insinui un'altra calunnia e falsificazione. Izquierda Socialista ha sempre fatto appello alla mobilitazione contro le azioni o gli attacchi fascisti, come nel caso dell'attacco alla nostra sede di La Plata o a quelle di altri partiti di sinistra. O come abbiamo fatto partecipando alla marcia unitaria antirepressiva del 9 novembre insieme a Encuentro Memoria, Verdad y Justicia cui partecipiamo con il FIT-U, e a innumerevoli organizzazioni contro la criminalizzazione della protesta portata avanti dall'attuale governo peronista e minacciata in futuro da Milei.

Pistonesi parla molto nel suo articolo del Brasile e dell'ascesa di Bolsonaro, ma nasconde o dimentica di menzionare che il PTS in Brasile con il suo partito alleato, l'MRT, ha usato la tattica del "voto critico" per il candidato Haddad e i suoi alleati padronali contro Bolsonaro nelle elezioni del 2018. Allora dissero che "condividendo l'odio e la volontà di lotta di tutti i lavoratori e i giovani che vogliono sconfiggere Bolsonaro, accompagniamo il loro voto alle urne e votiamo criticamente Haddad" (Diario Brasil, 17/10/2018). Qualcosa di simile a quello che diciamo noi di IS: accompagniamo i milioni di lavoratori e giovani che vogliono sconfiggere l'arrivo dell'estrema destra di Milei con un voto critico per Massa senza dargli sostegno politico.

In altre parole, in Brasile, il PTS ha usato il voto per "sconfiggere" l'arrivo di un governo di estrema destra. Tuttavia, Pistonesi sembra usare la massima: "fai quello che ti dico e non quello che faccio".

Il Brasile e l'Argentina hanno somiglianze politiche. Milei e l'estrema destra sono cresciuti in Argentina non solo perché Massa ha messo insieme i loro sostenitori. È cresciuta fondamentalmente a causa del disastro economico e sociale a cui ci hanno portato i governi padronali che hanno colpito con le loro manovre economiche i lavoratori. Bolsonaro è salito al potere dopo dodici anni di austerità da parte del governo del PT. Otto anni di governo Lula con l'uomo d'affari Alencar e quattro anni di Dilma Rousseff con il liberale Temer come vicepresidente. Purtroppo, l'odio popolare nei confronti di Lula e Dilma, come nel caso del governo peronista di Alberto, Cristina Fernández e Massa, porta alla confusione di milioni di persone, che votano per l'estrema destra.

Chiunque vinca il ballottaggio, IS e il FIT-U continueranno ad affrontare i piani di sempre maggiore austerità e la resa al Fondo Monetario Internazionale.

Siamo già alla vigilia del ballottaggio. Si spera che il dibattito all'interno del FIT-U e con migliaia di simpatizzanti della sinistra – molti elettori di Myriam Bregman al primo turno – che dicono no a Milei e si apprestano a votare con il naso tappato per Massa, possa aiutare le direzioni di PTS, PO e MST a riflettere.

L'importante è che, come abbiamo detto nella nostra dichiarazione del 6 novembre: "chiunque vinca, seguirà una maggiore austerità e una resa al Fondo Monetario, che affronteremo fin d'ora, proponendo come abbiamo fatto con il FIT-U una soluzione opposta: la rottura con il FMI, il no al pagamento del debito, un piano economico operaio e popolare e un governo operaio insieme alla sinistra".

Questo è ciò che è fondamentale per Izquierda Socialista. Al di là delle varie tattiche elettorali che si sono scelte all'interno del FIT-U, abbiamo la ferma convinzione che il FIT-U uscirà unito, come è accaduto in altre occasioni, per affrontare il governo che emergerà il 19 novembre, sia esso di Massa o di Milei.

In questo senso, ribadiamo quanto affermato nella nostra dichiarazione del 6 novembre: "Al di là di come si esprimerà il voto contro l'estrema destra Milei il 19 novembre, l'importante è che ci assumiamo l'impegno di continuare a promuovere le lotte operaie e popolari nell'unità, per affrontare le ancor maggiori misure antioperaie che sta arrivando, dell'attuale governo o del prossimo. Izquierda Socialista nel FIT-U promuoverà la più grande unità per sostenere questa lotta, nelle strade e nel Congresso, lottando per una soluzione operaia e socialista insieme al FIT-U. Chiamando a rafforzare un'alternativa politica indipendente dei lavoratori e della sinistra attraverso la costruzione di IS e del FIT-U, il grande strumento dell'unità della sinistra che abbiamo conquistato".

17/11/2023



(1) Partido de los Trabajadores Socialistas, Partido Obrero, Movimiento Socialista de los Trabajadores

(2) Elezioni primarie argentine

(3) Dirigenti di Izquierda Socialista

(4) Unidad Internacional de los Trabajadores - Cuarta Internacional

(5) L'autore si riferisce alle uccisioni della dittatura militare argentina di Videla fra il 1976 e il 1983

(6) La coalizione politica del candidato eletto Javier Milei

Miguel Sorans

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