Interventi
Perché Izquierda Socialista non ha ragione
18 Novembre 2023
In occasione del ballottaggio del 19 novembre per le elezioni presidenziali argentine, Izquierda Socialista (IS), uno dei partiti che compongono il Frente de Izquierda - Unidad (FIT-U), ha espresso tramite un comunicato della sua Direzione Nazionale l'appoggio critico a Sergio Massa, il candidato del peronismo (l'equivalente di ciò che in Italia e in Europa viene correntemente definito "centrosinistra").
Con l'appoggio critico a Massa, dichiara IS, «ci uniamo al rifiuto politico-elettorale di Milei», «accompagnando» i milioni di lavoratori che hanno già votato Massa al primo turno, e che torneranno a farlo nel ballottaggio. E facendolo, per ciò che riguarda IS, «con l'unico obiettivo che non vinca Milei, senza alcuna fiducia né appoggio politico a Massa» (1).
Con questa decisione, e questo genere di argomentazioni, Izquierda Socialista assume una posizione opportunista e codista, minoritaria e isolata non solamente dentro il FIT-U e nell'area dell'estrema sinistra argentina, ma anche a livello internazionale.
L'unico altro partito che negli ultimi decenni ha scelto di appoggiare un candidato borghese in occasione di un ballottaggio di elezioni presidenziali fu la Ligue Communiste Révolutionnaire francese nel 2002, scegliendo il sostegno critico a Chirac con la parola d'ordine «battere Le Pen dentro e fuori le urne». Anche in quel caso la LCR – legata a un'organizzazione internazionale che aveva già da tempo abbandonato qualsiasi riferimento al trotskismo che non fosse letterario – si trovò isolata fra le organizzazioni dell'estrema sinistra francese, che fortunatamente non scelsero di appoggiare Chirac. In quell'occasione commentammo: «Più la sinistra si appiattirà su Chirac, più Le Pen avrà buon gioco a presentarsi, al di là del risultato, come l'unica vera alternativa antisistema presso strati sociali diseredati e popolari» (2).
Le ultime elezioni politiche italiane sono state interpretate da non poca parte delle forze rivoluzionarie fuori dall'Italia come una contesa fra partiti borghesi moderati "classici" (un po' meno classico nel caso del M5S) e un partito di ispirazione nettamente neofascista, Fratelli d'Italia. Non è stata questa la valutazione del PCL, né di altri a sinistra, in Italia. Ma stando a questa valutazione, e seguendo la scelta di IS, avremmo dovuto appoggiare criticamente il PD (o il M5S) per impedire a Giorgia Meloni di arrivare al governo.
La decisione di IS è infatti sbagliata a partire dall'analisi e caratterizzazione di Milei su cui si fonda. Non è questa la sede per approfondire l'argomento della natura di Milei e del suo movimento politico La Liberdad Avanza (La Libertà Avanza), che nel giro di poco tempo è riuscito a diventare un'alternativa in grado di competere con i principali blocchi politici argentini, cioè l'ampia area peronista, le varie destre liberal-conservatrici e il radicalismo (Unión Cívica Radical).
È da considerare il fatto che all'interno dello stesso FIT-U, ad eccezione di IS (che però la rende esplicita solamente dopo il primo turno delle elezioni), viene respinta la caratterizzazione di Milei come senz'altro fascista. Se da una parte è indubbia la natura profondamente reazionaria e "sovversivista" di Milei, con il suo programma sociale ed economico pinochettista, la sua demagogia livida e tronfia, e i suoi richiami alle stagioni più buie della storia argentina, dall'altro è altrettanto indubbia la sua vicinanza, più che al fascismo storico o agli attuali partiti neofascisti, ai vari movimenti di quel variegato e differenziato campo di estrema destra populista che abbiamo visto sorgere negli ultimi anni sotto ogni latitudine mondiale, da Trump a Bolsonaro passando per Vox, Fratelli d'Italia, Farage nel Regno Unito, AfD in Germania, etc.
La stessa IS riconosce che l'ascesa di Milei, così come di tutte le esperienza sopra citate, è stata sospinta dalle conseguenze economiche e sociali della lunga ristrutturazione capitalista seguita alle crisi economiche dell'ultimo quindicennio, con il sovrappiù di guerre e di intensificazione di attriti interimperialisti, che in un paese come l'Argentina hanno avuto connotazioni e ricadute particolarmente brutali. Guardando agli ultimissimi anni, il principale fattore politico dell'ascesa di Milei è stato, in quanto responsabile e gestore di questa ristrutturazione, proprio il peronismo, che riprendendo con i suoi ultimi governi il corso menemista degli anni '90 e in continuità con la destra di Macri, ha sottoposto ad attacchi continui la classe lavoratrice argentina, di concerto con le agenzie dell'imperialismo monetario internazionale (FMI, Banca Mondiale) che hanno continuato indisturbate il proprio saccheggio.
Il principale compito di un'organizzazione politica che si oppone da sinistra al peronismo, quale IS è, dovrebbe quindi essere quello di porre questo dato politico come punto di partenza di qualsiasi discorso sulla natura di Milei e sul ruolo criminale del peronismo nell'averne favorito l'ascesa. A nulla vale elencare le responsabilità di Sergio Massa come attuale ministro dell'economia di un governo borghese e antioperaio, se queste responsabilità vengono poi messe tra parentesi e non invece usate, come dovrebbe essere, come leva per favorire una giusta comprensione di Milei fra i lavoratori, e contemporaneamente una loro presa di coscienza contro Massa e il peronismo.
IS fa invece il contrario, e nonostante le dovute critiche a Massa, sceglie di capitolare, conformemente alla classica politica del meno peggio, che in Italia conosciamo bene per i suoi effetti nefasti, cioè essenzialmente l'aver annientato politicamente – e diremmo quasi fisicamente – la sinistra. Una politica, quella del meno peggio, che dovrebbe essere bandita da un'organizzazione che si definisce trotskista.
Il principale danno che la capitolazione di IS causa è quello di mettere in discussione la natura del FIT-U come polo di classe della sinistra argentina, contrapposto a tutti i partiti borghesi, e quindi alternativo anche a tutte le varianti peroniste. Non è un danno di poco contro, considerando che questo fu il principio alla base della costituzione del FIT nel 2011, principio che ha permesso al FIT di tenere, di strutturarsi, pur tra fasi alterne, e di essere riconosciuto come interlocutore credibile da un'ampia avanguardia di lavoratori e di poter così in parte incrinare la presa che storicamente il peronismo ha avuto, e tuttora ha, sulla classe lavoratrice e le fasce popolari argentine.
L'appoggio a Massa trasforma il FIT in un ingranaggio del regime politico borghese (3) e costituirà un colpo alla lotta per l'indipendenza politica dei lavoratori (4), con la massima convenienza dei peronisti e dello stesso Massa (tanto più che il comunicato di appoggio di IS e le dichiarazioni dei suoi dirigenti stanno venendo costantemente utilizzati dai peronisti, strumentalmente, come puntello e legittimazione a loro favore) e con il massimo detrimento proprio del FIT-U, che si vede impossibilitato a una corretta azione di intervento fra quegli strati di lavoratori che, pur critici, hanno coltivato illusioni in Massa al primo turno e che sono disposti a votarlo ancora, cedendo alle sirene del "fronte democratico antifascista" attivate dal peronismo.
Ciò vale ancor più se questi smottamenti in direzione del voto a Massa provengono dalle stesse file della base del FIT e dei suoi simpatizzanti (5), rendendo ancora più grave il pericolo di dissolvimento del perimetro del FIT e di liquidazione del suo campo politico unitario e alternativo. IS, invece di fungere da argine a questi cedimenti, dà loro sostegno e legittima il loro discorso fuorviante. «Il pericolo potenziale che l'ultradestra arrivi al governo e aumenti ancor più il suo potere... spazza via qualsiasi dibattito teorico e speculazione elettorale», dichiarano centinaia di simpatizzanti in un comunicato. Cioè, se le parole hanno un senso, l'appoggio a Massa mette in sordina non solamente qualsiasi azione indipendente ma anche solo una chiarificazione («qualsiasi dibattito») all'interno e all'esterno del FIT-U. Non si capisce come possano essere interpretabili in altro modo queste parole se non come un appoggio magari "critico" ma disarmato a Massa.
La strada da indicare all'avanguardia e ai lavoratori argentini è tutt'altra, e passa dalla lotta a Milei con altri mezzi e su un altro terreno rispetto a quello scelto dalle fazioni borghesi peroniste. IS interpreta Milei come fascista, ma dimentica che la lezione centrale di Trotsky contro il fascismo è che esso va affrontato a partire dall'indipendenza politica dei lavoratori rispetto a tutte le alternative antifasciste "democratiche". Il metodo per sconfiggere il fascismo risiede nella mobilitazione dei lavoratori, nell'intensificare la lotta di classe (che è un preludio dell'intensificazione della polarizzazione destinata a sfociare nella guerra civile) e nell'utilizzo di metodi rivoluzionari di opposizione (incluso l'armamento popolare). Metodi rivoluzionari che sono gli unici non solo in grado affrontare il fascismo ma anche in grado di garantire che l'azione strategica dei lavoratori non venga subordinata o utilizzata da nessun settore borghese.
Di tutto questo però non c'è traccia nei comunicati di IS. Come se da una parte si lanciasse l'allarme contro il fascismo imminente e dall'altra si rifiutasse una tattica corrispondente e coerente contro di esso. Ciò non fa che sovrapporre l'azione di IS proprio a quella di Massa e dei peronisti, che infatti gridano "al lupo, al lupo!" ma si guardano bene dal prepararsi a un eventuale attacco fascista armato, fosse pure di autodifesa e nei limiti borghesi.
Ma restiamo pure sul terreno dell'"emergenza antifascista", e seguiamo l'argomentazione di IS. Il caso del ballottaggio Chirac-Le Pen in Francia nel 2002 è quello che ci appare più indicato per tentare un confronto. Non importa qui il fatto che Chirac fosse un candidato della destra, mentre invece Massa è "di sinistra" (cosa che comunque a sinistra non impedì, come abbiamo visto, di votare Chirac): ciò che conta è il metodo con cui affrontare la battaglia contro l'estrema destra.
«Per fronteggiare e battere il fascismo lepenista va sviluppata non la politica del fronte "democratico" con la destra borghese gollista sul terreno istituzionale, ma la politica del fronte unico di classe sul terreno della mobilitazione di massa indipendente. Per altro il fronte unico antilepenista è quello che in queste ore si sta sviluppando per le strade delle città francesi e che unisce, sul terreno dell'azione, lavoratori, giovani, studenti delle più diverse formazioni e partiti della sinistra, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni popolari. Si tratta allora di estendere e sviluppare questo fronte, di proporre e promuovere in ogni città, in ogni luogo di lavoro e di studio, un pubblico appello all'unità d'azione antifascista rivolto ad ogni organizzazione, ad ogni lavoratore, ad ogni cittadino democratico. E al tempo stesso di far maturare, dentro la mobilitazione unitaria, un convincimento di fondo: solo lottando per un'alternativa di società e di potere che indichi una via d'uscita reale dalla crisi, il movimento operaio potrà porsi come riferimento delle masse diseredate e della piccola borghesia impoverita, disgregando per questa via il blocco sociale lepenista» (6).
Ciò che colpisce negativamente, nella presa di posizione di IS, è proprio la quasi assenza dell'azione diretta e indipendente dei lavoratori, la necessità di una demarcazione di classe all'interno dell'anti-mileismo. Il compito di «continuare a portare avanti le lotte operaie e popolari» è relegato, in poche righe, solo nella parte finale del comunicato, quasi fosse una questione secondaria o subordinata rispetto alla posizione da assumere al ballottaggio. Mentre invece dovrebbe essere l'opposto.
IS sa bene che la scelta di appoggiare, seppur criticamente, un candidato borgese non trova né giustificazione teorica né precedenti nella storia del trotskismo e del leninismo, e infatti si astiene dal proporle o dal tentare di rintracciarle. Ciò che però IS non considera è il profondo errore politico e di principio che una scelta presuntamente "solo" tattica può contenere.
Chi ha da guadagnare dal fatto che il FIT-U, o IS, si trasformi nella ruota di scorta del peronismo è unicamente Milei, che potrà utilizzare a suo vantaggio la corresponsabilizzazione dei trotskisti per continuare a presentarsi come unica vera alternativa al sistema di potere (che questa volta potrà includere anche... i trotskisti). Bisogna avere chiara la natura dell'avversario per poterlo combattere. Bisogna scegliere i metodi e le tattiche giuste. Bisogna strappare la motosega dalle mani di Milei, ma non per metterla nelle mani di Massa.
(1) https://www.izquierdasocialista.org.ar/2020/index.php/blog/para-la-web/item/22376-declaracion-de-izquierda-socialista-sobre-el-balotaje-llamamos-a-votar-contra-el-ultraderechista-milei
(2) Battere Le Pen con la mobilitazione di massa, 25/04/2002
(3) https://prensaobrera.com/politicas/el-planteo-de-is-convertiria-al-fit-u-en-un-engranaje-del-regimen-politico
(4) https://prensaobrera.com/politicas/un-golpe-a-la-lucha-por-la-independencia-politica-de-los-trabajadores
(5) https://www.izquierdasocialista.org.ar/2020/index.php/blog/para-la-web/item/22408-crecen-los-llamados-a-votar-contra-el-ultraderechista-de-milei
(6) Breve nota sulle elezioni francesi, Marco Ferrando, 24/04/2002