Dalle sezioni del PCL

Con la Palestina! Con l'occupazione di Palazzo Nuovo!

16 Novembre 2023
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Gli studenti universitari di Torino hanno occupato Palazzo Nuovo. Un’occupazione che intreccia almeno tre significati.

È un atto di solidarietà internazionale alla Palestina, perché il popolo palestinese sappia che nel soffocato «mondo libero» esiste ed esisterà una falla incolmabile tra la classe dominante e la classe dominata. E se tutti i posizionamenti ufficiali e le conseguenze materiali dei governi atlantici si schierano in sostegno di un’occupazione militare chiamata «Stato di Israele», esiste dall’altra parte un popolo che riconosce l’oppressione, l’abuso, il genocidio (quello che fingono di piangere lorsignori sionisti salvo compierlo a loro volta, e per le medesime ragioni imperialiste), li chiama col giusto nome e si mobilita in difesa degli oppressi, degli abusati, dei martiri. Questa abominevole retorica non inganna nessuno, e l’occupazione di Palazzo Nuovo lo sventola lungo tutta la facciata dell’ateneo.

È un atto di ribellione contro l’indifferenza e l’impoliticità borghese all’insegna della quale sempre più è venuta strutturandosi l’istruzione negli ultimi anni. Gli studenti sono cittadini e, oltre che subire la politica, con classi pollaio e personale docente falcidiato, presidi-sceriffi e alternanze scuola-lavoro omicide, il tutto combinato con la miseria economica che travolge le classi subalterne, vogliono anche farla. Basta col qualunquismo nei luoghi di studio! Gli studenti, già lavoratori o lavoratori di domani, ripoliticizzino i loro spazi, mettano in pratica ciò che apprendono dalla Storia, esercitino la democrazia proletaria così come vorrebbero gestire il mondo futuro!

È un atto di protesta contro la «nuova scuola» di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito del governo Meloni. Contro il suo lavoro gratis a cui sarebbero obbligati gli studenti nei giorni di sospensione; contro le sue punizioni per chi riporta bassi voti in condotta, i quali, in una scuola trasformata in un penitenziario fascistoide, diventano strumenti di intimidazione per gli spiriti più rivoluzionari, o di contenzione per quei disagi sociali che lo stesso sistema capitalistico esacerba e che vengono in sovrappiù addebitati a chi ne è vittima. Contro il suo apprendistato formativo gratuito e la prosecuzione dell’alternanza scuola-lavoro, pacco regalo insanguinato per le gioie natalizie di casa Bonomi.

L’occupazione preludeva allo sciopero del 17 novembre. Anche contro la scuola fasciopadronale di Valditara. Colui che, tra una petizione anticomunista e un appello alle famiglie perché scelgano per i figli istituti professionali così da entrare nel mondo del lavoro perfettamente impratichiti e perfettamente ignari dei propri diritti, ebbe a sentenziare: «Non è più l’epoca degli scioperi. La scuola che sciopera è finita col Sessantotto!»

Sua Gerarchia Galeazzo Valditara, se una fiamma tricolore governa ancora questo paese, non si capisce perché debba essere finito ciò che le è nato contro. Vuole porre fine al Sessantotto? Si ponga fine al capitalismo e all’imperialismo, al fascismo italiano, israeliano, internazionale! Ma ciò, se ha studiato e «merita» il titolo di ministro al merito, saprà che non è compito suo.

Infatti, dis-onorevole ministro, copia farsesca del Gentile bocciato in Storia nel più esemplare dei modi, nonostante tutti i suoi scongiuri terrorizzati che si atteggiano a bronzei ducetti, eccoci ai nostri posti, con tanti pugni alzati, tanto rosso, tanti canti comunisti a darvi il Buon Sessantotto! Fascisti!

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Torino

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