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Autunno precario per la scuola

L’ennesimo settembre all’insegna del precariato e delle incertezze per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola

17 Settembre 2023
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Anche quest’anno scolastico, come i precedenti, è iniziato all’insegna dell’incertezza per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola che, in mancanza di un reale piano di stabilizzazione, si vedono per l’ennesima volta in una snervante attesa che si sta prolungando anche oltre l’inizio dell’anno scolastico, iniziato con decine di migliaia di cattedre vacanti, visto che neanche quest’anno verranno coperti tutti i posti vacanti e disponibili, con il 200% di insegnanti precari in più rispetto al 2015. Circa 150mila sono i posti in organico di fatto di cui almeno 117mila sono per il sostegno agli alunni con disabilità. Una situazione che vede nei fatti la negazione della continuità didattica per circa la metà delle alunne e degli alunni con disabilità. Anche per quanto riguarda il personale ATA la situazione non è affatto rosea, con le nomine autorizzate, infatti, che andrebbero a coprire a malapena il 30% dei posti vacanti, quando gli incarichi ATA coperti con supplenze vanno a costituire più del 10% del totale.


GPS NEL CAOS: IL CASO DELLA LOMBARDIA

L’attesa per migliaia di insegnanti è stata resa ancora più snervante dagli errori nella convocazione tramite GPS, dove precari storici con un punteggio alto si sono visti scavalcare nella nomina da colleghe e colleghi con un punteggio molto più basso, e supplenze annuali conferite a docenti già inseriti in ruolo da concorso straordinario bis e concorso ordinario. Questa situazione sta penalizzando fortemente i docenti che avevano espresso la preferenza per cattedre che di fatto allo stato attuale sono rimaste vacanti, poiché i docenti con assegnazione finalizzata al ruolo non assumeranno ovviamente servizio nell’altra sede. Una logica del “figli e figliastri” che sta danneggiando docenti e studenti, attaccando salario e dignità dei primi, negando la necessità della continuità didattica per i secondi, soprattutto per le studentesse e gli studenti con disabilità. Queste sedi verranno assegnate, in seconda convocazione, a docenti con punteggio in graduatoria molto inferiore a quello dei colleghi che ne avrebbero avuto diritto. Parecchi docenti che avrebbero avuto diritto alla cattedra annuale, se le procedure fossero state eseguite all’insegna del rispetto dei diritti e della dignità degli insegnanti, risultano allo stato attuale destinatari di cattedra con termine 30 giugno, ed in molti casi di un incarico che nemmeno raggiunge le 18 ore settimanali, con forti ripercussioni anche sul salario e quindi sulla qualità della vita di centinaia, se non migliaia, di docenti.


LA TOTALE CHIUSURA DELL’UST DI MILANO

In tutto ciò le dirigenze dell’ufficio scolastico di Milano, differentemente da quanto sta capitando in altri uffici scolastici provinciali, come Mantova e Cremona, hanno ribadito di non avere alcuna intenzione di ripetere la nomina del primo turno di convocazioni da GPS, rimuovendo dal sistema i docenti che hanno già preso servizio nelle sedi designate per il ruolo.Penalizzando i docenti delle GPS con maggiore punteggio a favore di quelli con punteggio inferiore che, non essendo stati ancora convocati, potranno ottenere incarichi fino al 31 agosto. Ciò vuol dire, oltre l’attuare una letterale umiliazione nei confronti di tanti docenti, della loro dignità come anche della loro anzianità di servizio, la gran parte dei quali provenienti dalle più remote province del Meridione, il cui unico desiderio è quello di poter riprendere a lavorare dopo il licenziamento estivo, il fomentare una vera e propria guerra tra poveri della quale se ne avvantaggeranno soltanto le realtà sindacali corporativistiche e la propaganda dei partiti reazionari come la Lega che sul precariato stanno provando da anni a costruire un bacino di voti.


SE MILANO PIANGE, ROMA NON RIDE

Non troppo diversa è la situazione delle GPS nella capitale. A Roma migliaia di precari hanno vissuto momenti poco piacevoli agli inizi di agosto, quando un errore nelle GPS ha causato punteggi errati, gettando nel panico gli insegnanti e causando un enorme carico di lavoro per l’ufficio scolastico provinciale. Pochi giorni fa, al momento dell’assegnazione, l’algoritmo delle GPS ha assegnato a numerosi docenti incarichi in scuole dove non vi era alcuna sede vacante. Oltre al danno la beffa.
Situazioni simili a quelle di Milano e Roma si sono riscontrate anche in altri territori, come in Toscana, con numerose proteste.


UNA SITUAZIONE CHE NON È PIÙ TOLLERABILE!

Per risolvere il problema del precariato e contrastare l'ormai palese progetto di privatizzazione della scuola, portato avanti indistintamente dai governi di centrodestra e centrosinistra a favore di multinazionali e Chiesa ci battiamo per queste rivendicazioni:

- La stabilizzazione di tutti i precari della scuola, insegnanti e ATA

Siamo per un piano di assunzioni che parta dalla trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto, e l'ingresso di tutti gli insegnanti con tre anni di servizio in un processo di formazione e stabilizzazione che non sia diviso, a differenza di come hanno sinora fatto i governi, con il risultato che migliaia di insegnanti abilitati sono ancora senza ruolo (basti pensare alle eterne attese di migliaia di vincitori del concorso 2016 e del concorso 2018, abilitati con le SSIS ed i PAS, del concorso straordinario 2020 come anche dell’ultimo concorso ordinario e dello straordinario bis).

- Abolizione dell'algoritmo e convocazioni in presenza

Assistiamo da anni a errori nelle convocazioni dovute alle impostazioni dell'algoritmo. Tutto questo porta a ripetute cancellazioni e ripetizioni delle nomine da GPS che allungano i tempi ad ogni inizio di anno scolastico. Il ripristino delle convocazioni in presenza permetterebbe un più equo scorrimento della graduatoria, evitando che chi ha più punteggio si veda scavalcare da chi è in posizione inferiore per un vizio di forma.
-pubblicazione delle disponibilità al momento della scelta delle sedi. Terribilmente grave è l'inesattezza delle disponibilità, che aumenta nelle migliaia di docenti presenti nelle GPS un senso di incertezza e angoscia che ogni estate si rinnova. È accertato come spesso nei file pubblicati dagli uffici territoriali risultino molte meno cattedre di quelle realmente esistenti.

- Lauree abilitanti

Per porre fine al mercimonio dei crediti formativi post-laurea; nello specifico un biennio magistrale abilitante per posto comune e un percorso analogo abilitante per il sostegno.

- No al blocco per i neoassunti, sì a pensioni dignitose

Ogni lavoratore deve avere il diritto di poter lavorare dove preferisce. Con ciò condanniamo fermamente il blocco triennale dei neoassunti contenuto nell’ultimo CCNL 2019/2021. Oggi i docenti over 60 ( dato del 2022) sono il 18%: praticamente il doppio della media europea.( 9%)

Analogo il dato dei docenti ultracinquantenni: il 20% dei docenti ha infatti tra i 54 e i 59 anni, mentre il 19% ha tra i 50 e i 54 anni.Più della metà degli insegnanti italiani ha più di 50 anni, con una percentuale complessiva del 57,2%. La media di docenti over 50 in Europa è di circa il 36% (dati SBC del 05/08/2023).

Se vogliamo creare lavoro per i giovani, soprattutto nel Meridione, riducendo l’esodo delle mobilità che ogni anno coinvolge migliaia di docenti e ATA, cominciamo mandando in pensione chi ha già lavorato tutta una vita.

- In pensione con 35 anni di lavoro o 60 anni di età.

- Pensione pari all’80% dell’ultimo salario con ripristino del calcolo retributivo

- Internalizzare tutti gli educatori

Il settore delle cooperative sociali è una vera giungla dove migliaia di educatori, soprattutto giovani e donne, sono sfruttati con salari minimi. Chiediamo l'assunzione di tutti gli educatori con lo stesso profilo negli enti locali.
Con queste rivendicazioni, come lavoratrici e lavoratori della scuola del Partito Comunista dei Lavoratori, siamo intervenuti in tutti gli scioperi dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola degli ultimi anni, e restiamo al fianco dei precari per bloccare ogni scellerato progetto di privatizzazione e divisione della scuola e degli insegnanti.


VIA IL GOVERNO MELONI, VIA BANCHE E CONFINDUSTRIA, POTERE AI LAVORATORI!

Solo con la lotta questo governo nemico dei lavoratori e dei precari potrà essere cacciato, contro ogni compromesso con i partiti nemici delle lavoratrici e dei lavoratori, per la sconfitta delle burocrazie sindacali complici di governo e padronato , burocrazia CGIL e Landini in primis, e di quelle di alcune realtà del sindacalismo di base, che perseguono una politica di microburocrazie, con una politica settaria, divisiva e autocentrata. Ma anche e soprattutto contro ogni logica corporativistica. Perché solo l'unità delle lotte può realmente portare ad un governo dei lavoratori, l'unico che possa realmente difendere gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.

Lavoratori e Lavoratrici della scuola – Partito Comunista dei Lavoratori

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