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Giorgia Meloni e gli extraprofitti delle banche

Come l'assenza di un'opposizione di classe lustra l'immagine del governo

11 Agosto 2023
extraprofitti


Dopo aver privato centinaia di migliaia di famiglie del diritto alla sopravvivenza, cancellando il reddito di cittadinanza, il governo cerca di riequilibrare il proprio profilo d'immagine sul terreno sociale con la trovata della tassa sugli extraprofitti bancari. Lo scopo? L'equità sociale, dichiara Salvini, a vantaggio dei mutuatari e della riduzione delle tasse.
Una somma di balle e di inganni.

Intanto va detto subito che la tassa è irrisoria.
Nei soli primi sei mesi del 2023 i primi cinque gruppi bancari italiani (Intesa, Unicredit, Banco BPM, BPER e MPS) hanno realizzato quasi undici miliardi di profitti con un incremento del 65% sul 2022, e nel 2022 un incremento dei profitti del 60% sul 2021. Ciò che ora viene tassato non può superare lo 0,1% degli attivi. Meno di una spolveratina, che peraltro sarà ulteriormente alleggerita nel passaggio parlamentare previsto.
La cifra che si pensa di far su si abbassa infatti col passare dei giorni. In 48 ore è passata da tre miliardi a poco più di un miliardo. Se pensiamo che la tassazione prevista sugli extraprofitti delle aziende energetiche da parte di Draghi avrebbe dovuto fruttare dieci miliardi e ne sono arrivati meno di due, è lecito supporre che il ricavato dalle banche sarà davvero poco più che simbolico. Tanto più a fronte della continua crescita dei loro patrimoni azionari in Borsa, e soprattutto dei 300 (trecento!) miliardi di garanzie pubbliche – secondo le stime ufficiali della Banca d'Italia del 2022 – che i governi borghesi hanno girato alla banche dopo la crisi pandemica. Una montagna di soldi pubblici messi a copertura dei loro affari privati, e pagati dai salariati.

La finalità dichiarata del contributo richiesto (l'equità sociale) è una bufala. La tassa, oltre che irrisoria, è dichiaratamente una tantum. Come può finanziare misure strutturali? La soppressione del reddito di cittadinanza è strutturale, è per sempre. I mutui bancari hanno una lunga durata, e quelli variabili sono oggi del tutto insostenibili. E semmai c'è il fondato sospetto che le banche riverseranno sui propri clienti i costi del prelievo richiesto, non essendoci nulla che impedisca loro di farlo.
Quanto alla riduzione delle tasse annunciata dalla legge delega, strutturale anch'essa, beneficia unicamente i padroni. Nuovo abbattimento della tassa sui profitti (IRES), ulteriore riduzione della progressività fiscale, concordato preventivo e condoni vari per miliardari e plurimilionari... di quale “equità sociale” va parlando Salvini? A pagare la riduzione delle tasse per i padroni sarà la nuova riduzione annunciata della spesa sanitaria e dell'istruzione.

E tuttavia l'operazione d'immagine del governo Meloni per quanto truffaldina può avere successo grazie alla politica delle opposizioni.
Le opposizioni liberali progressiste oscillano tra il presentare la misura del governo come propria vittoria (“hanno dovuto darci ragione” dicono Conte e Fratoianni) e la preoccupazione di tutelare le banche (“non si può disturbare il mercato e le attese degli investitori” dichiara Calenda). In entrambi i casi un regalo alla propaganda del governo, che con Fazzolari si affretta a dichiarare: «Noi siamo i soli che non tutelano le banche, abbiamo fatto ciò che altri prima di noi non hanno fatto».

Quanto alla CGIL, chiede al governo analoghe misure verso gli extraprofitti di aziende farmaceutiche e alimentari. Un rilancio platonico che ripropone la logica di pressione su Giorgia Meloni senza uno straccio di piattaforma di mobilitazione (reale). La stessa linea fallita dell'ultimo anno, e non solo.

Il risultato è che il governo continua a brillare della miseria altrui. Della assenza di un'opposizione vera che rivendichi una alternativa di società e si batta per conquistarla. Costruire questa opposizione è il fronte della battaglia d'autunno. L'unica via per contrastare la demagogia ingannevole di un governo a guida postfascista, e sviluppare la coscienza politica degli sfruttati.

Partito Comunista dei Lavoratori

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