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Il crollo della sanità pubblica in Italia

L'emergenza sanitaria, l'urgenza di una svolta

20 Giugno 2023
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Il disastro del sistema sanitario italiano non è una notizia. Lo è la precipitazione che l'investe, a partire dalla condizione di chi ci lavora. Il taglio di trentamila posti letto negli ultimi dieci anni ha falcidiato i posti di lavoro nel momento stesso in cui il ciclone della pandemia ha accumulato un gigantesco ritardo e abbattimento delle prestazioni ordinarie. Mediamente sono trecento le ore di lavoro extra non retribuite accumulate dal personale medico. Il personale infermieristico non è da meno. Gli stipendi sono in picchiata. Il contratto 2019/2021 è già scaduto e non viene rinnovato. Il governo offre un aumento del 4% che è esattamente la metà di quanto è stato già mangiato dall'inflazione. Un insulto.

Lo stanziamento previsto per la sanità dal famigerato PNRR è di una modestissima manciata di miliardi, per di più a debito. Le cosiddette Case di comunità che dovrebbero fare da maxiambulatori sono disegnate sulla carta ma non sono finanziate. Del resto il PNRR è un'operazione una tantum, non può farsi carico di un investimento strutturale in nuove assunzioni. La risultante è la fuga del personale sanitario in direzione delle cliniche private, quelle invece lautamente retribuite con risorse pubbliche. Il tutto sullo sfondo di una divaricazione sempre più ampia tra regione e regione, che l'autonomia differenziata minaccia di accrescere drammaticamente.

È necessaria una svolta. Non si può rispondere all'emergenza sanitaria con misure ordinarie. Occorre un sistema di misure straordinarie in fatto di massicce assunzioni e di aumento delle retribuzioni. La riapertura delle duecento strutture sanitarie tagliate nell'ultimo decennio. La nazionalizzazione dell'intero sistema sanitario. Una patrimoniale straordinaria del 10% sul 10% più ricco, che da sola libererebbe 400 miliardi per opere sociali. La cancellazione del debito pubblico verso le banche (80 miliardi annui di soli interessi) e la devoluzione delle risorse così risparmiate in sanità pubblica, risanamento ambientale, istruzione.

È necessaria una grande mobilitazione del movimento operaio attorno a una piattaforma di svolta. L'emergenza sanitaria deve rappresentare un riferimento essenziale di questa piattaforma. Una piattaforma di lotta che non abbia paura di sfidare le compatibilità di questo sistema capitalista, che è capace di aumentare le spese militari, di detassare i profitti dei capitalisti, di saccheggiare l'ambiente naturale, ma non di curare chi ha bisogno e di dare dignità a chi lavora.

Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici potrà segnare una svolta complessiva.

Partito Comunista dei Lavoratori

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