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Hanno fatto come in Italia

Le burocrazie sindacali francesi responsabili del deflusso del movimento di lotta

8 Giugno 2023
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Avevamo detto “Fare come in Francia” per contrapporre la continuità del movimento di lotta francese alla totale passività delle burocrazie sindacali italiane. Al tempo stesso avevamo posto sin dall'inizio la questione decisiva della direzione di quel movimento, segnalando la linea contraddittoria e rinunciataria dei gruppi dirigenti dell'intersindacale francese (CGT, FO, CFDT). L'epilogo dello scontro ha confermato purtroppo il peso determinante di questa linea.

CGT, FO, CFDT hanno rinunciato sin dall'inizio a proclamare lo sciopero generale, limitandosi a convocare ripetute giornate d'azione, tra loro distanziate. Invece di andare alla prova di forza, hanno optato per la linea di pressione su Macron. Questa linea ha conosciuto una disfatta. Macron ha retto su una linea intransigente nonostante la contrarietà dell'opinione pubblica e le contraddizioni vistose del proprio campo. A questo punto le burocrazie hanno messo i remi in barca, disattivando l'opposizione al governo. Così, dopo la grandiosa manifestazione del primo maggio a Parigi e in tutte le grandi città, le centrali sindacali hanno convocato... il 6 giugno la nuova giornata d'azione. Una scelta evidente di disimpegno e ritirata.

Le manifestazioni del 6 giugno sono state quello che le burocrazie hanno scelto che fossero: le meno partecipate, la conclusione di una stagione. Il capo della CFDT, Berger, lo ha detto esplicitamente: «la mobilitazione contro la riforma delle pensioni è terminata». Un pubblico de profundis. Vergognoso.

Non era destino che finisse così. Per sei mesi un grande movimento di lotta ha attraversato la Francia, sostenuto dalla larga maggioranza della società, contro “il presidente dei ricchi”, mettendo quest'ultimo con le spalle al muro. Diverse categorie di lavoratori avevano intrapreso una dinamica di sciopero continuativo. La proclamazione di uno sciopero generale avrebbe potuto raccogliere questo potenziale enorme e dargli uno sbocco vincente. Ma le burocrazie sindacali hanno avuto paura di perdere così facendo il controllo del movimento. E per paura di perdere il controllo del movimento hanno preferito ucciderlo. Hanno fatto come in Italia, dove addirittura la burocrazia sindacale risolve anticipatamente il problema rinunciando a ogni mobilitazione reale, per conservare se stessa e i propri riti.

È una lezione per tutti i cultori del movimentismo. I movimenti di lotta sono la leva di ogni possibile vittoria. Ma la loro direzione può trasformare una vittoria possibile in una sconfitta.
In Francia solo la sinistra rivoluzionaria ha rivendicato lo sciopero generale, mentre Mélenchon e la NUPES (Nouvelle Union Populaire Ecologique et Sociale) cercavano le vie di fuga di un improbabile referendum istituzionale pur di evitare lo scontro con la burocrazia sindacale. È l'ulteriore riprova che una rifondazione del sindacato in chiave classista e anticapitalista passa per un cambio di egemonia politica all'interno del movimento operaio e della sinistra.

Partito Comunista dei Lavoratori

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