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Alluvione in Emilia-Romagna, un fallimento ordinario

Cambiamento climatico o normale amministrazione capitalista?

8 Maggio 2023

Un po’ di chiarezza sull’ultima pioggia in Emilia-Romagna, sui cambiamenti climatici e gli eventi eccezionali

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Partiamo con i titoli allarmistici:
«Alluvione Emilia-Romagna, Bonaccini: “pioggia senza precedenti, mai ne era caduta così tanta”.»
«Battuti i record di maggio 1929 e 1930: non ha mai piovuto così tanto nella storia.»
«L'alluvione in Emilia Romagna provocata da piogge senza precedenti: battuti i precedenti record di pioggia giornaliera più abbondante nel mese di maggio, risalivano a 93 e 94 anni fa. I dati pluviometrici.»
«L'acqua caduta in questi giorni è da record, visto che una tale ondata non si registrava da più di 100 anni. La situazione è allarmante con il il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che ha dichiarato: "è una situazione senza precedenti, chiederemo lo stato di emergenza"

Quindi, non ha mai piovuto così tanto oppure è già successo? I titoli si smentiscono da soli. Guardando i dati pluviometrici leggiamo che la pioggia, cumulata nelle ultime 48 ore, è di 200 mm nel punto di maggiore intensità. Per questi eventi, 200 mm in 48 ore sono assolutamente previsti, e anzi il fatto che piova per più giorni non sottende direttamente che sia un evento peggiore. Di solito è il contrario: i più pericolosi per la rete di drenaggio sono quelli brevi. Nel mentre, meteorologi da televisione, politici e giornalisti si scatenano in queste drammatiche occasioni, fornendo titoli da clickbait e interviste sconclusionate. Chi subisce impotente, purtroppo, è sempre il proletariato.

Analizziamo i fatti. Si possono osservare alcune foto, riportate dai giornali, in cui si vedono gli argini fluviali collassati. Qual è il problema? il problema è che gli argini devono essere costruiti e manutenuti per eventi meteorici ben più intensi! Questo non nel mondo del comunismo internazionale, della pace tra i popoli, della solidarietà aliena e durante il diluvio universale, ma adesso, con le attuali norme in vigore e per un evento assolutamente prevedibile e previsto (attualmente la progettazione di un argine si presta ad esser in grado di contenere un evento meteorico con tempo di ritorno di almeno duecento anni, questo dell'Emilia si aggira intorno ai centocinquanta anni, ovvero è meno intenso!).

Cosa succede, quindi? Succede che la gestione e la progettazione non è adeguata neanche alle stesse leggi che la società attuale prescrive. Non c’è l’interesse, da parte di chi ci amministra, a voler mettere in sicurezza il territorio, perché non c’è un ritorno economico!
Al momento c’è da pagare il debito pubblico verso le banche, come possono pensare di spendere soldi per un po’ pioggia? Questa è la dimostrazione evidente che il sistema capitalistico in quanto tale è fallito. Questo passaggio molto importante va spiegato il più possibile, perché la potenzialità tecnica attuale c’è, si possono risolvere e prevedere i disastri, quello che manca è l’interesse oggettivo, da parte di chi ci amministra, a investire in determinate scelte progettuali e di salvaguardia. Così in questo ambito, così come in tutti gli altri: sanità, lavoro, ricerca, etc.

Non neghiamo il cambiamento climatico, però non facciamoci neanche abbagliare per qualsiasi evento richiamando all’evento straordinario e incontrollabile. Bisogna stare attenti anche nella propaganda a non gridare sempre allarmi, perché urlando "al lupo al lupo", poi quando arriva il lupo, nessuno ci crede più. Quindi si deve analizzare in modo scientifico, prestando molta attenzione quando succedono eventi di questo genere.
Battiamoci per ridurre l’impatto che l’uomo sta avendo su questo pianeta, ma diventiamo consci su ciò che è ordinario e ciò che è straordinario. Non prendiamo abbagli, illudendo le masse e facendoci ingannare da chi governa.

Luca Gagliano

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