Dalle sezioni del PCL

Il sindaco di Arezzo è sensibile al carovita

12 Marzo 2023

Ad Arezzo sindaco e assessori si aumentano considerevolmente gli stipendi mentre la città è al degrado

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Nel quadro della titanica lotta della destra nazionale al reddito di cittadinanza, Ghinelli non si piega certo alla demagogia e adotta tutte le misure possibili per contrastare il carovita. Lo fa a partire dai cittadini più bisognosi, ovvero lui stesso come sindaco, la sua vice e i membri della giunta comunale.

È noto come, grazie alla possibilità offerta dalla legge di bilancio del governo Draghi, diversi comuni abbiano sfruttato la possibilità di aumentare i compensi per gli amministratori, arrivando addirittura a raddoppiarli nell'arco di un triennio.
Ad Arezzo (e nei comuni tra 50.000 e 100.000 abitanti), quello del sindaco passerà dai 4.508,67 € del 2021 sino a 9600 nel 2024. Per il vicesindaco si va da 3381,50 fino a 7245. Gli assessori passeranno gradualmente da 2705,20 euro a 5796 mensili.

Tali aumenti, calcolando soltanto il triennio 2022-2024, avranno un costo globale di 947.000.636,51 euro, cioè quasi un milione.
È facile immaginare quante cose si sarebbero potute fare con una cifra simile, affinché ne potessero beneficiare tutti i cittadini e non solo una cerchia ristretta di privilegiati: manutenzione di parchi e scuole comunali, sostegno alle famiglie o per gli affitti... In un paese in cui la povertà è in costante aumento, le necessità sarebbero innumerevoli e un aumento della spesa per i servizi sociali diventa doveroso.
Nel nostro comune invece si è deciso di delegare pure questi servizi essenziali, affidandoli ad una fondazione – "Arezzo Comunità" – grazie alla quale i fondi pubblici finiscono direttamente nelle mani di enti privati che li gestiscono come vogliono, aggirando il sistema dei bandi e quindi evitando il controllo da parte dei cittadini.

Sempre più poveri da una parte, quindi, lavoratori e disoccupati, mentre dall'altra sempre più ricchi e lontani dalle istanze dei cittadini gli amministratori che, aumentandosi gli stipendi fino quasi a raddoppiarli, aumentano ancor più il divario sociale ed economico tra le classi.

È ora che le lavoratrici, i lavoratori, i disoccupati, i giovani, si oppongano a questa gestione del denaro pubblico e dei servizi delle nostre città. Da troppo tempo stiamo assistendo in silenzio ad una progressiva privatizzazione mascherata da innovazione sociale. Concedendosi dei veri e propri stipendi d'oro questi amministratori calano la maschera e si rivelano per quei rappresentanti della classe borghese che sono sempre stati.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Arezzo

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