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Il VI Congresso Nazionale del PCL (6-7-8 gennaio 2023)

La pubblicazione dei testi congressuali nazionali

5 Marzo 2023
VI Congresso


A inizio gennaio 2023 (6-7-8 gennaio 2023) si è svolto il VI Congresso Nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori, preceduto da due mesi di congressi territoriali su base regionale. Il Congresso ha fatto seguito alla Conferenza Internazionale di ricostituzione dell’Opposizione Trotskista Internazionale – OTI (31 ottobre – 1-2-3 novembre 2022) e alla relativa conferenza della sua sezione italiana (2-3-4 giugno 2022). Nei fatti un lungo percorso di discussione politica che ha impegnato il nostro corpo militante, senza per questo interrompere la battaglia politica quotidiana della nostra organizzazione sui diversi fronti della nostra attività, a partire dal fronte sindacale.

La discussione del nostro VI Congresso ha affrontato tutti i temi centrali dello scenario politico internazionale e nazionale, della linea generale del nostro intervento politico, della nostra linea di costruzione e rilancio. La discussione si è sviluppata attorno a due documenti tra loro alternativi (Documento A: Dalla resistenza al rilancio – Per la costruzione del PCL come partito dell’avanguardia operaia, femminile e della gioventù; Documento B: Un nuovo soggetto politico per una nuova fase storica) che hanno registrato rispettivamente il 76,6% e il 19,8% dei consensi. Le due posizioni sono state rappresentate nel nuovo Comitato Centrale in misura proporzionale ai consensi ottenuti, come vuole il centralismo democratico. I/le compagni/e della minoranza hanno mantenuto i caratteri di tendenza interna al partito (Corrente Quarta Internazionale – CQI) in continuità con la scelta operata al Congresso precedente (2019).

Sull’analisi dello scenario mondiale il VI Congresso ha ulteriormente sviluppato il quadro di discussione della precedente Conferenza Internazionale, con particolare riferimento all’analisi delle contraddizioni tra il campo degli imperialismi NATO e i nuovi imperialismi russo e cinese. Una conflittualità che oggi rappresenta il baricentro dello scenario mondiale e attraversa anche la guerra in Ucraina. Il Congresso ha confermato la nostra opposizione a entrambi i poli imperialisti, alla loro corsa agli armamenti, alla “tendenza alla guerra”. Al tempo stesso, entro questo quadro generale, il Congresso ha approfondito nella sua specificità la guerra in Ucraina: che oggi vede come elemento dominante (accanto all’elemento interimperialistico) la guerra d’invasione dell’Ucraina da parte dell’imperialismo russo. Da qui la conferma della nostra posizione di difesa dell’Ucraina contro la Russia, naturalmente combinata con la nostra opposizione alla NATO e al governo borghese di Zelensky, in coerenza con la tradizione storica del marxismo rivoluzionario. Su questo punto i due documenti a confronto hanno registrato una convergenza di fondo. Mentre ha manifestato il proprio dissenso un delegato eletto dal congresso territoriale del Veneto che ha argomentato la propria posizione di “disfattismo bilaterale” (Documento C – presentato nel congresso territoriale del Veneto, 3,6%: Contro la guerra imperialista, internazionalismo proletario – Il nemico principale si trova nel proprio paese). Il compagno è stato eletto nel nuovo CC in rappresentanza di tale posizione.

Anche l’analisi dello scenario politico nazionale e la proposta di linea politica complessiva hanno registrato una valutazione comune, con la sottolineatura di alcuni elementi centrali: la particolare profondità del riflusso del movimento operaio italiano nel contesto europeo dal punto di vista dei suoi livelli di mobilitazione e coscienza; le responsabilità decisive delle direzione politiche e sindacali del movimento operaio nel determinare questo scenario; la capitalizzazione reazionaria di questa dinamica da parte di una destra post-fascista e del suo nuovo governo; il permanere nonostante tutto di elementi di instabilità e contraddizioni irrisolte del quadro borghese; la centralità della proposta del fronte unico di classe e di massa, e di una piattaforma di vertenza generale unificante come asse del nostro intervento di massa e della nostra battaglia nell’avanguardia di classe; la necessità di un partito indipendente della classe lavoratrice basato su un programma anticapitalista e che si batta per un governo dei lavoratori e delle lavoratrici quale unica vera alternativa.

Si confermano invece alcune differenze tra i due documenti a confronto attorno a problematiche specifiche di costruzione del PCL: l’analisi delle sue difficoltà nel quadro della crisi più generale della sinistra politica, la tattica di intervento verso le organizzazioni centriste di matrice trotskista, la questione del nome del partito. Anche su questi temi la discussione è stata ampia, schietta e rispettosa dei diversi punti di vista, come vuole la nostra tradizione leninista. La lettura dei testi a confronto, che qui pubblichiamo, ne offre una documentazione esaustiva.

Al di là del merito delle divergenze e dell’orientamento ampiamente maggioritario emerso a sostegno del Documento A, il Congresso è stato segnato da un forte impegno comune di rilancio del PCL, di valorizzazione delle sue ragioni politiche e programmatiche e della sua indispensabilità e centralità ai fini della costruzione del partito rivoluzionario in Italia. In particolare, è stata sottolineata la centralità della proiezione verso i giovani nella logica di conquista di nuove forze, anche con la scelta in ogni sezione di una scuola o università del territorio verso cui intervenire regolarmente. Inoltre, il Congresso ha deciso di compiere un salto in avanti nella costruzione di tendenze rivoluzionarie di settore (a partire dal movimento delle donne e transfemminista) rivolte ad aggregare settori di avanguardia anche non di partito che condividono la nostra piattaforma specifica di intervento nel settore in questione. Infine, il Congresso ha operato un forte investimento nella campagna nazionale di tesseramento intrecciata con l’iniziativa capillare di presentazione del libro Stalin e il PCI. Tra mito e realtà (di Marco Ferrando) sull’intero territorio nazionale: una campagna che riconduca le ragioni politiche e programmatiche del partito alle radici storiche del marxismo rivoluzionario.

Partito Comunista dei Lavoratori

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