Dalle sezioni del PCL

Corteo a Catania. Reddito, lavoro, dignità!

8 Febbraio 2023
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Sabato 28 gennaio si è svolto a Catania un variegato, combattivo e colorito corteo per il reddito di cittadinanza e per il lavoro, che si è snodato per le vie cittadine di Catania, partendo da piazza Cutelli e arrivando nella centralissima villa Bellini.
Il corteo (il secondo in poco più di un mese) è stato promosso da una serie di associazioni e comitati: Disoccupazione Zero, Comitato di Solidarietà Popolare “Graziella Giuffrida”, Federazione USB Catania e di ASIA USB, Centro Sociale Autogestito Officina Rebelde, associazione Femministorie, Casa del Popolo Colapesce, ANPI, collettivo Liberi Pensieri Studenteschi, associazione “Su la Testa”, comitato catanese contro il caro vita, Associazione "Catania può" e dal gruppo 4 Punti per Catania. Presenti anche dei giovani rappresentanti del movimento Trinacria provenienti da Palermo. Per i partiti politici, i militanti del Partito Comunista dei Lavoratori, il rappresentante del PMLI, i rappresentanti del PRC, i rappresentanti dell'associazione culturale comunista "Olga Benario" e quelli di PaP.
Il corteo, perlopiù composto da parecchi giovani, tante donne e uomini percettori della misura di sostegno per i senza lavoro, sì è aperto con uno striscione con su scritto "reddito, lavoro, dignità", che è diventato lo slogan scandito per le vie cittadine, insieme ad un altro che sono stati i leitmotiv, "Letta, Draghi, Meloni, tutti servi dei padroni!". Quest'ultimo slogan denota la chiara percezione di chi sono gli avversari del movimento per il reddito di cittadinanza, avversari e rappresentanti del padronato presenti in ambedue gli schieramenti, centrodestra e centrosinistra, verso cui il corteo non ha fatto nessun sconto. Anzi, negli interventi al microfono dei/delle giovani e precari/e è stata sempre presente la consapevolezza che i nemici dei giovani disoccupati e precari sono presenti nelle due varianti – centrodestra e centrosinistra – del dominio di classe.
Unico partito a diffondere volantini con i suoi militanti è stato il Partito Comunista dei Lavoratori, che ha sostenuto anche in questa manifestazione la necessità di un'alleanza tra precari, giovani, disoccupati, donne e i gli occupati, tutti sotto ricatto dei padroni, che attinge manodopera dal grande esercito industriale di riserva della forza lavoro disoccupata, abbassando anche i salari degli stessi lavoratori occupati e dei proletari migranti.
Quindi un'unica grande vertenza del mondo del lavoro, sostiene il PCL, per rispondere al massiccio attacco padronale.
Occorre tra l'altro anche un salario minimo intercategoriale applicato ai lavoratori nativi e ai migranti, la scala mobile dei salari e delle pensioni, e il potenziamento del reddito di cittadinanza, per rispondere ai bisogni sociali, quindi tutelare la dignità del mondo dei lavoro, dei senza lavoro, dei precari e dei proletari migranti.

Segue testo del volantino diffuso dal PCL.



IL REDDITO DI CITTADINANZA NON SI TOCCA
LO DIFENDEREMO CON LA LOTTA


Il governo Meloni nella Legge di bilancio per l’anno 2023 ha deciso di smantellare il reddito di cittadinanza. Al contempo ha imbastito assieme ai partiti liberisti una campagna diffamatoria contro i percettori di reddito di cittadinanza indicandoli come “fannulloni".
Niente di più falso!

I lavoratori, i giovani precari, i disoccupati vogliono un lavoro vero, un lavoro adeguatamente remunerato con pieni diritti e tutele sindacali.

Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza ha permesso di sopravvivere dentro la crisi capitalista e nel quadro di un'inflazione in crescita con poco più della metà di mille euro (da 389 per i singoli, 593 euro per due persone, 739 euro per cinque persone) ad oltre due milioni di persone.
Questo perché in Italia, soprattutto nel centro e sud Italia, la povertà è in crescita, e con l’autonomia differenziata voluta dalle destre e dal PD sarà anche peggio.
D’altronde il governo Meloni sostiene i tagli al reddito di cittadinanza, con lo smantellamento della sanità pubblica e i tagli alla scuola pubblica che finanzia la guerra in Ucraina, mentre i profitti delle industrie di armamenti e degli speculatori dell’energia sono in forte crescita.

Tutto questo mentre i giovani sono sfruttati attraverso l'alternanza scuola-lavoro e sempre più spesso subiscono infortuni mortali, mentre i lavoratori immigrati vengono ricattati da padroni senza scrupoli sul rinnovo del permesso di soggiorno e spesso muoiono o spariscono.

In tutto il paese si stanno costituendo Comitati per la difesa del reddito, i cui esponenti, giovani precari e combattivi, sempre di più sfondano il muro di silenzio delle grandi TV nazionali (vedi servizio su La7). È necessario coordinare questi comitati di lotta, sapendo che la vittoria di questa battaglia di civiltà passa per l’unificazione degli occupati e dei disoccupati.

Vogliamo:

- Salario minimo di 1500 euro intercategoriale; contro l’inflazione ripristiniamo la scala mobile dei salari e delle pensioni; pensioni minime di 1000 euro; case popolari.
- Contro la disoccupazione, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, abolizione della legge Fornero e diritto alla pensione con almeno 60 anni di età e 35 di contributi.

Solo un governo dei lavoratori, sganciato dalle lobby capitaliste sfruttatrici, speculative e sanguisughe, può soddisfare queste esigenze di reddito!

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Catania
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