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Valditara, ministro antisciopero

Un ministro tutto "ordine e disciplina"

28 Dicembre 2022
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Il ministro Valditara vuole passare alla storia. Ha esordito con una circolare ideologica “contro il comunismo”, confuso strumentalmente con lo stalinismo. Ha bandito i cellulari dicendo che sono intossicanti “al pari della cocaina” (!). Si appella alle famiglie perché privilegino per i propri figli gli istituti professionali nel nome della superiorità del lavoro sull'istruzione. Infine sentenzia che lo sciopero nella scuola è finito, assieme alla tradizione sessantottina. Insomma, un ministro della Restaurazione che si vanta di essere tale.

In realtà la paccottiglia culturale del nuovo ministro mira a nascondere la miseria del nulla. Il nulla è ciò che il capitalismo offre all'istruzione. Il suo ministero, assieme al governo Meloni, è in questo senso in perfetta continuità con gli ultimi trent'anni. Tagli al numero degli istituti scolastici. Classi pollaio, nonostante il calo della natalità. Nessun aumento in busta paga per gli insegnanti, per il cui contratto non si destina un euro. Costi sempre più alti per gli studi universitari, con un numero sempre maggiore di abbandoni. Una scuola e un'università di classe, che seleziona in base alla condizione sociale delle famiglie e dei rispettivi redditi. L'esatto opposto della retorica ipocrita del merito. Nel mentre, scuole e università private continuano a intascare le risorse sottratte all'istruzione pubblica, in compagnia delle banche e degli interessi sul debito.

L'obiettivo del ministero non è favorire l'istruzione ma sfornare braccia per le imprese. Le stesse che con l'alternanza scuola-lavoro già si avvantaggiano di lavoro gratuito, un vero apprendistato dello sfruttamento. La contrapposizione dei professionali ai licei ha questo significato. La cultura generale, l'apprendimento di un sapere critico, la conoscenza della letteratura o della storia, non sono necessari. «Con la cultura non si mangia» diceva già Tremonti. E poi la storia è anche quella dei diritti strappati, del rifiuto dell'autoritarismo, della ribellione al paternalismo. Del “terribile '68” degli studenti e degli operai! Vade retro, esclama il ministro in una sorta di malcelato esorcismo.

Se non che la vita è più creativa di Valditara. Il ministro dell'“ordine e della disciplina” può continuare a pavoneggiarsi sulla stampa ma non può cancellare la realtà. Che è anche quella di una possibile ribellione. La storia è piene di ministri baldanzosi che partirono per suonare e finirono suonati. Se Valditara vuol finire sui libri di storia non è detto che alla fine non ci riesca.

Partito Comunista dei Lavoratori

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