Prima pagina

Qatar, lo spettacolo può iniziare

Il calcio d'avvio in una pozza di sangue

20 Novembre 2022
qatar_2022


Per capire cos'è il capitalismo basta guardare al mondiale di calcio che si apre in Qatar. Gli emiri qatarini hanno comprato nel 2010 l'assegnazione dei giochi a suon di mazzette. Il governo francese di Sarkozy ha sponsorizzato la richiesta in cambio dell'acquisto di armi francesi. Un vero "Qatargate" che ha coinvolto nella pubblica corruzione i massimi dirigenti del calcio mondiale.

Nel frattempo dal 2010 a oggi quasi settemila lavoratori immigrati sono morti in Qatar nei famigerati cantieri del mondiale. Operai indiani, pakistani, bengalesi, nepalesi, costretti a lavorare al sole per 12 ore di fila a 45 gradi, morti per lo più di infarto. Operai schiavizzati, privi di ogni diritto, impossibilitati a spostarsi dal luogo di lavoro, con cellulare e passaporto posti sotto sequestro dai loro padroni. Un campionario dell'orrore.

Non è tutto. Il regime del Qatar calpesta i diritti più elementari delle donne, considera pubblicamente “malati” gli/le omosessuali, disprezza la comunità LGBT. Immagini o gesti che possano evocare la libertà sessuale saranno banditi dal mondiale, assicurano le autorità. Del resto il Qatar è il tempio internazionale dei Fratelli Musulmani, il suo oscurantismo misogino è degno della tradizione. Quanto agli scrupoli ambientali, la promessa retorica degli “stadi verdi”, spesa in anni di propaganda ingannevole, si è risolta nell'esatto opposto: sette stadi dove la temperatura si mantiene a 20 gradi quando fuori ce ne sono il doppio. 3,6 milioni di tonnellate di CO2, un tasso d'inquinamento quasi doppio di quello prodotto in Russia nel campionato del 2018.

In compenso, il Qatar ha pubbliche virtù per il capitale. Produce e vende gas in grandi quantità e a prezzi contenuti. E soprattutto è un grande committente per la produzione bellica internazionale. Da dieci anni l'emiro sta allestendo la propria potenza militare, in particolare nella flotta. Fincantieri è in prima fila nella costruzione della marina militare del paese, non senza sgomitamenti con la concorrenza francese. Del resto, in tempi di guerra tutti gli imperialismi vecchi e nuovi si affacciano alla corte del Qatar, offrendo e chiedendo servizi.

L'imperialismo russo e quello cinese onorano l'emiro con naturale disinvoltura: non hanno bisogno di salvare l'apparenza. Gli imperialismi liberali d'Occidente non sanno invece dove nascondere la faccia. Mascherano la propria ipocrisia dietro i fuochi d'artificio dello spettacolo. Panem et circenses è in fondo una ricetta millenaria, al pari della schiavitù.

Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

FONTE