Dalle sezioni del PCL

La salvezza della sanità molisana potrà mai venire da chi continua a tagliarla?

26 Ottobre 2022

Dilaga la protesta sociale in Molise contro il POS 2022-2024 e il Decreto Balduzzi

sanità


L’apodittica magnificenza con cui il governatore di destra Toma ammanta il suo impresentabile POS (Piano Operativo Sanitario) 2022-2024 in veste di Commissario stride con lo stato reale della sanità molisana, ed anzi ne aggrava drasticamente le condizioni. Tutti però se sono accorti.
Sicché le destre molisane corrono ai ripari con i loro neoeletti in loco: mandano in onda la sceneggiata dei “salvatori della patria” rivendicando deroghe ai tagli insensati del Decreto Balduzzi, così sciorinando la formula magica: “Decreto Molise”... basta la parola!

Ma sono le stesse destre di cui è espressione Toma firmatario del POS, e che – all’epoca Popolo delle Libertà, inclusa la Meloni – sostenendo il governo Monti, approvarono la famigerata legge Balduzzi n.189/ 2012, di cui il DM 70/2015 è solo l’attuazione. Nondimeno la stessa responsabilità hanno le forze liberali, dal PD ai partiti di centro. Balduzzi, già docente di diritto all’Università Cattolica con interessi sanitari in Molise, fu solo l’esecutore del disegno antisociale.

È dunque credibile affidare la soluzione di questo dramma dei tagli sanitari ai partiti che sono al servizio del capitale, cioè agli stessi che l’hanno causato – in questi anni con tagli per oltre 30 miliardi – e che continuano a perpetrarlo col POS?
Una piattaforma di rigetto del POS su basi serie sta nascendo, e va sostenuta, dalle varie amministrazioni locali, sia pure come sottoprodotto della pressione popolare rispetto alla quale gli epigoni locali dei partiti di destra o del “centrosinistra” liberale vogliono salvare la faccia: dal Comune di Termoli per il taglio del punto nascite al Comune di Isernia in per il taglio di emodinamica, tagli pericolosi per la salute e dannosissimi, per non parlare delle carenze di personale e attrezzature, della medicina territoriale, del piano delle emergenze epidemiche, delle strutture depauperate di Venafro, Agnone, Larino, di tutte le altre insufficienze, nonostante peraltro l’esperienza pandemica.

Bene (anche se solo per salvare la faccia), questi consiglieri comunali deliberino pure queste piattaforme, ma perché non la smettono di sostenere i loro partiti borghesi di ogni colore al servizio del capitale, artefici delle misure antisociali dello stesso Decreto Balduzzi contro la sanità pubblica?
Per parte nostra continueremo a batterci perché il POS non sia più redatto dall’agenzia governativa al servizio dei poteri forti, ma elaborato sotto il controllo popolare delle comunità locali in base alle reali esigenze territoriali, respingendo la logica ragionieristica del governo centrale, il cui unico cinico scopo si gioca sulla pelle della popolazione: sottrarre miliardi alla sanità per garantire il pagamento del debito e degli 80 miliardi annui di interessi ai banchieri sui titoli pubblici, per coprire la grande evasione fiscale e la bassa tassazione in favore delle cricche capitalistiche, gli sprechi e corruttele delle privatizzazioni, comprese quelle della sanità privata depauperando quella pubblica, per non parlare d’altro.

Vero: anche grazie alla legge truffa elettorale maggioritaria le destre hanno fatto il pienone dei seggi molisani al 100% pur avendo solo poco più del 20% del corpo elettorale. Ma se si scatena un grande movimento delle masse molisane e della classe lavoratrice contro i partiti del capitale, di destra, di “centrosinistra” o populisti che siano, si potrà rovesciare il suddetto paradigma Balduzzi, nonché smascherare i politici locali in doppiopetto, che al centro fanno i tagli alla sanità per favorire il grande capitale e in loco fingono di difenderla per salvare la faccia.

D'altro lato il Decreto Balduzzi non va derogato ma abolito, e per tutte le classi popolari di ogni parte d'Italia.
Anche nel Molise, solo la lotta di massa radicale su basi anticapitalistiche e di classe può ribaltare il POS di Toma, o quantomeno ottenere significative conquiste. Ma è una battaglia che deve estendersi ed unificarsi in tutte le regioni, aggiungendo alla difesa dai tagli una rivendicazione centrale: l'acquisizione delle strutture private sanitarie alla gestione pubblica sotto il controllo sociale e senza indennizzo per i grandi proprietari.

Partito Comunista dei Lavoratori - Molise

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