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Dichiarazione del Comitato Centrale del RRP (Russia) sulla situazione attuale

4 Ottobre 2022
mobilitazione


Pubblichiamo il comunicato del Revolyutsionnaya Rabochaya Partiya (Partito Operaio Rivoluzionario) sull'avvio e sui primi effetti della cosiddetta mobilitazione parziale annunciata da Putin. Il comunicato critica duramente e coraggiosamente la guerra e la mobilitazione, e invita a ricorrere a mezzi legali per evitare laddove possibile la chiamata al fronte. Siamo al fianco dei compagni e delle compagne russe in questa loro importante e decisiva battaglia di classe, che è per loro oggi innanzitutto una battaglia contro la loro borghesia imperialista affamatrice e criminale.



L'annuncio e l'inizio della mobilitazione parziale in Russia è l'evento più significativo da molto tempo a questa parte.

A malincuore, dopo un lungo ritardo, le autorità hanno comunque deciso di adottare pratiche di mobilitazione su larga scala. Non c'è stato nulla di paragonabile a questo fin dalla Grande Guerra Patriottica.

La riluttanza a mobilitarsi è ovvia e comprensibile.

Lo Stato russo, come è noto alla persona media, mirava alla DE-mobilitazione della popolazione; il governo non aveva bisogno di opposizione, ma non aveva nemmeno bisogno di sostenitori. Tutte le funzioni politiche sono state assunte dall'apparato burocratico, che ha cercato di trasformare tutta la vita pubblica in una cerimonia ufficiale. Questo era il quadro che si stava delineando all'inizio del regno di Putin, quando l'avanguardia operaia era stata frantumata nelle lotte di classe degli anni Novanta, e poi sono arrivati i “sazi” anni 2000. Così la maggioranza della popolazione ha "accettato" questo tacito patto: i cittadini non si occupano di politica, la politica non si occupa dei cittadini. E così è stato per molto tempo, e i singoli – seppur numerosi – eccessi non sono diventati un sistema.

E anche quando "esperti" e orchestratori dilettanti hanno iniziato a operare in Ucraina, l'illusione ha retto. Ma ora quell'accordo è finito per sempre. Ora la macchina statale ha iniziato a mostrare e ad accrescere il dispotismo, interferendo con la forza nella vita dei cittadini, sbattendo le persone al fronte, distruggendo l'abituale vita da retrovia, e per di più su scala massiccia, colpendo milioni di persone alla volta. Il modo in cui i cittadini russi hanno percepito il cambiamento è visibile nella crescita dell'ansia, nella scomparsa del patriottismo, negli stati d'animo di panico, nell'indignazione della gente. E questi sono solo i primi giorni, ma non si vede fine della mobilitazione. La famigerata operazione rischia di diventare permanente.

La violenza sul fronte interno e la crescita dell'illegalità e dello sfruttamento non potranno che aumentare. I funzionari sono in combutta con il capitale.

Lo Stato ha teoricamente (!) garantito che i mobilitati manterranno il loro posto di lavoro. Ovviamente qui si parla solo di coloro che lavorano con un contratto, quando milioni di persone lavorano senza contratto, grazie allo stesso governo. Non ci saranno posti di lavoro per loro. Anche questo patetico emendamento non è comparso immediatamente, ma sotto la pressione dell'opinione pubblica.

La Duma ha apparentemente (!) approvato una legge per il blocco dei debiti per i mobilitati. Il presidente dell'Associazione bancaria ha dichiarato che se iniziassero a condonare i debiti, le banche potrebbero fallire. Quindi anche la morte non è una scusa per non pagare: il giogo fiscale sarà ereditato. Resta da vedere se la soluzione del blocco rimarrà, dato che le leggi vengono stampate e passano attraverso il ciclo completo di approvazione nel giro di poche ore.

Questa è la situazione dei mobilitati. Non andrà meglio per il fronte interno: lo sradicamento di trecentomila specialisti abili e qualificati dall'economia porterà nel prossimo futuro a un aumento dello sfruttamento dei lavoratori rimasti, perché ora sarà necessario lavorare per se stessi e per gli uomini arruolati al fronte. Allo stesso tempo, nessuno parla di un aumento dei salari. L'inflazione e l'aumento dei prezzi continueranno a devastare il già esiguo paniere alimentare dei lavoratori. E nessuno parla di misure contro l'inflazione. Non si parla nemmeno della nazionalizzazione delle imprese strategiche oggi nelle mani di proprietari "efficienti". Lasciamo che siano i lavoratori a pagare l'operazione con il loro sudore nelle retrovie, con il loro sangue nella zona di guerra, mentre la proprietà e i profitti sono affari privati della borghesia, e i funzionari non si intrometteranno negli affari privati.

Violenza, oppressione e sfruttamento sono diventati una realtà per milioni di cittadini russi, grazie a questa decisione, seppur "parziale".

Non sappiamo esattamente quando l'usura dei pezzi di ricambio dovuta alla mancata sostituzione delle importazioni e l'obsolescenza del parco macchine utensili dovuta all'industria delle macchine utensili "ottimizzata" porteranno all'inceppamento dell'industria nel suo complesso.

Non sappiamo quando le istituzioni statali, divorate dalla corruzione e dalle tangenti, inizieranno a sgretolarsi e a crollare sulle teste dei cittadini comuni.

Né possiamo dire con esattezza quante altre decisioni sbagliate saranno prese da una "élite" decaduta e invecchiata al fronte e sul fronte interno. E quante migliaia di vittime costerà ai lavoratori.

Ma ciò che è certo è che la lotta sta diventando l'unico mezzo di autoconservazione per la classe operaia. I lavoratori non sono bestiame e non si lasceranno degradare a bestiame, aspettando obbedientemente le rappresaglie.

Se la borghesia e i burocrati iniziano una guerra di classe contro i lavoratori, sappiamo che i lavoratori non esiteranno a rispondere. E che i lavoratori hanno tutto per vincere.

Compagni! Se siete stati chiamati al fronte, il partito ha un ufficio di assistenza legale che può consigliarvi sulla legalità della chiamata, e sulle modalità e strategie che possono aiutarvi in questa situazione. Contattate i nostri gruppi tramite messaggio privato o i compagni che ne fanno parte.

Nessuna operazione che non sia un'operazione di classe!

Revolyutsionnaya Rabochaya Partiya (Partito Operaio Rivoluzionario)

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