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Andreu Nin a ottantacinque anni dalla sua morte

20 Giugno 2022
NiN


Sono passati quasi trent’anni da quando nel 1994, Ken Loach con l’ausilio dello storico britannico Andy Durgan diede vita alla pellicola “Terra e Libertà” (un film ispirato a ”Omaggio alla Catalogna” di Orwell). Oltre a girare un bellissimo film, il regista britannico ha dato una nuova linfa alla verità storica della guerra civile spagnola e con puntualità ha acceso i riflettori sugli orrori dello stalinismo, anche in terra Iberica.

Andres Nin Pérez (Andreu in catalano) nasce nel febbraio del 1892 nella città di El Vendrell in Catalogna. La sua famiglia di contadini e calzolai, è di origini modeste. Nel 1911, dopo aver passato la sua infanzia e la sua gioventù nel piccolo centro catalano, si trasferisce a Barcellona per completare gli studi e divenire maestro. Qui grazie alla sua passione intellettuale e l'amore per la letteratura riesce a diplomarsi e a trovare lavoro come giornalista.

In questo periodo per Nin inizia anche una nuova avventura, che nel bene e nel male gli segnerà l'esistenza, quella dell'attività politica. Entra, siamo sempre nel 1911, a far parte del UFNR (Partito Nazionalista Repubblicano). Ne diventa ben presto tra i maggiori leader giovanili e un apprezzato propagandista. Forse l'oppressione e la forte centralizzazione dello stato spagnolo diedero le motivazioni a Nin per aderire al movimento repubblicano nazionalista catalano. Negli anni a seguire la lotta per "l'autodeterminazione dei popoli", rimarrà un caposaldo del suo pensiero rivoluzionario.

Grazie alla influenza di Nin e sotto la sua spinta politica, la JNFR (Gioventù Nazionale Repubblicana) si costituisce in federazione indipendente. Inizia contemporaneamente per il rivoluzionario catalano il percorso di rottura con il nazionalismo catalano che lo porterà di lì a qualche anno verso il marxismo rivoluzionario.
Questi sono anni, per la Spagna, di grande fermento popolare. Nel 1909 dopo il grande massacro di operai e anarchici denominato "settimana tragica" inizia il processo, seppur embrionale, di formazione della futura CNT (Confederazione nazionale dei Lavoratori) che si concluderà nel 1911.

Nel 1914 Nin con il gruppo di giornalisti del Poblé Catalana si separa dall'UNFR in occasione dell'alleanza elettorale promossa da questi (Patto San Gervaso) [1] con il partito radicale. Lo farà pubblicamente dalle pagine del giornale La Bandiera.

Nel periodo a seguire Nin attraversa un periodo di ristrettezza economica, sarà costretto a lavori letterari, in particolare traduzioni. Agli inizi del 1916, tramite il suo amico e poeta Josè Carner inizia al lavorare per una ditta commerciale, promuovendo articoli spagnoli. Spesso questo lavoro lo porterà all'estero, in particolar modo in Egitto, farà il suo rientro in Spagna solo nel 1917 rinvigorito dalla rivoluzione bolscevica. Subisce numerosi arresti per la sua attività politica, nel 1920 viene catturato per aver partecipato alla riunione dei delegati di tutti i sindacati catalani della CNT, di cui era presidente.

Rimarrà in carcere per circa sei mesi. Il 2 marzo 1920 viene arrestato E. Boal segretario generale della CNT e Nin prenderà il suo posto.

Intanto l'avvento del fascismo in Italia spinge il marxismo rivoluzionario a nuove riflessioni, Nin caratterizza il fascismo come un fenomeno completamente nuovo che non corrisponde alla classica forma repressiva della borghesia. Egli pone l'accento sul blocco sociale che delinea il fascismo italiano. Formato oltre che dalla grande borghesia anche dalla piccola borghesia urbana e rurale e infine da settori del sottoproletariato. Si potrebbe dire che è - il fascismo - un movimento di origine italiana che tende però a prendere forme somiglianti in altri paesi conseguentemente all'avvento del potere di Mussolini (...) le diverse forme di reazione e di terrore bianco tendono a trasformarsi in fascismo, movimento internazionale con caratteristiche proprie. È indubbio che ci troviamo di fronte ad un movimento internazionale e come tale deve essere considerato. Nin si riferisce ai nuovi emergenti movimenti sciovinisti presenti in Europa anche se siamo ancora lontani da quello che sarà il nazismo, ma stupisce comunque la lucidità della sua analisi. Nin ha il merito di essere tra i primi marxisti a dare una precisa valutazione del fascismo.

Nel 1921 viene eletto come delegato della CNT per il congresso del Comitern insieme a Maurin. Inizia, a soli 29 anni, il periodo più importante per la sua formazione politica. Rimarrà a Mosca per 9 anni, occupando posti di responsabilità nel Profitern (internazionale sindacale). Vedrà nascere la lotta in seno al partito comunista russo dopo la morte di Lenin. Nel 1930 torna in Spagna sin da subito milita nella file dell'Opposizione di Sinistra (trotskista) all'interno del PCE.

Gli anni in cui visse a Mosca diedero a Nin una chiara comprensione del movimento comunista internazionale, durante questo periodo mantenne stretti rapporti con Lenin, Bucharin, Zinoviev, Tomsky e soprattutto sviluppò una stretta conoscenza di Lev Trotsky. Quelli furano, anche, gli anni in cui sposò Olga Nin, dalla quale ebbe due figlie.
Durante il suo lavoro presso la Red Union Central, Nin si interessò alla cultura e alla letteratura russa grazie alla sua grande conoscenza della lingua. Un uomo di cultura fuori dalla norma.

Nella prima metà degli anni 30 Nin, seppur con qualche legittimo distinguo tattico, rimane uno dei maggiori dirigenti internazionali del movimento trotskista. La rottura con Trotsky avviene formalmente con l'appoggio del POUM al governo repubblicano per l'errata interpretazione che Nin dà di Maurin, della sua organizzazione (Boc). Nin non vede al contrario di Trotsky la necessità di generalizzare "l'esperienza francese" [2] (entrismo) dell'Opposizione di Sinistra in Spagna. Il marxista catalano sosteneva che si sarebbe potuto portare avanti un'altra strategia, ovvero unire tutte le correnti del marxismo rivoluzionario e formare un partito che fosse il punto di riferimento per il proletariato spagnolo. Questa scelta porterà Nin a rompere, nei fatti e nel metodo, con Trotsky ed ad unificarsi con il Boc di Maurin, dando vita al POUM, per poi finire a partecipare come ministro, poco prima del suo assassinio ad opera di sicari stalinisti, al governo borghese del fronte popolare repubblicano.
Questi errori, anche se gravi, non possono far dimenticare un grande marxista rivoluzionario che sempre si è opposto alla controrivoluzione stalinista pagando con il prezzo della vita.

La tragica morte di Nin nella seconda metà degli anni ‘30 è la proiezione della campagna condotta dalla Terza internazionale stalinizzata contro il movimento trotskista in Spagna.

Il 16 giugno 1937 Negrin [3] mise fuori legge il POUM, il Comitato esecutivo fu arrestato. Questa decisione ufficiale permise agli agenti comunisti di agire con una parvenza di legalità.

Il giorno stesso, alle 13.00, Andreu Nin fu fermato da alcuni poliziotti. Nessuno dei suoi compagni lo rivide mai più, né vivo né morto... I poliziotti venuti da Madrid, più sicuri perché nella capitale la polizia era completamente nelle mani degli stalinisti, diedero l'assalto ai locali del POUM. Duecento militanti, tra cui Julièn Gorkin, Jordi Arquer, Juan Andrade, Pedro Bonet, furono arrestati. Per giustificare a posteriori l'eliminazione del POUM, gli stalinisti inventarono un presunto tradimento e accusarono il Partito operaio di spionaggio a favore dei franchisti. Il 22 giugno fu istituito un tribunale speciale e si scatenò la propaganda: durante le perquisizioni la polizia scoprì molto opportunamente alcuni documenti che avvaloravano la falsa tesi dello spionaggio. Max Rieger, giornalista allineato o pseudonimo collettivo, raccolse queste invenzioni in un suo libro sullo spionaggio in Spagna, che fu diffuso in tutte le lingue. Diretti da Orlov e protetti da Vidali, Ricardo Burillo e Gero, i lacchè di Stalin che tenevano Andreu Nin, lo torturarono senza riuscire né a strappargli la confessione necessaria per dimostrare la validità delle accuse rivolte contro il suo partito né a fargli firmare la benché minima dichiarazione.

Lo scrittore americano John Dos Passos intervistò Nin nel 1936 e scrisse di lui: «Nin era ben fatto e dall'aspetto sano e probabilmente sembrava più giovane della sua età; aveva una pronta risata infantile che mostrava una dentatura bianca e solida. Di tanto in tanto ogni volta che parlavamo squillava il telefono e lui ascoltava attentamente con espressione seria, poi rispondeva con poche parole troppo rapide perché io le afferrassi e riattaccava con un'alzata di spalle e tornava sorridendo alla conversazione» [4]

Ora non restava che eliminarlo e utilizzare la sua scomparsa per screditarlo, affermando che era passato dalla parte dei franchisti: assassinio e propaganda andavano di pari passo.

A uccidere Andreu Nin, su ordine diretto di Stalin, furono cinque agenti della polizia segreta staliniana, la Nkvd, due russi e tre spagnoli. Oltre a al famigerato Orlov, responsabile dei servizi segreti russi all'estero degli altri quattro si sa molto meno: soltanto un cognome, Jusik. Gorkin membro del comitato esecutivo nel suo libro "Il processo di Mosca a Barcellona" scrive: «Siamo stati le vittime principali di Stalin e dei suoi agenti in Spagna; hanno vilmente calunniato, imprigionato e processato, torturato e, finalmente assassinato il nostro compagno Nin. Sotto la tortura non ammise né firmo nulla di ciò che esigevano i suoi torturatori».

Jesus Hernández, membro del Partito Comunista e ministro dell'Istruzione nel governo del Fronte popolare, ha poi ammesso: «Nin non si è arreso. Ha resistito fino a svenire. I suoi inquisitori stavano diventando impazienti. Hanno deciso di abbandonare il metodo secco. Poi il sangue scorreva, la pelle si staccava, i muscoli strappati, la sofferenza fisica spinta ai limiti della sopportazione umana» [5].

Nin resistette al dolore più crudele e alle più implacabili torture. In pochi giorni il suo viso era una massa informe di carne. Preferì morire, e salvò con il suo sacrificio la vita dei suoi compagni. Merita di essere, ed è per questo, l'eroe simbolico della resistenza spagnola. E merita il nostro rispetto e il nostro ricordo.


NOTE

1 - Alleanza politica tra UNFR e il Partito Repubblicano Radicale
2 - Tattica entrista operata dal movimento trotskista
3 - Juan Negrìn Presidente del Governo spagnolo.
4 -https://spartacus-educational.com/SPnin.htm
5 -https://spartacus-educational.com/SPnin.htm


BIBLIOGRAFIA CONSULTATA

Joaquin Maurin e Andreu Nin, Rivoluzionari nella Spagna del 1936, Prospettiva Edizioni
Terra e libertà. Scritti sulla rivoluzione spagnola (1931-1937) Erremme ed,
https://www.ugomariatassinari.it/andres-nin/

Eugenio Gemmo

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