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Scioperi contro la guerra. Per un movimento di classe e di massa contro il riarmo e la guerra

21 Aprile 2022
scioperoguerra


L'invasione russa dell'Ucraina da parte dell'imperialismo russo e il giusto diritto di resistenza del popolo ucraino contro l'invasione sono oggi usati come pretesto di una grande campagna di riarmo da parte della NATO e degli imperialismi d'Occidente, Italia inclusa. Il loro obiettivo non è difendere il popolo ucraino, che negli ultimi otto anni, dopo piazza Maidan, hanno sottoposto alle cure da cavallo del FMI imponendo tagli sociali e privatizzazioni. Tanto meno è quello di difendere la democrazia, visto che per otto anni hanno sostenuto governi reazionari ucraini che hanno colpito i diritti delle popolazioni russofone e gli spazi democratici della sinistra politica. Il loro vero scopo è quello di indebolire l'imperialismo rivale, alleato dell'imperialismo cinese, espandere la propria area d'influenza – come hanno fatto negli ultimi decenni – e preparare le guerre future.

A questo servono le sanzioni, a questo servono le spese di riarmo, tanto più scandalose in piena pandemia. I loro costi sono scaricati sulle condizioni di vita dei lavoratori. Con bollette alle stelle, nuovi tagli a sanità, istruzione, pensioni, ulteriori colpi all'occupazione, mentre le aziende energetiche e le banche gonfiano il portafoglio degli azionisti, con scalate di Borsa e profitti da record.

Contro la guerra, contro l'economia di guerra, contro il riarmo, è necessaria un'azione di lotta generale, unitaria e di massa, del movimento operaio. Tutte le organizzazioni del movimento operaio, tutte le sinistre politiche e sindacali, debbono unire nell'azione le proprie forze contro il governo Draghi e le politiche di guerra. La passività della burocrazia CGIL di fronte al riarmo è gravissima. Tanto più a fronte di un'inflazione tagliasalari, del ritorno della legge Fornero, del dilagare delle assunzioni precarie, della moltiplicazione dei morti sul lavoro.

In questo quadro le iniziative di sciopero contro la guerra delle organizzazioni del sindacalismo di base hanno una valenza positiva, al di là dei loro limiti. Ma riflettono anche differenze rilevanti tra loro. L'iniziativa di sciopero del 22 aprile promossa da USB si caratterizza per un marchio autocentrato d'organizzazione, come nella sua tradizione, ma anche per una piattaforma che non condanna l'invasione dell'Ucraina, e che sul terreno strettamente sindacale è segnata da un'impostazione particolarmente minimalista (niente sulla patrimoniale e sulla riduzione dell'orario, ad esempio). La mozione approvata dall'assemblea di larga parte del sindacalismo di base (CUB, SGB, SI COBAS), tenutasi a Milano sabato 9 aprile, pur nei limiti dell'avanguardia, si caratterizza invece per un'impostazione unitaria, per la condanna dell'invasione dell'Ucraina, per una piattaforma classista più radicale (inclusa la rivendicazione della scala mobile dei salari). Su queste basi è stata annunciata un'azione di sciopero generale il 20 maggio contro la guerra e l'economia di guerra che dovrebbe registrare la convergenza della maggioranza delle organizzazioni del sindacalismo di base.

Il nostro partito sarà presente in tutte le manifestazioni contro il riarmo e la guerra ma si sente impegnato nel sostegno attivo dello sciopero unitario di maggio. Portandovi l'esigenza di uno sciopero generale di massa, dell'allargamento del fronte di classe, di una piattaforma d'azione che si contrapponga a tutti gli imperialismi: all'imperialismo di casa nostra, che è sempre il nemico principale, ma anche all'imperialismo russo che oggi invade l'Ucraina. Per il diritto di resistenza di ogni popolo invaso, per la sconfitta di ogni aggressione imperialista.

Come PCL distinguiamo tra l'invio delle armi alla resistenza ucraina e il riarmo del nostro imperialismo. Il nostro imperialismo invia armi all'Ucraina in funzione dei suoi propri interessi: controllare l'Ucraina. Ma la resistenza ucraina ha diritto ad usare le armi disponibili per contrastare l'invasione dell'imperialismo russo. Ci opponiamo al riarmo del nostro imperialismo, non all'invio di armi all'Ucraina. Fermo restando naturalmente la denuncia politica delle finalità dell'invio e l'opposizione politica a Zelensky. Questa nostra posizione di coerenza antimperialista, di opposizione a ogni imperialismo, a ogni sua guerra d'invasione, motiva tanto più la nostra opposizione agli imperialismi NATO, a tutti i partiti del riarmo, al governo Draghi.

Partito Comunista dei Lavoratori

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