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Il Patriarca di Putin

Il patriarcato di Mosca a fianco dell'imperialismo russo a difesa della cristianità

8 Marzo 2022
kirill


«Stiamo parlando di qualcosa che va oltre le convinzioni politiche. Parliamo della salvezza umana. Ci troviamo in una guerra che ha assunto un significato metafisico. Le parate dei gay dimostrano che il peccato è una variabile del comportamento umano. Questa guerra è contro chi sostiene i gay, come il mondo occidentale...».

Con queste parole il patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca (Cirillo I, in russo Kirill) si è schierato al fianco del regime di Putin e dell'imperialismo russo. L'ossessione omofobica a difesa dei “valori cristiani” contro le “dissolutezze” del liberalismo è una costante della predicazione ortodossa di Mosca. La sua opposizione alla vaccinazione di massa, che ha moltiplicato morti e sofferenze in Russia e in tanta parte dell'Europa orientale, segue il medesimo spartito irrazionalistico e reazionario. Lo sciovinismo grande-russo di Putin trova in questo patriarcato di Mosca un alleato fedele, pronto a coprire la stessa repressione di quei settori minoritari della Chiesa ortodossa che si sono dissociati dalla guerra.

Più in generale, il patriarca Kirill fa propria l'intera impostazione di Aleksandr Dugin, ideologo di Putin. "Non c'è un'aggressione di Putin, ma la restaurazione di una civiltà russa che si era dissolta. Noi abbiamo il cristianesimo, voi il gender”, ha dichiarato entusiasta il filosofo del Cremlino a sostegno dell'invasione dell'Ucraina. Non è una posizione nuova. Il 20 marzo del 2015 Dugin affermava: “Bisogna uccidere, uccidere e ancora una volta uccidere gli ucraini, ve lo dico come professore”. Uccidere per tutelare lo spirito russo dal rischio di contaminazione occidentale di cui gli ucraini sarebbero il vettore. L'identificazione in Putin è totale: “Se c'è Putin c'è la Russia, se non c'è Putin non c'è la Russia... Putin è dappertutto, Putin è tutto, Putin è assoluto, Putin è insostituibile”. L'attuale presidente della Russia assume le vesti di missionario di Dio, da questi incaricato di salvare la Russia e i popoli slavi, a loro volta strumento della volontà divina.

Naturalmente il pensiero di Kirill e di Dugin non assolve di per sé il nazionalismo reazionario ucraino, che il PCL ha denunciato sempre. Ma certo chiarisce una volta di più, se ve n'era bisogno, di quale pasta è fatto lo sciovinismo grande-russo e la sua politica di potenza, la stessa che oggi semina morte e distruzione in Ucraina. Purtroppo col pieno appoggio del cosiddetto... "Partito Comunista” di Russia, di estrazione staliniana.

Partito Comunista dei Lavoratori

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