Interventi
La Germania si riarma
4 Marzo 2022
Pubblichiamo un articolo dei compagni dell'organizzazione trotskista tedesca ArbeiterInnenmacht sulle misure militariste prese dal governo tedesco, senza precedenti nella storia recente del paese.
Quando le svolte arrivano, arrivano velocemente. In una sessione speciale del Bundestag tedesco, domenica 27 febbraio, è stato deciso di più che raddoppiare il bilancio militare di 100 miliardi di euro. Inoltre, il bilancio della "difesa" sarà portato al 2% del PIL nei prossimi anni. La Germania si sta riarmando.
Dopo mesi di critiche da parte dei media di destra, che dicevano che avesse concesso troppo a Putin, e che la sua fedeltà all'Occidente fosse in dubbio, Olaf Scholz è ora un eroe. Il tabloid Bild lo ha salutato come "Super-Scholz". Il suo caporedattore Johannes Boie è estasiato:
«Cento miliardi di euro per la Bundeswehr, subito! Accelerazione sui programmi per i jet da combattimento e i droni! Finalmente soldi per la difesa, come la NATO chiedeva da tempo! Misure per ridurre i costi energetici. Terminali di gas liquido per una fornitura di energia più indipendente! Un cancelliere di sinistra sta attuando richieste per le quali i giornalisti e i politici conservatori e borghesi sono stati derisi per molti, molti anni.»
In realtà quello con cui abbiamo a che fare è un socialdemocratico di destra che, come Schroeder con la sua "Agenda 2010", porta avanti gli interessi dell'imperialismo tedesco e si lascia alle spalle tutti i dubbiosi di sinistra e le chiacchiere pacifiste.
AUTOCRITICA COME GIUSTIFICAZIONE
Secondo Scholz, l'attacco della Russia all'Ucraina ha cambiato radicalmente la situazione mondiale. I ministri e i deputati della coalizione, e alcuni esponenti dei partiti CDU e CSU, stanno facendo "autocritica". Per anni si sono fatti un'idea sbagliata della Russia di Putin, sono stati ingenui, ingannati da Putin, e hanno dimenticato i loro interessi e, naturalmente, la democrazia e l'umanità. Ora questo deve finire.
Secondo gli ex pacifisti dei Verdi e della SPD, la pace può essere creata solo con le armi. La Bundeswehr, le forze di pace che hanno sacrificato così tanto per la "democrazia" in Afghanistan e in Mali, deve essere finalmente modernizzata, allargata, aggiornata. E ovviamente, deve avere il riconoscimento pubblico che le truppe democratiche meritano.
Droni armati? Aerei da combattimento all'avanguardia? Fino a ieri ancora contestati, ma oggi indispensabili per "difendere la democrazia"! Invio di armi nelle zone di guerra? Fino a poco tempo fa solo dietro le quinte, dal 26 febbraio alla luce del sole. I primi mille cannoni sono già in viaggio verso l'Ucraina. Le sanzioni contro la Russia, che fino ieri erano oggetto di discussione, oggi non sono nemmeno sufficienti. E non solo per la SPD, i Verdi, la FPD e la CDU/CSU. Il partito di destra AfD è l'unico partito a criticare le sanzioni, perché danneggeranno anche la Germania, ma saluta con favore l'invio di armi all'Ucraina e il riarmo della Germania, che rivendicava da tempo.
LA LINKE
Infine, anche il partito di sinistra, la Linke, ha fatto una dichiarazione parlamentare. La Linke rifiuta il riarmo delle forze armate, anche se senza una spiegazione molto chiara del suo rifiuto, ma sostiene le sanzioni contro la Russia. Non coglie l'invasione reazionaria russa dell'Ucraina come parte di un più ampio conflitto interimperialistico per una nuova spartizione del mondo, e di conseguenza non la nomina come tale, proprio mentre il conflitto per l'Ucraina sta arrivando quasi inesorabilmente al culmine.
Questo sta costringendo la borghesia tedesca (e non solo tedesca) ad adeguare la sua politica. Il salto di qualità del riarmo imperialista della Germania, così come lo schieramento del blocco occidentale dietro gli USA, è vestito con le solite frasi su democrazia, umanità, diritti umani. Dov'erano democrazia, umanità, diritti umani quando la NATO bombardava e occupava l'Afghanistan? Dov'era l'umanità superiore nella guerra in Jugoslavia? Dov'era quando il governo ucraino ha organizzato una guerra civile contro l'est del suo stesso paese, costata la vita a circa diecimila persone? Dove sono i diritti umani di tutti quei rifugiati che sono stipati nei campi ai confini della fortezza Europa, in Nord Africa o in Turchia, o che annegano nel Mediterraneo?
Nella sua sessione speciale, il Bundestag non ha voluto sentire nulla su questa realtà della democrazia e dello sfruttamento imperialista tedesco e occidentale. E anche la Linke non è riuscita, ancora una volta, almeno come opposizione di sinistra in Parlamento, a denunciare il suo stesso governo e le sue politiche imperialiste. La Linke non è riuscita a rendere chiaro che la sofferenza del popolo ucraino è solo un mezzo per un fine, non solo per gli USA e la NATO ma anche per l'UE e la Germania. Il fine di respingere la Russia e, indirettamente, la Cina. Per questo non solo Putin ma anche l'Occidente accetta che il conflitto per l'Ucraina possa trasformarsi in una aperta guerra interimperialista. Le misure prese dal Bundestag, e tutta una serie di sanzioni reciproche, aumentano il pericolo proprio di quella guerra che ufficialmente dicono di vogliono bandire.
EUROPA POTENZA NUCLEARE
Non è solo il governo che parla di una "svolta". La stampa borghese, dalla Bild alla Frankfurter Allgemeine Zeitung allo Spiegel, ha a lungo sostenuto che la politica della Germania verso la Russia ha fallito su larga scala, e abbia permesso a Putin di mettere in mostra questo fallimento; trascurando i propri interessi e soprattutto il proprio esercito. Ora, dicono, alla Germania viene presentato il conto di tutto ciò. Ma la stampa borghese suggerisce che lo shock di Putin potrebbe anche rivelarsi positivo se portasse a un chiaro cambiamento di rotta. In un articolo intitolato minacciosamente "Di nuovo la guerra", uno dei redattori della Frankfurter Allgemeine, Berthold Kohler, conclude:
«Se gli europei non vogliono piegarsi al tentativo di Mosca - seguito da vicino da Pechino - di creare una zona di sovranità ridotta intorno alla Russia, allora l'Europa deve diventare una potenza nucleare degna di questo nome. Questo non sarà possibile senza la partecipazione della Germania.»
Una dichiarazione d'intenti, nel senso espresso da Kohler, è stata fornita dal parlamento e dall'esecutivo il 27 febbraio. Cento miliardi per nuove armi ed equipaggiamenti non saranno l'ultimo bilancio speciale, se il governo del riarmo l'avrà vinta. L'industria delle armi sarà soddisfatta. Ma dietro tutto questo c'è un programma per fare della Germania, e di un'UE guidata dalla Germania, un vero attore nella lotta per il dominio del mondo, una potenza imperialista militarmente alla pari con gli USA, la Cina e la Russia. La Frankfurter Allgemeine Zeitung ha il dubbio merito di averne precisato le conseguenze nucleari e militaristiche. In questo senso, gli organi della borghesia sono più chiari e onesti del loro comitato d'affari nel governo tedesco.
Questo è certamente legato al fatto che Scholz e la SPD, e anche alcuni dei Verdi, sono spesso le forze guidate, piuttosto che le forze trainanti, sul tema della politica di riarmo. Che la forza trainante siano questi partiti, e non altri, ha i suoi vantaggi al fine di giustificare una tale politica. Il ministro degli Esteri dei Verdi, Annalena Baerbock, il segretario "di sinistra" della SPD, Kevin Kühnert, o anche lo stesso Olaf Scholz, hanno molte più probabilità di essere considerati come impegnati per la democrazia e i diritti umani, con tante buone intenzioni alle prese con un programma di riarmo da un miliardo di euro, rispetto a quanto potrebbero sembrarlo un neoliberista come il leader della CDU Friedrich Merz o il ministro delle Finanze della FDP Christian Lindner. Tuttavia, questo non cambia l'essenza della questione.
LOTTA DI CLASSE CONTRO IL MILITARISMO
La classe lavoratrice e la sinistra di classe non devono lasciarsi ingannare da queste frasi democratiche. Il riarmo rimane riarmo, per il capitale e l'imperialismo! E i costi per questo programma di riarmo e per le conseguenze delle sanzioni saranno pagati dai lavoratori, sia attraverso tagli sociali, sia attraverso il mantenimento dello stato di emergenza nel sistema sanitario, l'aumento dei prezzi o la chiusura delle fabbriche. Ma i lavoratori pagheranno anche con una crescente militarizzazione – crescente, ovviamente, soltanto per ciò che riguarda gli interventi "democratici" – e con un sempre maggiore pericolo di guerra.
È necessario quindi non solo scendere in piazza contro la guerra reazionaria di Putin. Allo stesso tempo, deve essere chiaro che la guerra in Ucraina fa parte di una lotta più ampia per la nuova divisione dell'Europa e del mondo tra le grandi potenze. Il programma miliardario di riarmo e le sanzioni economiche sono i mezzi con cui si combatte questa nuova guerra fredda. Ed è per questo che dobbiamo costruire un movimento che faccia i conti con la "nostra" classe dirigente, secondo il motto di Karl Liebknecht: "Il nemico principale è in casa!"