Dalle sezioni del PCL

Alluvioni e distruzione nella Sicilia orientale

28 Ottobre 2021
alluvionecatania


Fine mese di ottobre funestato da catastrofici eventi naturali, alluvioni e cicloni nelle provincie di Catania, Siracusa e Ragusa. Dopo le inondazioni nella città etnea, arriva il ciclone Apollo. Centri abitati e campagne inondate di acqua con piogge intense e continue, che mettono in ginocchio gli abitanti di tanti paesi e delle città.
Catania il 25 e 26 ottobre è stata investita da un nubifragio che ha letteralmente allagato molte zone della città, tra il centro storico e le periferie, causando anche tre morti: un uomo a Gravina, a pochi chilometri da Catania, e due coniugi nel comune di Scordia, trascinati dalla forza dell'acqua.
Fenomeni poco usuali, per intensità, per la Sicilia. Fenomeni di origine tropicale, dovuti ai cambiamenti climatici, all'aumento delle temperature del pianeta, che secondo gli scienziati si ripeteranno sempre più frequentemente.
Il sistema capitalista, il suo modo di produrre e lo stile di vita causano simili disastri. Il pianeta è continuamente funestato da inondazioni, cicloni, temperature elevatissime, incendi, tutte causate da inquinamento, desertificazione, distruzione di foreste, cementificazione, aumento dei gas serra, guerre, esperimenti nucleari.
Ad aggravare questo stato vi sono anche le criticità locali. Catania, come tanti altri centri urbani siciliani, governata da decenni da amministrazioni affaristiche filopadronali, trascura ogni forma di prevenzione del territorio, impegnata in altri obbiettivi affaristico-mafiosi. Da più di cinquant'anni si parla di completare il canale di gronda per convogliare tutte le acque che avrebbe dovuto impedire l'inondazione di Catania e buona parte dell'hinterland, mai fatto. Mancata manutenzione di caditoie, tombini, fogne, strade urbane ed extraurbane, per molti tratti piene di buche, con cemento che salta ad ogni pioggia; mancata pulizia di torrenti e del fiume sotterraneo che attraversa la città, incuria, degrado, dimenticanze. Il tutto condito da una cementificazione selvaggia del versante catanese: il cosiddetto "sacco di Catania" degli anni Sessanta, con palazzoni costruiti ovunque a sbarrare lo sbocco a mare, spesso privi persino di sistemi fognari, che hanno trasformato la città in un mostro di cemento. Nessun progetto per il deflusso delle acque che provengono dai paesi etnei, anch'essi pieni di cemento, mentre un tempo i suoli a fianco del vulcano erano boschi e campi coltivati che assorbivano le piogge. Esistevano in ogni caso i torrenti che assolvevano le funzioni di deflusso rapido delle acque piovane.
Ma come se non bastasse, in questi giorni ritorna il problema della spazzatura, che da giorni si accumula con montagne di rifiuti nelle vie cittadine con cassonetti stracolmi e buste piene che sommergono i suddetti cassonetti, che nel pieno dell'alluvione contribuiscono a otturare tombini e sbocchi delle acque e galleggiando per le strade.
Ma intanto le istituzioni si riuniscono per un vertice con sindaco, prefetto e protezione civile per prendere provvedimenti adottando i soliti rimedi: il nulla. Allagato l'ospedale Garibaldi nuovo, la pescheria, tutto il centro storico, il villaggio S.M. Goretti come solito immerso dalle acque, con il complesso popolare periferico con vicino il torrente Forcile mai oggetto di manutenzione da nessuna amministrazione.
Si contano i danni e si fanno tavole rotonde, si chiede la calamità nazionale per poi dimenticare tutto, continuando nelle varie attività affaristiche.
Serve una assoluta opposizione contro questo sistema predatorio che serve a favorire la devastazione ambientale.

Partito Comunista dei Lavoratori - coordinamento regionale Sicilia

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