Dalle sezioni del PCL

Le elezioni di Roma e la nostra presenza. Una risposta a Sinistra Anticapitalista

1 Ottobre 2021
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La presenza di diverse liste di sinistra alle elezioni comunali di Roma del 2021 (ma non è solo il caso di Roma) è stata largamente commentata all'insegna dello scoramento che la frammentazione produce per i militanti della sinistra e per i suoi referenti sociali. Il fattore responsabile di tale situazione è immancabilmente rintracciato nella volontà soggettiva delle varie organizzazioni, che in preda a una insopprimibile vocazione alla divisione, non perderebbero occasione di replicare questo atteggiamento. Il caso odierno delle elezioni di Roma viene indicato come esempio parossistico di questa tendenza.

Tale è l'interpretazione prevalente, e tanto basta per non metterla in discussione e per non tentare un'analisi che vada appena un po' più a fondo della vulgata.

Tra i sostenitori di questo punto di vista è Sinistra Anticapitalista (1), che chiama in causa insieme alle altre anche la condotta del PCL.

Non ci interessa qui replicare a questa interpretazione, quanto piuttosto tentare di chiarire il senso della presenza elettorale per noi, e soprattutto precisare un'affermazione del comunicato non corrispondente al vero.

Il comunicato di SA inizia dicendo: «Non abbiamo mai pensato, immaginato o sperato che le elezioni fossero uno strumento rivoluzionario. E neppure che fosse il luogo “da cui ripartire”. Le abbiamo sempre pensate come una scadenza da “attraversare”.». Sottoscriviamo. Aggiungiamo a mo' di postilla che, proprio perché le elezioni sono una scadenza da attraversare, sarebbe bene non restare intrappolati nelle dinamiche che di volta in volta esse producono, da ormai molti anni (appelli unitari, diversità di visioni e percorsi, inevitabili conseguenti divisioni... e così via, all'infinito).

A differenza dei compagni di Sinistra Anticapitalista, noi non crediamo che «costruire un conflitto comune, rilanciare e sostenere vertenze» siano compiti da affrontare all'interno degli appuntamenti elettorali. Pensiamo anzi che la costruzione e dell'unificazione del conflitto siano esigenze centrali che prescindono dalle elezioni, esigenze che pongono davanti a tutte le forze e i militanti della sinistra il dovere dell'organizzazione di un fronte unico di classe. Negli ultimi anni abbiamo portato questa esigenza all'interno di tutti gli ambiti, inclusi quelli di avanguardia politica e sindacale, facendocene promotori insieme ad altri, o partecipandovi attivamente: dal Coordinamento delle sinistre di opposizione al Patto d'azione all'Assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi/e, che a Roma (visto che parliamo di elezioni comunali di Roma) hanno avuto un luogo di attivazione militante non secondario. Abbiamo constatato che in nessuno di questi ambiti Sinistra Anticapitalista ha ritenuto opportuno portare, insieme a noi e ad altri, il proprio impegno per «costruire un conflitto comune, rilanciare e sostenere vertenze». Chiediamo ai compagni di SA: non si tratta anche in questi casi di «occasioni» importanti (se non altro non meno importanti degli appuntamenti elettorali)? Come mai Sinistra Anticapitalista ha deciso di rimanere fuori da tutti questi percorsi di unità d'azione? Non è sbagliato e dannoso pensare all'unità in funzione del conflitto comune e delle vertenze solamente quando si tratta di decidere cosa facciamo alle elezioni? Che credibilità può avere un qualsiasi discorso sull'unità quando questa viene tirata fuori dal cilindro solamente in vista delle elezioni e ignorata nella pratica per tutto il resto del tempo?

Il comunicato di Sinistra Anticapitalista cita l'assemblea di Piazza Vittorio come un momento decisivo sulla strada del tentativo di costruzione della lista unitaria della sinistra, tentativo che sarebbe di lì a poco naufragato («Ma la cura del proprio orticello ha prevalso, trascorsi pochi giorni ed ognuno è andato per la sua strada, con Rifondazione, Potere al Popolo, PCI e Partico comunista dei Lavoratori, pronti a sfilare con lo stendardo tra le braccia del proprio candidato di bandiera»).

Non ci ritroviamo in questa ricostruzione. Al contrario di SA, non ci pare si possa parlare di «ampia convergenza programmatica sulla città da parte di tutta quella che si candidava a presentarsi come “sinistra alternativa”», per lo meno per ciò che ci riguarda, e per ciò che riguarda il nostro programma. Di conseguenza, non ci pare si possa tirare in ballo il PCL e dire che ha lasciato prevalere la cura del proprio orticello, non essendosi il PCL di fatto sfilato da qualcosa di cui non aveva mai fatto parte, come apertamente avevamo dichiarato fin da principio. Non è una questione di interpretazione, ma di dati di fatto.

I compagni di Sinistra Anticapitalista potrebbero risponderci che, al di là di come siano andate le cose, il PCL ha comunque alla fine fatto prevalere il proprio orticello e la propria volontà di non deporre il proprio stendardo e il proprio candidato di bandiera. È un parere legittimo, ma che non trova riscontro nella realtà del nostro atteggiamento e delle nostre esperienze. Le elezioni politiche del 2018, ad esempio, ci hanno visto impegnati in una lista elettorale priva del nostro stendardo e del nostro candidato di bandiera, ma sulla base di una convergenza su una linea anticapitalista e rivoluzionaria. In quella stessa occasione Sinistra Anticapitalista preferì, dopo qualche iniziale tira e molla, la strada dell'ampia convergenza... con i riformisti, alla faccia del programma, della credibilità e della costruzione di una proposta politica coerente. Chiediamo ai compagni di SA: in quel caso chi è che ha deciso di andare per la sua strada? Chiediamo: che unità è quella che rifugge sempre dai contenuti e dalla chiarezza ma che non rifugge mai dagli allettanti maggioritarismi e unanimismi di cartapesta (che vanno in frantumi puntualmente due secondi dopo la chiusura delle urne, o nel caso delle elezioni di Roma addirittura prima del voto)?

Pensiamo sia necessario riflettere seriamente su queste scelte e rispondere a queste domande, se non altro per chiarire bene di che tipo di unità parliamo e come intendiamo perseguirla. Il che aiuterebbe a fare un passo avanti, forse, anche sul tema delle elezioni.



(1) https://anticapitalista.org/2021/09/27/noi-non-ci-stiamo-elezioni-a-roma-unoccasione-persa/

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Roma

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FONTE