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Occupare, espropriare, nazionalizzare!

Per la difesa della lotta dei lavoratori di GKN, unifichiamo tutte le vertenze in campo!

11 Agosto 2021
gkn


Pubblichiamo il testo del volantino che distribuiremo oggi alla manifestazione della GKN

Dopo la GKN aumentano tragicamente il numero di aziende che licenziano garantite dalla copertura dell’avviso comune tra Landini, Draghi e Bonomi.

Da anni i lavoratori subiscono la mancanza di una direzione di lotta adeguata a reggere lo scontro, la pratica imposta dalle burocrazie sindacali che ha portato a spasso i lavoratori tra ministeri, giunte regionali, consigli comunali, parroci, stampa locale con la speranza di trovare una soluzione ha fatto sì che i lavoratori ne siano usciti in condizioni peggiori e molto spesso in mezzo a una strada.

Lotte importanti come quelle di Ilva, delle Acciaierie Piombino, di Alitalia, e tante altre, portate avanti coraggiosamente dai lavoratori per salvare le aziende e salvare il proprio lavoro sono state tradite proprio da queste pratiche fallimentari, ad esempio la soluzione che oggi si presenta ai lavoratori della Whirlpool ha il sapore di una trappola: un operazione spezzatino, che negli anni è stata già utilizzata in altre situazioni, e che fa emergere sempre più la necessità dell’unificazione di tutte le lotte in corso per non lasciare isolati i lavoratori di fronte a soluzioni ricatto e truffaldine.

Basti pensare che le varie soluzioni invocate per anni del meno peggio, ha fatto la somma del peggio: una sconfitta in ordine sparso di centinaia di migliaia di lavoratori, spremuti come limoni, poi gettati via come ferrovecchio. È il risultato degli ultimi anni di ripiegamento del movimento operaio italiano.

Di fronte all'onda d'urto dei licenziamenti annunciati occorre una svolta radicale di metodi d'azione, di organizzazione, di piattaforma. Una svolta che dica: la ritirata è finita, ora basta.

La lotta della GKN può diventare una vertenza pilota, nel segno di un fronte unico di classe, capace non solo di reggere lo scontro col proprio padrone, ma anche di parlare alla classe operaia italiana. Innanzitutto, ai lavoratori e alle lavoratrici della Whirlpool, Elica, Bekaert, ex Ilva, acciaierie di Piombino, Texprint, e ai lavoratori della logistica, che per le loro lotte combattive hanno subito forti repressioni e pagato con la morte di Adil, sindacalista del SI Cobas ammazzato durante un picchetto. Ma anche a tutti coloro che lottano, a quelli che non hanno ancora voce e a coloro che si uniranno alla lotta.

Le fabbriche che licenziano vanno occupate, come hanno fatto i lavoratori di GKN, per impedire ai padroni di portar via i macchinari. Va organizzata la cassa di resistenza per sostenere la lotta prolungata. Va rivendicata la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio dell'azienda che licenzia per garantire il diritto incondizionato al lavoro. Va promosso un coordinamento nazionale di tutte le lotte di resistenza, per fare di tante vertenze isolate una grande vertenza nazionale: per trasformare la debolezza di ognuno nella forza di tutti. Va organizzato lo sciopero generale che dovrà essere prolungato e di massa! È la proposta che il PCL ha avanzato e avanza controcorrente nelle assemblee dei lavoratori, nei sindacati, nei circuiti unitari dell'avanguardia.

Contro i capitalisti nazionali e internazionali e contro i loro governi va contrapposta l’unità di lotta della classe lavoratrice. Al fronte unico del capitale va contrapposto il fronte unico del lavoro!

Partito Comunista dei Lavoratori

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