Dalle sezioni del PCL
La terapia intensiva nel Molise, ennesimo disastro della giunta fascioleghista
17 Marzo 2021
Il governatore molisano che presiede la giunta fascioleghista, alleato stretto di Salvini e Meloni, ha comunicato al Ministero 39 posti di terapia intensiva disponibili mentre dall’ispezione ne sono risultati solo 32; per l’inchiesta indipendente del "comitato civico di denuncia delle vittime dell’emergenza" ne sono invece solo 12.
La falsificazione o confusione sui dati ha conseguenze gravissime sulla gestione dell’emergenza, anche per il ritardo nel far scattare la soglia del 30% di ricoveri Covid, e dunque la richiesta tempestiva dei soccorsi esterni “salva vita” (la procedura del CROSS).
I decessi sono avvenuti anche durante i trasporti fuori regione, che si sono subiti e si stanno subendo per quella che lorsignori chiamano “saturazione dei posti”, e che si legge invece insufficienza dei posti esistenti rispetto a quelli programmati: dovevano essere neanche 39 ma ben 53!
Ed infatti il Piano di Riorganizzazione dell’emergenza di cui al DCA 48/2020 ex D.L. 34/2020 prevede altri 14 posti, aggiunti ai suddetti 39 (nota del Ministero della Salute diffusa dalla molisana Camilla Caterina).
Insomma, non è stata adeguata la terapia intensiva molisana neanche allo stesso livello programmato, con le conseguenze gravissime sulla vita e sulla salute della popolazione molisana che sono sotto gli occhi di tutti.
In più sono state accertate: direzioni mediche carenti nelle competenze organizzativo-gestionali ed igienico-sanitarie; protocolli operativi fermi al 2018; promiscuità dei percorsi con aumento del rischio di contaminazione del Cardarelli di Campobasso, del San Timoteo di Termoli e del Veneziale di Isernia (qui sono risultate anche cartelle cliniche non rispondenti ai requisiti di certificazione sanitaria, inadeguate condizioni igienico-sanitarie dei blocchi operatori Covid e non Covid, mentre nessuna delle due sale Covid è pronta per l'uso).
Queste le politiche sanitarie disastrose svolte dalla giunta fascioleghista (in continuità con le precedenti) e con la complicità governativa confindustriale: si parla di mala gestio e incapacità, che pure ci sono, ma per noi comunisti la questione non è sostituire questo o quel governatore o burocrate nell’ambito del potere gestito dai partiti del capitale, si tratta di legare le battaglie immediate per l’emergenza al rovesciamento di un sistema ingiusto dominato da interessi capitalistici, opposti a quelli della salute.
Alla radice di questo disastro, anche nel Molise, c’è un sistema che lascia senza vergogna alle multinazionali la gestione speculativa dei vaccini, con i conseguenti danni e ritardi, e la sanità nelle mani di cordate e camarille politico-imprenditoriali.
Riconversione pubblica delle strutture ospedaliere private nonché della produzione e gestione dei vaccini, senza indennizzo per i loro padroni!
Potenziamento della sanità pubblica, sotto il controllo democratico delle comunità locali, liberata dall’autocrazia dei burocrati e governatori fiduciari dei partiti borghesi!
Per un piano sanitario funzionale alle effettive esigenze di prevenzione e di cura, con l’adeguamento di mezzi e personale medico e infermieristico, inclusa la stabilizzazione delle partite IVA sanitarie sfruttate!
Sviluppo della medicina territoriale, con la riattivazione piena di tutti i presidi ospedalieri di Venafro, Larino, Agnone, il rilancio di quelli esistenti da Isernia, Campobasso e Termoli!
Non i teatrini elettorali tra la varie camarille dei partiti del capitale o della finta sinistra, ma una mobilitazione delle masse molisane potrà determinare una reale affermazione del diritto alla salute sulla legge del profitto e sugli intrallazzi istituzionali della classe dominante, nella prospettiva di un governo dei lavoratori.
Su queste basi rivolgiamo l’appello unitario a tutta la sinistra sociale, sindacale e politica del Molise.