Dalle sezioni del PCL

In piazza e in lotta!

Riportiamo in primo piano l'autodifesa della salute nei luoghi di lavoro e nella società

18 Dicembre 2020

Presidio dei lavoratori e lavoratrici combattivi del Veneto. Sabato 19 dicembre a Mestre, Piazzetta Coin, dalle ore 10:30

lavcombVeneto_dicembre


Lavoratrici e lavoratori,

è ormai chiarissimo (anche alla magistratura) che i governi degli ultimi 15 anni non hanno fatto nulla per prevenire questa pandemia. Non si sono curati neppure di aggiornare il piano anti-epidemie del 2006! E quindi sono tra i massimi responsabili delle decine di migliaia di morti da Covid-19. Lo sono insieme alla Confindustria che, mettendo come sempre il profitto al primo posto, ha voluto a tutti i costi tenere aperti i luoghi di produzione, anche quelli non essenziali, specie in questa seconda ondata con la complicità del governo Conte. Si parla tanto del vaccino, ma già sembra sicura la terza ondata, e c’è chi ormai prevede due-tre anni di diffusione del virus!

Per denunciare questa gravissima situazione, che ha già prodotto centinaia di migliaia di nuovi disoccupati e il dissesto di interi settori dell’economia, siamo in piazza il 18 e il 19 dicembre in molte città italiane per lanciare questo messaggio: “lavoratrici, lavoratori, dobbiamo auto-organizzarci per difendere la nostra salute sui luoghi di lavoro e nella società, per pretendere un servizio sanitario universale e gratuito, centrato sulla prevenzione delle malattie!”.

In Veneto siamo in piazza a Mestre, anche per mettere in luce che la diversità del “modello Zaia” è una semplice presa in giro, se è vero che oggi il Veneto ha superato perfino la Lombardia nella classifica delle regioni più colpite dal covid-19. Non poteva essere diversamente perché Zaia ha seguito la stessa politica di fondo dei suoi colleghi di partito lombardi: tagli alla sanità pubblica e alla rete ospedaliera, lucrosissimi affari per i privati, nessuna preparazione all’avvento di epidemie, e il Veneto può vantare anche altri disonorevoli primati nei morti sul lavoro, nell’inquinamento ambientale, le malattie professionali, la corruzione, la precarietà, etc.

La crisi sanitaria ed economica non finirà presto. Se non vogliamo restare schiacciati, dobbiamo muoverci, lottare. Noi lavoratrici e lavoratori combattivi vi invitiamo a lottare insieme in modo determinato per:

• Imporre protocolli realmente vincolanti e il diritto ad astenerci dal lavoro con la garanzia del salario pieno nel caso di palesi violazioni delle norme-anti Covid. Per centinaia di migliaia di assunzioni a tempo indeterminato nei servizi essenziali.

• Rivedere i Protocolli del 24 aprile, introdurre l’obbligatorietà dello screening e dei tamponi a tutti i lavoratori e il varo di norme e misure stringenti e vincolanti per la prevenzione dei contagi sui luoghi di lavoro, in cui sia espressamente prevista la possibilità; di chiudere le aziende laddove non sia possibile garantire il diritto alla salute e alla vita degli operatori.

• Creare in tutte le aziende comitati dei lavoratori che vigilino sul rispetto dei protocolli; per un piano nazionale straordinario di assunzione di infermieri e medici, con l’immediato esaurimento delle graduatorie degli idonei e la stabilizzazione di tutti/e i/le precari/e, senza nessuna discriminazione nei confronti del personale sanitario d’immigrazione.

• Riorganizzare il servizio sanitario pubblico, in modo che sia realmente universale, gratuito, dotato di una diffusa rete territoriale, con al centro la prevenzione delle malattie e la tutela della salute sui luoghi di lavoro; per farla finita con i finanziamenti alla sanità privata e requisire senza indennizzo tutte le cliniche private, anche oltre l’emergenza; per abolire i sistemi di “welfare” sanitario aziendale.

• Per il rinnovo di tutti i contratti nazionali con veri, forti aumenti salariali, non mance.

• Il blocco dei licenziamenti, e il salario medio garantito per disoccupati, sottoccupati, precari e cassintegrati.

• la riduzione drastica e generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario: lavorare meno, lavorare tutti; per il lavoro socialmente necessario.

• la libertà di sciopero e l’agibilità sindacale sui luoghi di lavoro: se si lavora, si ha anche il diritto di svolgere attività sindacale e di scioperare.

• Per il diritto al lavoro per tutte le donne, contro la precarizzazione e il lavoro a distanza; per il potenziamento dei servizi di welfare; contro la conciliazione tra lavoro domestico ed extra-domestico; contro il sessismo e la violenza sociale e domestica; per il diritto di aborto assistito e l’auto-determinazione delle donne.

• Per l’abrogazione dei decreti-sicurezza: no alla militarizzazione dei territori e dei luoghi di lavoro, contro ogni criminalizzazione delle lotte sociali e sindacali.

• Contro la regolarizzazione-beffa Conte-Bellanova, permesso di soggiorno europeo a tempo indeterminato per tutti gli immigrati e le immigrate presenti sul territorio nazionale; completa equiparazione salariale, di diritti e di accesso ai servizi sociali; abolizione delle attuali leggi italiane ed europee sull’immigrazione e chiusura immediata dei CPR.

• Per il drastico taglio alle spese militari (un F35 costa quanto 7113 ventilatori polmonari!) e alle grandi opere inutili e dannose (quali Tav, Tap, Muos).

• Contro le politiche di devastazione ambientale e il saccheggio indiscriminato della natura e dell’ecosistema in nome dei profitti e della speculazione.

• Per un piano straordinario di edilizia scolastica e di assunzione di personale docente e non docente per garantire la salute nelle scuole e, appena possibile, la didattica in presenza. Per l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro, programmi di formazione pagati a salario pieno. Per la critica della cultura, dell’arte e della scienza al servizio del profitto.

• Per il blocco immediato di affitti, mutui sulla prima casa e utenze (luce, acqua, gas, internet) per disoccupati e cassintegrati; blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo.

• Revoca di qualsiasi progetto di “Autonomia differenziata”, che penalizza i proletari e i lavoratori del Sud.

• Amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i proletari e proletarie detenuti.

• I costi della pandemia e della crisi siano pagati dai padroni, con una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione i cui proventi vanno destinati anzitutto alla copertura al 100% di tutti i salari e al salario medio garantito per disoccupati e precari. Rifiuto del debito di stato come strumento per soffocare le rivendicazioni proletarie e sociali.

Su questo terreno di lotta invitiamo i lavoratori e le lavoratrici, italiani ed immigrati, in cassa integrazione e disoccupati, studenti e precari ad unirsi a noi sabato 19 dicembre a Mestre in Piazzetta Coin dalle ore 10:30, e a preparare insieme uno sciopero e una mobilitazione nazionale per il 29 e 30 gennaio contro la politica di Confindustria e il governo Conte-bis.

Lavoratori e lavoratrici combattivi del Veneto

CONDIVIDI

FONTE