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Ancora sulla questione calabrese

30 Novembre 2020
pòlistebna


Negli ultimi tempi la regione Calabria è balzata agli onori delle cronache per vicende non propriamente meritevoli. Molti osservatori, giornalisti, opinionisti, politici, si sono stupiti del fatto che in Calabria si sia reso necessario addirittura l'intervento di Emergency, un'organizzazione che, come recita il loro sito, “è un'associazione italiana indipendente neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà".

Ebbene c’è poco da stupirsi e da meravigliarsi per tutto ciò. Di sicuro in Calabria non c’è una guerra né vi sono sul suo terreno mine antiuomo, però è altrettanto vero che la situazione sanitaria è a dir poco disastrosa.
In Calabria la gestione della sanità è ormai sotto commissariamento da decenni, ed è inutile soffermarsi molto sui ben noti commissari: da Scopelliti (condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per reato di falso in atto pubblico; fu lui il primo supercommissario alla sanità in Calabria artefice della chiusura di ben 18 strutture ospedaliere) a Scura (attualmente indagato per abuso d'ufficio) a Cotticelli (che non sapeva di esserlo e di dover gestire il piano anti-Covid) a Zuccatelli (sostenitore dei 15 minuti di baci alla francese e dell'inutilità dell'uso della mascherina) fino a Gaudio, che ha rinunciato per problemi personali (moglie o inchiesta?). Insomma, i calabresi potevano dormire sonni tranquilli, anche perché di strutture ospedaliere ce ne erano a decine (alcune incomplete, altre con più di 100 stanze singole con tanto di respiratori ma adibite solo ad uffici amministrativi; una valanga di soldi in appalti e subappalti su cui la 'ndrangheta ha abbondantemente brindato), peccato che a funzionare erano solo quattro, e non tutte operavano ai massimi livelli.

Ecco dunque che in una regione dell'Italia, l'ottava potenza industriale capitalistica del mondo, è necessario, come nei peggiori teatri di guerra, l'intervento di Emergency. Meraviglia, stupore dunque? No, la meraviglia e lo stupore derivano da eventi inattesi, da situazioni fortuite e non calcolate. Non c’è nulla di cui meravigliarsi invece in una situazione scrupolosamente e meticolosamente calcolata, nessuno stupore di fronte a decenni di accordi tra istituzioni, governo e 'ndrangheta. Che cosa ci si poteva aspettare? Niente di diverso da quanto successo.

La Calabria e i calabresi si trovano in questa situazione non per colpa di un destino crudele, ma per colpa dell'incapacità, dell'ignoranza, del malaffare, per colpa del continuo e mai sopito connubio tra 'ndrangheta ed istituzioni. Non a caso, a meno di un anno dalle ultime elezioni regionali, sono state emanate a carico dei nuovi eletti misure di ordinanze cautelari per "associazione di stampo mafioso", "scambio di voti", insomma tutto il repertorio classico dell’intrallazzo.

Non è un caso se la maggior parte di questi fanno parte del partito politico di estrema destra FdI (meglio ribattezzato da alcuni come “fratelli di 'ndrangheta”).
Esemplare il caso del neoeletto nelle file di FdI, Domenico Creazzo (proveniente dal PD e passato prima delle elezioni regionali nelle fila di FdI), attualmente agli arresti domiciliari in seguito all'inchiesta Eyphemos che lo vede condannato per aver «stipulato plurimi accordi voti-favori con esponenti di 'ndrangheta, peraltro con ruolo apicale all'interno della cosca territorialmente dominante, avvalendosi della collaborazione del fratello, Antonino Creazzo» (1), anche lui arrestato ed oggi ai domiciliari.
Caso analogo quello di Tallini (Presidente del Consiglio regionale, esponente di Forza Italia), attualmente agli arresti domiciliari nell'inchiesta Farmabusiness, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso con la potentissima cosca del crotonese Grande Aracri (2).

Quando non è la magistratura che indaga su di loro, sono i camerati stessi che si denunciano a vicenda per brogli elettorali. È il caso del neocamerata Nicolazzi, passato prima delle elezioni regionali nelle file di FdI, dopo essere stato eletto sindaco di un paesino del crotonese nelle liste del PD, che annuncia ricorso per brogli elettorali contro un membro del suo stesso partito, tale Filippo Maria Pietropaolo, risultato primo ed unico eletto di FdI per la circoscrizione centro. Alla faccia del cameratismo!.

Tutti a meravigliarsi del fatto, dunque, di come in Calabria sia stato necessario l'intervento di Emercengy, del fatto di come non si riesca a trovare un commissario alla sanità degno di tale nome. Nessuno si stupisce, invece, di come 'ndranghetisti arrivino a diventare sindaci, assessori e consiglieri regionali, presidenti di regione, e di come 'ndranghetisti arrivino ad assumere ruoli di rilievo nelle istituzioni pubbliche. Su questo sì che ci sarebbe da meravigliarsi, su questo sì che ci sarebbe da interrogarsi, su questo sì che ci sarebbe da fornire seriamente adeguate risposte.

Noi non abbiamo la sfera di cristallo per fare delle future previsioni, non abbiamo da regalare false promesse ai calabresi. Sappiamo però, e di questo ne siamo certi, che l'unico modo per risolvere il problema è capovolgere la situazione attuale, rompere gli attuali rapporti di forza. L’unico modo è quello di commissariare i commissari, la regione e il governo; è quello di abbattere il criminale sodalizio tra 'ndrangheta ed istituzioni, cioè tra istituzioni e capitalismo. Dobbiamo scrollarci di dosso tutto il vecchio sudiciume e diventare capaci di fondare una società su basi nuove.



Note

(1) Sentenza della prima sezione della Corte di Cassazione. Nella stessa inchiesta è indagato per scambio elettorale politico-mafioso anche il senatore di Forza Italia Marco Siclari, nei confronti del quale i PM hanno chiesto l'autorizzazione a procedere al Parlamento.

(2) Cosca che opera anche in Emilia-Romagna, come dimostra il recente arresto, a Piacenza durante l'operazione Grimilde, di Giuseppe Caruso, Presidente del Consiglio comunale e guarda caso eletto nella file di FdI, arrestato per «associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento, truffa aggravata dalle finalità mafiose».

Armando Attilio Tronca

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